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sabato, 4 Maggio 2024

Valtriversa: tagliati i posti in consiglio per le opposizioni

RISPETTARE LE OPINIONI DIVERSE

Martedì 24 maggio 2011, c’è stato il consiglio della Comunità Valtriversa. Come ultimo argomento della riunione, si doveva parlare di revisione dello statuto. Da diversi mesi, sappiamo che la Comunità deve ridurre i membri del suo consiglio da 27 a 13. Lo stabilisce la legge: come un Comune di pari grandezza. E’ una di quelle norme che dovrebbero far risparmiare i soldi dei gettoni di presenza ma in realtà, all’italiana, non fanno risparmiare nulla perché i consiglieri di una comunità collinare non prendono nulla. Ma non divaghiamo. Torniamo al 24 maggio e provate a seguirmi in quanto è successo, anche se capisco che faccio appello alla vostra pazienza perché la questione può sembrare complessa. Fino ad oggi, l’unica informazione sulla vicenda è arrivata dalla Stampa ma dall’articolo sembrava che la posizione da me assunta fosse, in definitiva, un inutile lamento, in più sbagliato nel contenuto. Non è così e provo a spiegare. Come premessa, ribadisco un mio pensiero che ho già espresso più volte:  ai nostri paesi serve  una Valtriversa forte.

COSA E’ SUCCESSO?

I sindaci e le loro maggioranze hanno proposto che i 13 membri del consiglio versione ridotta fossero divisi così: in 11 alle maggioranze, di cui 9 sarebbero gli stessi sindaci dei paesi aderenti; 2 posti ai consiglieri di maggoranza e solo due alle opposizioni. Totale 11 a 2, senza alcun rispetto per il mantenimento delle proporzioni, previste dalla legge, che fissano nei due terzi i posti che vanno alla maggioranza e in un terzo quelli che vanno all’opposizione. I valori giusti sarebbero stati 9 a 4. Versione ufficiale per giustificare lo scippo di due posti: bisogna dare spazio anche ai consiglieri di maggioranza.

LA NOSTRA PROPOSTA

Marco Ferrero, opposizione di Cantarana, ha presentato la poposta di mediazione che avevamo condiviso insieme: ripartizione 9 a 4; per i paesi che hanno i sindaci nella giunta (l’organo di governo della Comunità, proprio come nei Comuni, che si riduce per legge da 9 a 4), posto in consiglio per un rappresentante delle loro maggioranze (tenendo presente che i sindaci entrano tutti a rotazione nel governo della Comunità); tutti gli altri 14 membri esclusi dal consiglio in una commissione consultiva di controllo, con la presidenza affidata all’opposizione e il compito di esprimere pareri e suggerire progetti. La nostra proposta consentiva anche ai sindaci membri della giunta di presenziare comunque ai consigli ma senza diritto di voto. In sostanza, e in coerenza con quanto avevamo sempre sostenuto: tutti gli attuali 27 membri del consiglio avrebbero avuto la possibilità di lavorare per la Valtriversa, nessuno sarebbe “andato a casa”; le proporzioni tra maggioranze e opposizioni sarebbero state rispettate e un ruolo in consiglio sarebbe rimasto anche per i consiglieri di maggioranza.  La proposta di revisione dello statuto preparata dai sindaci ci era stata consegnata solo il venerdi precedente, 20 maggio, senza alcun momento di confronto informale, tranne un modesto accenno nel consiglio precedente, dove avevo chiesto, inutilmente, di avere per tempo la documentazione per fare le opportune valutazioni. Considerato questo e visto che la nostra proposta era stata presentata a tutto il consiglio solo quella sera, ho chiesto un rinvio della votazione, ritenendo che fosse la cosa più ragionevole da fare per dare a tutti tempo per riflettere. La mia richiesta è stata respinta a maggioranza. Si è quindi andati al voto. Volete sapere come è andata a finire? La proposta dei sindaci, quella che taglia i posti all’opposizione, è passata. Le maggioranze l’hanno votata compatte. Hanno votato contro il sottoscritto, Marco Ferrero, Giovanni Dezzani (opposizione di Maretto), Piergabriele Riccio (opposizione di Cortandone), Davide Cerrato (opposizione di Monale). Ora il provvedimento, per diventare esecutivo, dovrà passare nei consigli dei singoli Comuni.

PERCHE’?

Le regole non possono essere cambiate a danno di una parte. A tutela di tutti. Non è una questione di posti. Nelle istituzioni ci deve essere rispetto e lealtà tra maggioranza e opposizione. Non c’entra chi comanda in un certo momento. Perchè le maggioranze hanno voluto questa forzatura? Per mascherare le divergenze tra i sindaci? Le divergenze ci sono e sono state evidenti in più occasioni. Diversi Comuni hanno ancora troppe difficoltà a collaborare.  Credono di perdere potere se la Valtriversa è unita e funziona. Sono ancora troppo legati a logiche di campanile. C’è qualche sindaco che vuole gestire da solo la Comunità, pensando di trarne vantaggio? Villafranca ha la responsabilità di non aver cercato la crescita della Valtriversa con la collaborazione dei piccoli Comuni. Questo succedeva nel governo Padovani, salvo tardive aperture che non sono servite, e l’amministrazione Cavalla non riesce ad immaginare un ruolo per una Villafranca del domani che vada oltre i propri confini.

A COSA SERVE IL CONSIGLIO?

Come nei Comuni, il consiglio è il posto dove si devono formare le scelte, dove le opinioni diverse vanno discusse senza insofferenza. La giunta è il momento dove le decisioni devono essere messe in atto. Da tempo assistiamo in Valtriversa ad una progressiva, voluta, diminuzione del ruolo del consiglio. Viene convocato solo per gli adempimenti istituzionali strettamente necessari. Viene chiamato a ratificare le decisioni dei sindaci. Punto e basta. Idee diverse trovano spazio con notevole fatica. Non ci sono momenti di lavoro collegiale. Nel precedente mandato amministrativo c’erano ancora le commissioni consigliari: hanno funzionato poco perché i sindaci, che facevano anche da presidente, salvo qualche raro episodio, non hanno più voluto riunirle, contando sul fatto che i consiglieri di maggioranza tanto non protestavano e quelli di opposizione erano comunque slegati tra loro per poter realmente incidere in qualcosa. Che le opposizioni siano sempre state poco unite, in parte è vero. Diverse estrazioni. Diverso il modo di intendere i problemi e l’impegno da mettere nel ruolo. Quando le sensibilità sono differenti, ci si incontra lavorando insieme. Cosa che è stata fatta in modo non sufficiente nel passato. Bisogna essere più uniti: questo è l’obiettivo che, secondo me, tutti i consiglieri di opposizione oggi devono darsi. Nel consiglio della Valtriversa, però, si è già sentito l’invito a lasciar perdere perché “non ci sono maggioranze e minoranze”. La Comunità, ci dicono, non è un organo eletto direttamente dalla gente. Bel discorso in teoria, seducente per qualcuno, ma che non vale nella pratica. Intanto, tutti quelli che siedono nel consiglio sono eletti dalla gente. Qualcuno che sta all’opposizione raccoglie più voti di altri che stanno in maggioranza. Chi è al governo rappresenta idee e programmi di un tipo, chi è opposizione di un altro. Le differenze ci sono e sono un fatto normale in democrazia. Si possono trovare delle convergenze e in Valtriversa, se veramente crediamo tutti alla sua funzione, sarebbe auspicabile. Ma per farlo, chi governa, cioè i sindaci, devono aprirsi al contributo di chi sta all’opposizione con fatti concreti, favorendo la partecipazione, il lavoro e le proposte di tutti. Quanto è avvenuto va esattamente in direzione contraria.

VILLAFRANCA

Scusate se l’ho fatta lunga, ma il tema Valtriversa tocca molti aspetti. Ho chiesto all’amministrazione comunale di Villafranca di lavorare per far si che la Comunità ritorni sulle sue decisioni e apra un dibattito serio e completo sullo statuto. Serve rifondare la Valtriversa ascoltando tutti i contributi e scegliendo con competenza dopo un confronto vero, senza improvvisazioni affrettate.

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