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venerdì, 3 Maggio 2024

Un impianto fotovoltaico nella ex cava Rdb?

AMBIENTE

L’amministrazione comunale vuole concedere in diritto di superficie  ad un privato 20 mila metri quadrati di terreno della ex cava Rbd per la costruzione di un impianto fotovoltaico. Il bando per le “manifestazioni di interesse” ha prodotto 4 domande. Ora, la Giunta dovrà stabilire quali caratteristiche dovranno avere le vere offerte che le quattro ditte concorrenti potranno presentare. Tutto avrà dei tempi molto stretti perché i contributi statali sulla produzione di energia elettrica dovrebbero essere sensibilmente ridotti per se l’impianto non entrerà in funzione entro la fine dell’anno. Il governo preferirà sostenere le centrali nucleari. Chiariamo subito: il Comune non vuole costruirsi un impianto in proprio o partecipare alla costruzione in società con un privato. Vuole solo “affittare” un terreno, oggi ad uso agricolo,  per un periodo ovviamente lungo (20 anni). Terreno che dovrà essere destinato a quel preciso scopo. L’unico utile del Comune sarà il canone di concessione. Quale sarà il ricavato per il Comune? Per ora si possono fare solo ipotesi: 10 – 15 mila euro all’anno.

E’ senz’altro positivo che si costruisca un impianto fotovoltaico. Sono sempre stato a favore dell’energia pulita e credo che sia necessario svilupparne la produzione e diffonderne la cultura. Nel programma del gruppo “Villafranca Domani” tutto questo c’è sempre stato.  Bisogna crederci fino in fondo e noi ci crediamo. La parte politica che governa il Comune da ben undici anni, che è la stessa che tiene il potere a Roma, no.  Perché non hanno pensato, almeno due o tre anni fa, a progettare un impianto fotovoltaico da gestire in collaborazione con un privato serio per produrre l’energia elettrica che serve per uso pubblico? Nel bilancio comunale, l’energia elettrica costa almeno 70 mila euro all’anno: una cifra che oggi non è più sostenibile. Risparmiare avrebbe consentito di dare altri servizi al paese. Per raggiungere un tale risultato, bisognava cercare soluzioni, comparare tecnologie, valutare esperienze di altri, capire quale poteva essere l’investimento necessario, come affrontarlo e quale poteva essere il risultato economico. In altre parole, bisognava lavorare. Oggi il Comune, pressato dai tempi stretti e da una mancanza di conoscenza che non si può rimediare in fretta, ha cercato la via più semplice: dar via un lotto di terreno per guadagnare l’affitto. Magari cercheranno anche di farsi pagare la maggior parte dei soldi nel primo anno di contratto o nei primissimi anni per godere subito del vantaggio immediato. Una scelta che, se verrà presa, sarà sbagliata perché a voler incassare tutto subito quello che dovrebbe essere preso in più anni, si ricava meno. Poi, il Comune ha bisogno di strutturare e consolidare entrate che durino nel tempo.

Voglio pensare che, se l’impianto che verrà costruito impiegherà dei dipendenti, questi saranno presi tra i villafranchesi.

Serve anche diffondere la cultura dell’energia pulita e del risparmio energetico. Far capire i suoi vantaggi. Dare a famiglie ed aziende almeno un supporto tecnico per favorire l’impiego del fotovoltaico nelle abitazioni e nelle strutture produttive.  Risparmiare energia significa spendere meno per illuminare e riscaldare, con vantaggi per i bilanci di famiglie e aziende. E con vantaggi per l’ambiente. Chi va su questa strada deve essere premiato. Tantissime case sono colabrodi di energia.

La cultura dell’energia pulita va diffusa anche nelle scuole. Compito di chi affitterà il terreno comunale dovrebbe anche essere la costruzione di un’aula didattica vicino all’impianto. Scelta utile ma dovrà essere un vero spazio multimediale dotato di tecnologie di rilievo, adatte per le scuole villafranchesi ma anche per le superiori astigiane. Almeno.

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