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mercoledì, 24 Aprile 2024

spiegare la storia per migliorare la conoscenza dei nostri luoghi e l’impegno civico

VALORI

Mercoledì scorso era il 25 aprile: 67 anni fa finiva la guerra per liberare l’Italia dal fascismo e dal nazismo. Come consuetudine, Villafranca ha visto la sua manifestazione per poi ritrovarsi, con una ventina di Comuni del nord Astigiano, alla celebrazione congiunta che quest’anno è stata organizzata da San Paolo Solbrito. Bene che ci siano momenti di celebrazione e ricordo ma dobbiamo ormai porci il problema della partecipazione della gente: nel complesso il numero dei presenti è modesto. Quasi del tutto inesistenti i giovani. L’evento viene vissuto dalle amministrazioni comunali come un rito, senza curarsi troppo dei contenuti. Sono celebrazioni stanche, organizzate in modo distratto e superficiale. Perché? La celebrazione non basta più.  I riti vengono considerati come cose distanti e inutili dalla maggioranza delle persone, che spesso nemmeno conoscono i motivi e gli ideali legati alla data ma la considerano semplicemente un giorno di vacanza per andare in gita al mare. Cambiare si può. Bisogna spiegare la storia. Tutta. Quanto è successo, in modo completo e oggettivo, sia quanto c’è stato di buono (tanto), sia la parte cattiva (fatti negativi che ci sono capitati e che succedono in tutte le guerre ma, nel complesso, non riducono l’importanza del movimento partigiano). Spiegare la storia locale, quella astigiana e quella nazionale. Bisogna parlare di quanto hanno fatto le persone. Cosa hanno fatto i partigiani, chi erano ed i fatti che li hanno visti protagonisti. Dire perché giovani di vent’anni si sono fatti ammazzare. Documentare le vicende dei reduci e come vivevano i civili ed i torti che subivano. Il peso del movimento sindacale. Le torture. Il ruolo delle donne. I costi umani e materiali di una guerra voluta dal nazismo e dal fascismo: ideologie che volevano uccidere ogni libertà. Fare quello che, spesso, nemmeno la scuola fa perché il tempo dedicato alla storia è poco per parlare di quella recente, dove non si arriva quasi mai. Anche gli studiosi locali, che ci sono in alcuni nostri paesi, sovente parlano di medioevo ma evitano gli anni del fascismo e della guerra civile, magari considerati “politici” e quindi troppo compromettenti. Gli esempi in contro tendenza sono ancora pochi. Bisogna valorizzare ed utilizzare l’ottimo lavoro dell’Istituto per la storia della resistenza. C’è il buon lavoro di Mario Benotto con i suoi film documentario (“La guerra in Valtriversa” e la storia del partigiano Faustino Novara). Le ricerche di Dionigi Accossato a Valfenera. Come gruppo “Villafranca Domani” abbiamo organizzato a febbraio un’iniziativa per spiegare, proprio ai giovani, il significato della giornata della memoria, dei campi di concentramento e delle leggi razziali votate all’unanimità dal parlamento italiano fascista.

Ci sono molte possibilità di lavorare. Fra pochi giorni c’è l’1maggio, la festa dei lavoratori, e un mese dopo il 2 giugno, la festa della repubblica. Tutte date che sono unite da ideali che costruiscono la democrazia. Ricorrenze di cui i giovani hanno perso il significato a causa dell’indifferenza degli adulti, che si è accentuata negli ultimi vent’anni.

un momento della manifestazione di San Paolo Solbrito, davanti al municipio
un momento della manifestazione di San Paolo Solbrito, davanti al municipio

1 commento

  1. Dici bene quando parli di scuola e credo sia da li che deve iniziare il discorso con i giovani. il livello di preparazione dato nelle scuole ai nostri ragazzi è scarsissimo, in parte a causa dei programmi ministeriali e in parte alcuni insegnanti ci mettono del loro (scusate questo non si può dire). La storia è sempre stata scritta dai vincitori da che mondo è mondo, sarebbe ora come per tutte le altre cose di dire come sono accaduti realmente i fatti. Riferito alla guerra mondiale credo ci fossero persone che a torto o a ragione seguivano in buona fede un ideale e ci sono stati CRIMINALI da entrambe le parti (scusate ancora ,anche questo non si può dire)

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