SERVIZI PER LA PERSONA
Quale sarà il futuro delle case della salute? Difficile dirlo con certeza. Il recente cambio al vertice della sanità astigiana e l’idea di accorpare l’ospedale a quello di Alessandria non lasciano pensare a nulla di positivo. La Regione dice di non avere soldi. Non si capisce bene se ci sono i soldi per pagare i medici. La Provincia che non possiamo permettercele. E in Valtriversa? I lavori per la struttura, sia pur a rilento, vanno avanti. Se vi ricordate, ci avevano promesso che per fine 2010 sarebbe stato tutto finito. Una promessa mancata, come è evidente a tutti. E ora? Quali servizi arriveranno? A giugno l’Asl ha garantito lo spazio mammografie. Ottima cosa. E poi? Nessuno ne parla più. Chissà se qualcuno si ricorda ancora del protocollo di intesa sottoscritto da Asl e Comuni della Valtriversa nel 2007? Clicca qui sotto per leggere il documento.
casa della salute: il protocollo d’intesa 2007 tra Comuni e Asl
Tutti sembrano aver dimenticato quel lungo elenco di buoni propositi. Non basta sottoscrivere un documento per far si che il contenuto si realizzi: bisogna lavorarci e farlo materialmente. All’articolo 3 c’è un bell’impegno del presidente della Valtriversa (allora era Giamprimo Forno) “a coordinare i sindaci dei Comuni, costituenti la comunità collinare stessa, al fine di favorire la diffusione dell’informazione sui settori socio sanitari e socio assistenziale, di promuovere a livello di indirizzo politico le relative attività, di identificare obiettivi di miglioramento dell’organizzazione socio sanitaria locale”. Direi che nulla di tutto questo, nel concreto, è stato fatto. Qual’è il rischio attuale? Che nella nuova struttura vada a finire solo quanto già ospitato nel distretto sanitario di via Luotto. Se così accadrà, sarà anche responsabilità dei sindaci della Valtriversa, che non si sono voluti interessare della questione.
Come ha giustamente ricordato l’amico Daniele Barcaro durante l’incontro pubblico del 16 dicembre scorso, la casa della salute, se adeguatamente utilizzata e potenziata, potrebbe diventare una grossa occasione per indirizzare verso un futuro di servizi alla persona tutto il nord ovest astigiano. Un’occasione per cercare una strada nuova in momento di forte crisi come l’attuale. Una casa della salute collegata ai paesi da un trasporto pubblico, magari gestito dalla Croce Rossa, con servizi specialistici prima reperibili solo all’ospedale e la sede della Cri vicina (nostra idea del 2008), con la capacità di collaborare ed integrarsi con gli altri servizi socio sanitari esistenti sul territorio per fare prevenzione, consulenza e accompagnamento alla ricerca delle soluzioni adatte di chi ha bisogno. Penso, in particolare, ad una collaborazione con casa di riposo e scuole. Questo è quanto ci serve.