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venerdì, 13 Dicembre 2024

Un grazie a Monale per la manifestazione a ricordo del 25 aprile

SERVONO MOMENTI PER CAPIRE

Pochi giorni fa, i Comuni della nostra zona hanno ricordato il 25 aprile con la consueta manifestazione congiunta che si è svolta a Monale. Il 25 aprile rappresenta la vittoria della Resistenza sulla dittatura fascista e nazista.  La sera prima, lunedì 24, il sindaco Sergio Magnetti ha voluto che venisse riproposto il documentario “La guerra in Valtriversa”. Gli anni dopo l’8 settembre ’43 nei nostri luoghi. Vicende tragiche rivissute  dalla viva voce dei testimoni. Persone normali che hanno conosciuto la violenza nella loro vita di tutti i giorni. Il documentario è un lavoro di undici anni fa, nato da una collaborazione tra Mario Benotto, appassionato di ricerca storica locale e bravo a raccontare attraverso le immagini, e il sottoscritto. Lavoro costruito con la partecipazione di un bel gruppo di amici. La serata di Monale, nel salone nei pressi del municipio, ha richiamato più di settanta persone. Diverse erano giovani. Ci sono state domande e la richiesta, accolta da Magnetti, di organizzare una visita guidata che ritorni nei luoghi raccontati nel film. La dimostrazione che fatti di oltre 70 anni fa possono risultate interessanti anche alle generazioni di oggi. Nel suo intervento durante la manifestazione ufficiale, Magnetti ha ricordato che i valori della Resistenza sono ancora più che mai attuali. La libertà conquistata a prezzo di tante vite non è scontata. Smettendo di difenderla, potremmo anche perderla. Ma non ci sono state solo le parole del sindaco. Anche il parroco, durante la messa, ha esposto la sua preoccupazione per la volontà del governo di aumentare le spese militari. Quante cose si potrebbero fare per chi ha bisogno con quei soldi. Renzo Arato ha letto alcune toccanti lettere tratte da “Fiori rossi al Martinetto”, la cronaca del processo farsa con il quale la repressione fascista condannò a morte una parte del comitato militare piemontese, nell’aprile 1944. Perché ho fatto questo breve accenno alla manifestazione di Monale? Perché il sindaco Magnetti e il suo paese meritano un apprezzamento per aver dato contenuti alla celebrazione di una ricorrenza importante. Senza discorsi pieni di retorica o, peggio, di inutili banalità. Nella semplicità del programma, hanno saputo mettere quel coraggio che lascia il segno. Spero che il positivo esempio di Monale abbia un seguito tra i Comuni della “Valtriversa” e della “Colli del Monferrato”. Perdere la memoria collettiva, anche quella più recente, è il primo modo per ripetere errori e tragedie. E perderla è assai facile. La cultura politica è stata relegata in un angolo. Ormai, conta l’immagine del politico, non le idee e la capacità di capire dall’esperienza. Le istituzioni, comprese quelle locali, spesso non sanno dare l’esempio perché chi le governa sovente non sa nulla della storia. I lavori di ricerca e analisi sono frutto dell’iniziativa privata. Non sono sostenuti dai Comuni. I giornali locali non fanno ricerca sui problemi. Si fermano alla superficie, come se tutto capitasse per caso e non avesse legami con le scelte del passato. Il ricordo è limitato a svogliati rituali che servono a poco. Servono momenti per capire. Perché non valorizzare il lavoro di ricerca dell’Istituto storico per la Resistenza di Asti? Ente di cui diversi Comuni sono membri. Vi ricordate quando, pochi anni fa, Villafranca voleva andarsene? Perché non raccontare ai giovani i principi della Costituzione nata dalla guerra partigiana? Forse, qualche amministratore li considera “propaganda politica”? Perché non dare un segnale visibile restaurando le lapidi e le croci che ricordano i caduti dei nostri paesi? Quanti si sono fermati a leggere una volta la targa posta sul luogo dove venne impiccato Luigi Capriolo, alla stazione di Villafranca? Credo pochi. Come potrebbe essere diverso? E’ una lapide che quasi non si vede, posta su un edificio in abbandono.

Ieri era il primo maggio. E riflettere su cosa fare, anche a livello locale, per quel lavoro che non c’è?

Nel video, potete rivedere l’intervento di Renzo Arato.

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