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domenica, 5 Maggio 2024

“Stanno sfasciando la sanità”: ottimo successo di pubblico per l’incontro con il gruppo regionale Pd organizzato dal circolo Valtriversa “Domenico Tamietti”

SANITA’ E SOCIALE VICINO ALLE PERSONE

Ottimo successo di pubblico per la serata dedicata alla sanità organizzata dal circolo Pd Valtriversa a Villafranca. Tutta la sala Virano “il forno” era piena: segno evidente che l’argomento ha toccato la sensibilità della gente.  La manifestazione si è tenuta lo scorso 3o marzo 2011.

Hanno risposto alle nostre domande i consiglieri regionali Pd Angela Motta, Nino Boeti e Aldo Reschigna.

CASE DELLA SALUTE

A cosa dovevano servire le case della salute nell’originario progetto? A dare ai cittadini servizi specialistici in strutture vicine a loro, senza costringerli ad andare in ospedale.  Cosa ci sarà nella salute in costruzione a Villafranca? I consiglieri regionali hanno chiarito che nessuno oggi può dirlo con certezza. La rete di case della salute prevista dalla precedente amministrazione regionale Bresso (8 in tutta la provincia) è stata dimezzata: segno evidente che la Regione oggi non crede più al sistema dei servizi sanitari decentrati sul territorio, preferendo un’organizzazione sul modello lombardo: tutto concentrato negli ospedali, alcuni di eccellenza e altri secondari. La casa della salute prevista a Villanova? Tutto lascia intendere che non si farà anche se, come ha detto Roberto Peretti, sindaco di Villanova, nessuna autorità ha voluto dargli una risposta ufficiale nonostante il Comune abbia già speso i soldi per acquistare il terreno.  Oltre a non avere la casa della salute, Villanova rischia anche la perdita del distretto sanitario. Un primo passo della smobilitazione potrebbe essere il trasferimento del personale Asl amministrativo e medico, che secondo voci che circolano potrebbe finire in ospedale. Se ci sarà il ritiro del personale Asl dai distretti, sarà un’ulteriore prova dell’abbandono del territorio.

COGESA

Come verranno gestiti i servizi socio assistenziali, oggi forniti, per il nord astigiano, dal Cogesa? Anche in questo caso,  nessuna certezza. I consorzi dovrebbero chiudere e il rischio più evidente è che il socio sanitario torni ad essere gestito dalle Asl, perdendo fondi e autonomia.  Risultato? Meno servizi per chi sarà nel bisogno.

MENO SOLDI. PERCHE’?

Perché il taglio delle risorse? L’attuale amministrazione regionale dice che deve ripianare un disavanzo ma viene smentita dai suoi stessi tecnici che ricordano, come ha ben spiegato Aldo Reschigna, che la gestione della sanità nell’amministrazione Bresso era tutta coperta. Non era stato coperto il disavanzo della precedente giunta Ghigo, quando la destra era al potere.

Vi invito a leggere un articolo pubblicato su internet di Eleonora Artesio, assessore alla sanità nella giunta regionale Bresso. Cliccate qui sotto:

Eleonora Artesio sulla sanità piemontese

LA REGIONE DECIDE PER FINTA

Alfredo Castaldo ha ricordato un’esperienza avuta quello stesso giorno, quando si è recato in Regione nella sua veste di consigliere di amministrazione della casa di riposo Santanera in compagnia del presidente Carlo Binello. La visita in Regione doveva servire a capire come accedere a fondi a favore di strutture per la lungodegenza. Fondi stanziati da una recente delibera della giunta regionale. Risultato? I funzionari rispondono che non hanno nessun indirizzo pratico dagli organi politici su come gestire nel concreto queste somme. In pratica, la Regione fa finta di prendere decisioni ma poi le blocca di fatto, non dando alla struttura i mezzi per attuarle.

IL DESTINO DELL’OSPEDALE

Che fine farà l’ospedale di Asti?  Se finirà accorpato ad Alessandria, il suo destino sarà quello di diventare un centro di seconda categoria. Il rischio è di perdere i reparti ad alta specializzazione (in tutto l’astigiano non ci sarà più oncologia). I primari non saranno più astigiani ma a scavalco da Alessandria. Le opposizioni in Provincia hanno avviato una raccolta di firme su una petizione dal titolo “giù le mani dall’ospedale”. Ne hanno parlato Mariangela Cotto e Massimo Padovani, presenti tra il pubblico. Hanno proposto di fare la raccolta anche nei Comuni della Valtriversa. Personalmente, mi sono dichiarato d’accordo, invitando la nostra amministrazione comunale a porla in atto.

I COMUNI SI MOBILITINO

I consiglieri regionali, in particolare Angela Motta, hanno invitato il territorio e in particolare i Comuni a mobilitarsi contro la perdita dei servizi, ribadendo più volte che la battaglia per la sanità deve essere un impegno di tutti quelli che ci credono, senza guardare al colore politico.  Da parte mia, ho ricordato che il consiglio comunale di Villafranca ha approvato all’unanimità un documento che esprime la contrarietà alla politica regionale, chiede servizi sul territorio, vuole conoscere quali servizi andranno nella casa della salute in costruzione e difende il modello dei consorzi per i servizi socio assistenziali. Il documento è frutto di un accordo con l’amministrazione comunale, seguito ad un altro documento presentato dal gruppo di opposizione di “Villafranca Domani”.

LE NOSTRE PROPOSTE

Come circolo Pd della Valtriversa, abbiamo fatto nostre proposte. Nei miei interventi e in quello di Daniele Barcaro, abbiamo chiesto che tutte le istituzioni che si occupano di socio sanitario, a partire dai Comuni per arrivare all’Asl, al Cogesa, alle case di riposo, agli asili, alle scuole, facciano rete per lavorare in comunicazione ed in collaborazione. Ad esempio, secondo noi la crisi delle piccole case di riposo può essere superata consorziandole e facendole lavorare insieme: se si resta divisi, ci si condanna a morire. Abbiamo chiesto che all’interno della casa della salute ci sia una figura, adeguatamente preparata e professionale, capace di orientare le persone che hanno bisogno verso le strutture giuste e che faccia direttamente tutte le pratiche per l’accesso ai servizi: tanto tempo risparmiato per il cittadino e si eviterebbero duplicazioni di uffici, con conseguenti risparmi su costi inutili.

LA REGIONE TAGLIA I SOLDI ALLA SANITA’ E RINUNCIA A PRENDERLI DAGLI ALLEVATORI CHE HANNO SFORATO LE QUOTE LATTE

Il sindaco Guido Cavalla ha detto di aver sempre voluto e difeso la casa della salute. Si è anche preso il merito di aver voluto la sede della locale Croce Rossa vicino alla casa della salute in costruzione e poi ha poi ricordato che se tagli ci devono essere, bisogna pur cominciare da qualche parte. Gli ha subito ben risposto Angela Motta, ricordando che la Regione a guida leghista ha scelto di rinunciare ad una causa,  già stata vinta in primo grado, contro gli allevatori che avevano sforato le quote latte, perdendo così un risarcimento di 200 milioni di euro. Tutto perché la Lega non vuole mettersi contro il proprio elettorato. Se la Regione avesse incassato questi soldi, avrebbe avuto minori necessità di taglio sulla sanità. Da parte mia ho ancora ricordato che l’idea della sede Croce Rossa vicino alla casa della salute non è dell’amministrazione comunale ma nostra, dell’opposizione, in quanto la proponemmo all’allora direttore generale dell’Asl, Robino, nel 2008, proprio durante un dibattito pubblico da noi organizzato con la sua presenza. Fu proprio il direttore generale Robino, che l’accettò immediatamente e senza riserve, a metterla in pratica trovando i fondi e avviando il cantiere.

1 commento

  1. caro paolo volpe se la giunta cota avesse preso i 200 milioni dalla causa risarcimento per sforamento Quote latte avrebbe mandato in fallimento tutto il settore lattierocaseario di tutta la Regione ,alle vacche il latte bisogna tiraglielo le quote le anno sforate perche i vari Pecoraro Scanio e tutti i ministri delle poilitiche agrarie mandate dal pds non anno chiesto abbastanza quyote

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