QUALE FUTURO PER LA CASA DI RIPOSO SANTANERA?
Quale futuro per la Casa di riposo Santanera? Ci siamo già fatti questa domanda ma continuiamo a non vedere un progetto di largo respiro che sappia dare una risposta. E’ noto che l’amministrazione comunale vuole affidarne la totale gestione ad un privato. Un privato disponibile a mettere soldi per sistemare gli edifici appena acquistati (l’ex proprietà Venturello) ci potrà anche essere, ma è illusione credere che ci sia qualcuno disposto a pagare ed a farsi comandare. Bene ristrutturare e fare posti per non autosufficienti. Però, l’imprenditore privato vuole, giustamente, guadagnare e gestire i propri affari. Non fa beneficienza. Chi pagherà? Temiamo, gli anziani di Villafranca e della Valtriversa. Se il privato fa concessioni, vuole qualcosa in cambio. Se fa un prezzo troppo buono, sottocosto, c’è da aspettarsi un servizio scadente. Credere che basti “controllare” è un modo troppo semplice di vedere le cose. Certo che l’ente pubblico deve controllare ma questo significa esserci, entrare nel merito dei problemi, avere strumenti di pressione e di sanzione, avere autorevolezza nei confronti della propria controparte, aver voglia e mezzi per sollevare contenziosi se necessari. Anche se si è spinti dalla migliore buona volontà, essendo piccoli enti di piccoli Comuni, è molto difficile esercitare controlli quando si è legati al privato da contratti di gestione per forza di cose molto lunghi, magari di 20 o 30 anni, cioè lo spazio di un paio di generazioni. In 20 o 30 anni le esigenze possono mutare. Le possibilità e le opportunità anche. Come si fa ad essere sicuri di fare un contratto capace di prevedere le possibili evoluzioni future dei bisogni degli anziani? Non tanti anni fa, quelli che sceglievano la casa di riposo erano quasi sempre autosufficienti. Oggi è vero il contrario. Oggi chi sta bene preferisce, giustamente, rimanere a casa propria ma vorrebbe assistenza domiciliare, che spesso manca perché il Cogesa e il Comune non vanno alla ricerca di aree di bisogno che finiscono col rimanere nascoste. I nostri anziani hanno ancora pudore a chiedere. La casa di riposo non può avere solo una funzione residenziale. Il modello attuale, secondo noi, deve cambiare se vuole restare al passo con i tempi. Perché non farla diventare il centro dei servizi domiciliari? Perché non creare momenti di animazione che non siano solo la classica festicciola ma servano, con continuità, all’anziano per mantenere un buon livello di autonomia e lo aiutino a sviluppare e coltivare interessi? Perché non creare un centro diurno per quelli che desiderano stare insieme agli altri e godere di servizi comuni ma preferiscono tornare a casa la sera? Perché non fare alcuni mini alloggi per gli anziani che vogliono rimanere autonomi ma godere di una situazione protetta? L’amministrazione comunale finirà col privarsi della possibilità di scegliere le politiche per gli anziani. Il guaio è che lo farà anche a danno delle amministrazioni future e delle esigenze del paese.
Da parte nostra, crediamo sia importante rafforzare il ruolo pubblico nella gestione delle case di riposo perché il sociale è lavorare per dare dignità e tutela a chi è più debole. Consorziare i piccoli enti che ci sono in tutta la nostra zona. Lavorare insieme mettendo a vantaggio di tutti le professionalitò di cui si dispone. Fare investimenti che non si sovrappongono ma si completano, per risparmiare e senza inutili concorrenze. Questa è la strada per avere il sostegno della Regione e dell’Asl.
Qui sotto, troverete le considerazioni del sindacato sui problemi delle case di riposo. Si tratta di un articolo apparso sulla Nuova Provincia a fine giugno 2008:
sotto, nella prima foto la nuova entrata principale della Casa di riposo Santanera. Nella seconda foto, il cortile della ex proprietà Venturello, acquistata alcuni mesi fa dalla Casa di riposo.