Bruno Colombo è il sindaco di Roatto. Il suo terzo mandato scadrà nel 2026. Dal giugno 2013 è presidente dell’Unione Valtriversa. Anche per questo incarico, il suo mandato scadrà nel 2026. L’Unione Valtriversa è nata oltre 20 anni fa. L’ente comprende i Comuni di Roatto, Maretto, Castellero, Monale, Cortandone, Cantarana e San Paolo Solbrito. In origine, c’erano anche Ferrere, uscito nel 2012; Villafranca e Baldichieri, usciti alla fine del 2013.
Ho rivolto a Colombo alcune domande circa la sua esperienza nella Valtriversa.
Sei presidente da quasi undici anni. Avevi ereditato una situazione che aveva evidenziato fin dai primi tempi difficoltà. Quale è stato il tuo principale obiettivo?
Se fare il sindaco mi è piaciuto perché ho avuto la fortuna di avere con me persone positive che partecipavano alle decisioni e alle attività, nell’Unione l’impegno è stato più complesso. Ci sono stati momenti anche molto difficili. Ho cercato di tenere insieme personalità e sensibilità molto diverse. Fino ad ora, credo di esserci riuscito. Ho imparato molto e ritengo che il bilancio sia buono.
Il miglior risultato ottenuto?
L’Unione ha una struttura. Ogni Comune si è specializzato nella gestione di particolari compiti che svolge anche per tutti gli altri. A Roatto gestiamo i tributi. Maretto si occupa del personale. Cantarana si occupa della finanza. Monale della scuola e dei servizi sociali. Cortandone degli acquisti. Castellero della segreteria e del catasto. San Paolo Solbrito si occupa della commissione per il paesaggio e della sicurezza sul lavoro. In questo modo, il personale dei Comuni, che ho potuto conoscere e apprezzare, ha potuto migliorare la sua preparazione e la sua professionalità. Così non abbiamo bisogno di ricorrere a consulenze esterne che altrimenti sarebbero state inevitabili. Nei piccoli paesi, magari con un solo impiegato costretto a fare tutto con conoscenze approssimative, rischi di restare indietro e non seguire i problemi come si dovrebbe. La struttura che ci siamo dati rende più semplici anche le decisioni dei sindaci perché i provvedimenti arrivano sul nostro tavolo istruiti. Ci sono vantaggi anche per la popolazione. Risposte più rapide e le persone sanno dove rivolgersi per le loro necessità.
E l’ufficio tecnico?
Dopo qualche tentativo iniziale, abbiamo preferito che ogni Comune gestisca il suo, anche se c’è collaborazione tra i diversi tecnici. In questo settore sarebbe stato necessario individuare uno o due responsabili dando loro un aiuto con tecnici più esecutivi per fare eseguire i progetti. Purtroppo i Comuni piccoli non hanno una disponibilità economica per avere una struttura organizzata con un numero di ore sufficiente.
Altri risultati raggiunti?
Insieme, gestiamo la partecipazione ai bandi per avere dei contributi. Poi scegliamo se concorrere insieme o ognuno per conto proprio. Ad esempio, abbiamo partecipato al bando per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici. Certo, se avessimo un unico ufficio tecnico potremmo far meglio. Per partecipare ai bandi e avere i contributi, è necessario fare gli investimenti e anticipare i costi. Solo dopo, con la rendicontazione richiesta, avvengono le erogazioni. Sono atti complessi. Una struttura tecnica adeguata renderebbe tutto più facile e veloce.
Il rammarico più grande?
Avrei voluto un vero corpo dei vigili capace di coprire tutto il territorio, coinvolgendo magari altri paesi fino a Villanova. Alcune amministrazioni hanno ritenuto i vigili solo un peso economico. Gli autovelox sono stati l’inizio della crisi. Avrei voluto che tutti i Comuni partecipassero alla spesa e che l’incasso finisse per intero all’Unione. Un progetto che coinvolgesse tutti allo stesso modo per dare a tutti lo stesso grado di sicurezza e attenzione. Non è stato così. Sono state cercate regole per gestire il lavoro dei vigili impossibili da applicare. È vero nel nostro territorio c’è una buona presenza dei carabinieri. È vero che ci sono le telecamere. Ma un corpo dei vigili in numero adeguato avrebbe garantito un presidio ancora migliore e maggiore efficienza. Ancora meglio sarebbe un corpo dei vigili a livello più alto. Magari provinciale o regionale, con gli autovelox tolti alla gestione dei sindaci.
Oggi la Valtriversa ha ancora i vigili?
Si. Abbiamo due persone che sono alle dipendenze di Torino ma ci danno 5 – 6 ore alla settimana e una presenza aggiuntiva in caso di necessità particolari. Soluzione che tampona il problema ma è ben diversa da un corpo dedicato al territorio come avrei voluto. Anche per la protezione civile ormai servirebbe un corpo a livelli più alti. Con le regole che arriveranno dalla Regione, non si può fare questa attività, garantendo capacità di intervento, con un volontariato sempre più esiguo di numero. Serve personale che venga pagato.
Obiettivi futuri?
Mi sono impegnato direttamente nel progetto “Monferrato Heritage Unesco”. Servirà per ottenere fondi europei da usare per uno sviluppo territoriale che segua un filo conduttore ben identificato. Asti è il Comune capofila su un bacino di 52 paesi. Abbiamo creato un sottogruppo che ha come capofila Villanova al quale aderiscono 27 Comuni territorialmente confinanti. Abbiamo scelto di puntare sullo sviluppo del turismo: scelta necessaria per riconvertirci da una impostazione industriale ormai decaduta. L’intero progetto dovrebbe avere a disposizione 4,3 milioni di euro con l’aggiunta del cofinanziamento dei Comuni per il dieci per cento. Ogni paese aderente potrebbe avere fondi per un investimento di riqualificazione e abbellimento. In più, una quota dei fondi dovrebbe essere destinata a un investimento comune in mobilità sostenibile: un servizio di biciclette da mettere a disposizione per chi vorrà vivere il territorio in modo ecologico. Tutto dovrebbe arrivare a compimento entro il 2028.
Sempre nella direzione di riconvertire il nostro territorio al turismo, proprio in questi giorni abbiamo firmato la convenzione con la cooperativa Piam per mappare e accatastare un percorso di circa 90 km nelle nostre colline, capace di unire bellezze naturalistiche e architettoniche. L’iniziativa coinvolge 18 Comuni (Castellero, Albugnano, Capriglio, Cerreto d’Asti, Chiusano, Cinaglio, Cocconato, Cortandone, Cortanze, Maretto, Monale, Montafia, Passerano Marmorito, Pino d’Asti, Roatto, Settime, Soglio, Viale) e cerca l’incremento di un turismo di qualità che desidera il contatto con la natura.
L’obiettivo già in corso di realizzazione che coinvolge più Comuni per valorizzare e scoprire l’identità paleontologica sul proprio territorio è il Progetto artistico “Street Art sulle colline del mare” con il coordinamento e supporto del Distretto Paleontologico dell’Astigiano e Monferrato.
Sicuramente l’obiettivo più ambito su cui 28 comuni stanno promuovendo azioni di sostegno sarebbe l’apertura del casello autostradale a Villafranca. Sarebbe il futuro di questo territorio. (nda: da notizie di stampa, i Comuni interessati sarebbero Villafranca, Albugnano, Baldichieri, Cantarana, Castellero, Castelnuovo Don Bosco, Capriglio, Cellarengo, Cerreto, Cinaglio, Cisterna, Cocconato, Cortandone, Cortazzone, Dusino San Michele, Ferrere, Maretto, Monale, Montafia, Passerano Marmorito, Piea, Piovà Massaia, Pino d’Asti, Roatto, San Damiano, Tigliole, Valfenera, Viale).
Perché la Valtriversa non comunica quanto sta facendo? Il semplice cittadino sul vostro sito internet trova poche informazioni sull’ente. Sembra che si sia attenti solo a rispettare la forma piuttosto che dare alle persone possibilità di comprendere. Non c’è attenzione nemmeno dalla stampa locale. Credo che dopo oltre vent’anni la maggior parte della popolazione non sappia nulla della Valtriversa e non ne comprenda l’utilità. Non serve un addetto stampa che faccia comunicati di propaganda. Serve entrare nel merito delle scelte per dare il giusto rilievo all’impegno di chi lavora, sollecitare interesse, dibattito e proposte.
Purtroppo, è vero. Al riguardo siamo sempre stati carenti. Non ci siamo mai preoccupati di questo tema e abbiamo sbagliato. Riconosco che la richiesta di sapere cosa facciamo mi arriva anche da altre parti. Credo servano persone preparate sul funzionamento dei nostri Comuni e capaci di spiegare in modo comprensibile a tutti cosa facciamo. Poi, ritengo che questo lavoro richiederebbe anche qualche risorsa economica.