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sabato, 2 Novembre 2024

Tagli alla sanità: il consiglio comunale vota una mozione su proposta di “Villafranca Domani”

COSA NE FACCIAMO DELLA “CASA DELLA SALUTE”?

“Villafranca Domani” ha chiesto il voto del consiglio comunale per prendere posizione contro i tagli che la Regione vuole fare ai reparti dell’Ospedale di Asti e per esprimere il proprio orientamento circa il futuro della “casa della salute”. Il nostro documento è stato discusso nella seduta del 23 dicembre 2014. Il sindaco Cavalla si è ovviamente dichiarato preoccupato del problema ma ha spiegato di non essere d’accordo con alcune parti del nostro testo. Quali? In particolare, la possibilità di concordare con altri Comuni della zona un ricorso al Tar contro la delibera regionale che stabilisce i tagli alla sanità e il riferimento a come dovrà essere utilizzata la “casa della salute” ed a quali servizi ci dovranno andare dentro. Perché? Sul ricorso al Tar, Cavalla ha dichiarato che ci devono pensare il Comune di Asti o la Provincia. Farne un altro, sarebbe un elemento di confusione. Gli ho risposto che. al contrario, sarebbe un modo per consentire a Villafranca di unirsi ad altri Comuni della zona che stanno valutando questa scelta (Dusino San Michele e alcuni altri). Il territorio sarebbe unito in una precisa scelta concreta che avrebbe un valore politico: dire no ad imposizioni che arrivano dall’alto, fatte senza riguardo alla realtà locale. Aspettare che lo facciano altri, con rischio di far scadere i termini, vuol dire accettare che il nostro paese abbia una posizione marginale. Sulla “casa della salute”, Cavalla ci ha detto nella sostanza che è meglio non parlarne, visto che il momento è quello dei tagli alla sanità, perché ci sarebbe il rischio di perdere il finanziamento per il completamento del fabbricato. Credo sia una tesi un po’ singolare perché il finanziamento che la Regione dovrebbe ricevere è statale: quindi non saranno risorse proprie del governo regionale. Ritengo che la “casa della salute” sia il più grande investimento pubblico fatto nella nostra zona da parecchi anni. Quali servizi verranno messi nella struttura sarà per noi fondamentale. Sarà la risposta locale al rischio di perdere servizi negli ospedali. Rischio, purtroppo, assai concreto. Mi auguro di essere smentito ma non mi illudo che dalla situazione attuale si possa uscire senza lasciare dietro qualcosa.

SVILUPPARE LA SANITA’ TERRITORIALE

E allora, cosa fare? Siamo in momento dove si vuol far passare per fatto normale che debbano essere i semplici cittadini a pagare la crisi, perdendo tutele e servizi. Ci vogliono far credere che, se sei tutelato, sei un peso per la società. Purtroppo, chi governava la Regione prima e chi la governa oggi sta seguendo la stessa strada dei tagli. “Villafranca Domani” sostiene da anni che i servizi socio sanitari vadano difesi e riorganizzati, per dare una mano a quanti  hanno una vera debolezza economica. Bisogna partire dalla mobilitazione del territorio, conoscerne i bisogni e coinvolgere la popolazione. Per anni, il Comune e l’Unione Valtriversa non si sono occupati del tema. Oggi paghiamo il tempo perso. Un territorio forte e unito, che sa cosa chiedere ad Asl e Regione, può sperare di farcela. Un territorio senza idee, diviso e incapace di prendere posizione, per paura di disturbare chi comanda, è condannato al declino ed a diventare sempre più povero di opportunità. La casa della salute dovrebbe servire per la medicina primaria e per organizzare iniziative di prevenzione. Dovrebbe diventare il baricentro di una rete che metta in collaborazione tutti i servizi socio sanitari del territorio che oggi fanno storia ognuno per proprio conto. Dalla casa di riposo, al Cogesa, ai medici di base, alle scuole, al volontariato, con un ruolo attivo anche per il Comune e per la nuova Unione nata con Baldichieri. Cosa si potrebbe fare con una vera rete di protezione sociale che abbia al centro la “Casa della salute”? Insegnare comportamenti che riducano i rischi. Avere un presidio, anche serale o festivo, dove trovare assistenza in caso di bisogno senza ricorrere al pronto soccorso. Visite specialistiche. Informare e accompagnare nelle scelte per adeguati percorsi di cura. Assistere chi ha bisogno a domicilio, magari anche con letti di sostegno o evitandogli inutili trasferte, e le conseguenti attese, all’ospedale per semplici pratiche amministrative o quelle visite dove nemmeno ti guardano in faccia e si limitano ad esaminare le carte.  Monitorare i bisogni e le situazioni a rischio. Tutte le prenotazioni, anche verso i centri privati convenzionati. Magari con orari di accesso adatti a chi lavora, senza l’onere di prendere permessi. Consegne dei referti e pratiche anche via internet. Sarebbe concretizzare quanto previsto in quel protocollo di intesa firmato otto anni fa dall’allora Valtriversa. dove l’amministrazione villafranchese governava, con l’Asl e poi subito dimenticato. Scommetto che qualcuno dirà: fantasie! Io credo di no. Sono tutte cose possibili se i Comuni della zona saranno uniti nel confronto con la Regione, se i parlamentari regionali e nazionali daranno il sostegno alle proposte e se ognuno dei potenziali attori smetterà di guardare solo il proprio orticello, per comodità o per semplice inerzia, per dare qualcosa in più a favore di tutti. Potrebbe essere valutato il coinvolgimento imprenditoriale di quella parte seria delle cooperative che lavorano nel sociale, purché gestito dal pubblico e non usato come scusa per privatizzare. Potrebbe essere occasione di nuova occupazione e di ricaduta economica positiva per la zona. Potrebbe essere il mezzo per un vero risparmio strutturale nella spesa sanitaria perché prevenire costa meno e rendere la vita più facile ai cittadini evita loro di pagare quelle tasse occulte che sono i disagi e le perdite di tempo. Altrimenti? Sarà una sconfitta per tutti. Aver speso qualche milione di euro, a cosa sarà servito? Ad avere un fabbricato vuoto, lasciato a deteriorarsi, o a metterci dentro quanto c’è oggi nel distretto sanitario di via Luotto, magari con qualcosa di meno nel silenzio generale. Anche l’importante lavoro dei volontari Cri perderebbe un’occasione per essere valorizzato.

L’amministrazione dirà di aver fatto tutto il possibile. Secondo noi, no. Prima, in anni dove tutto sembrava facile, ha usato la “casa della salute” per una strumentale propaganda elettorale. Poi, ha faticato preferendo spesso il silenzio. Avrà senz’altro sollecitato il completamento della struttura ma direi che è il minimo sindacale per chiunque si fosse trovato a governare. E’ mancato il coraggio di una proposta.

VOTATA LA MOZIONE RIVISTA DA CAVALLA

il sindaco Cavalla ha presentato una sua proposta di mozione che recuperava le premesse di un documento sullo stesso tema approvato dal consiglio comunale di Asti e diversi punti delle nostre proposte, tralasciando, come abbiamo detto, casa della salute e Tar. “Villafranca Domani” ha deciso di votarla, anche se svuotata di due argomenti importanti, perché ritenevamo opportuna e urgente una posizione unitaria a favore della raccolta di firme, organizzata da Dusino San Michele, contro i tagli all’ospedale. Positivo che l’amministrazione abbia condiviso il sostegno al ruolo della sanità pubblica, la necessità di logiche diverse rispetto a quella dei semplici tagli economici e l’impegno ad un consiglio aperto sull’argomento da parte della nuova Unione “Colli del Monferatto” nata la stessa sera con Baldichieri.

Per valutare le differenze, vi invito a leggere la nostra proposta originale e il testo votato dal consiglio comunale, con la sola astensione del vice sindaco Guazzo. Di seguito, trovate anche l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Asti.

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