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venerdì, 19 Aprile 2024

si spacca la Valtriversa. Dall’1 gennaio 2014 sono fuori Villafranca, Baldichieri e Cortandone

UN GRAVE ERRORE

Il 22 ottobre 2013 si è riunito il consiglio dell’Unione Valtriversa. All’ordine del giorno “l’atto conclusivo” in merito ai recessi deliberati dai Comuni di Villafranca, Baldichieri e Cortandone. In pratica, si doveva verificare se c’erano le basi per ricomporre la spaccatura o se la Valtriversa unita aveva finito la sua storia. Sono andato all’incontro sapendo che la strada della rottura era segnata. E’ dallo scorso anno che questa discussione va avanti in modo confuso e lento, aggiungendo perdite di tempo ad altro tempo perso negli anni scorsi. Gli sforzi del presidente Bruno Colombo per tentare di ricucire la situazione non sono bastati. Grazie a lui, una parte del dibattito è uscito, a fatica, dalla stretta cerchia dei sindaci, coinvolgendo a tratti il consiglio. Colombo ha sempre creduto all’Unione. Ne sono convinto. Lo ha dimostrato con il suo impegno. Non credo altrettanto per alcuni altri sindaci.  L’amministrazione comunale di Villafranca voleva rompere? Si. Lo avevo già scritto all’inizio di luglio su questo spazio (rileggete l’articolo)La riunione convocata dalla stessa amministrazione in sala Virano, appena tre giorni prima del consiglio, lo aveva già anticipato. Davanti ad un modestissimo pubblico, sindaco e vice sindaco avevano cercato di giustificare l’uscita dalla Valtriversa dando agli altri Comuni, i piccoli, la colpa di tutto. Non avrebbero voluto l’intesa. Una visione dei fatti che sembrava portata da  persone che non avevano avuto alcuna responsabilità. Dei semplici spettatori che non avevano avuto voce in capitolo. Nulla di più sbagliato e fuorviante, visto che l’attuale amministrazione e quella precedente hanno partecipato a pieno titolo alla gestione dell’Unione e quindi hanno la loro parte di responsabilità in quanto è successo. Il sindaco Cavalla ha tentato di giustificare la rottura anche nel discorso del “4 novembre”, fatto ieri al termine della tradizionale manifestazione a ricordo dei Caduti. Una descrizione di quanto avvenuto sempre molto parziale e lacunosa. Ancora una volta la nostra amministrazione comunale ha scelto di guardare la situazione con lo specchietto retrovisore. La via più comoda: non fare nulla verso il futuro.

La nostra opinione

“Villafranca Domani” è sempre stata per l’Unione. Noi abbiamo votato contro l’uscita dalla Valtriversa e ribadiamo la nostra contrarietà ad una scelta che riteniamo sbagliata. Villafranca sarà la prima a pagare il conto di questa grave rottura. Una inutile guerra tra poveri che si poteva evitare. Per tentare di superarla e di sanarne gli effetti serviranno tempo e tanto lavoro.

Quali sono le ragioni per stare insieme in una Valtriversa unita e forte?

Risparmiare sui costi e usare meglio i soldi di tutti in un momento di crisi economica come l’attuale. Esempi di Unioni vicini a noi, come quella “tra Langhe e Monferrato”, ci dicono che è possibile. Evitare di perdere tempo facendo tutti le stesse cose. Usare meglio e di più le attrezzature. Darsi regole uniche semplici ed efficaci. Far diventare modello da seguire chi è stato capace di fare meglio spendendo meno. Coordinare enti e volontariato che operano sul nostro territorio per costruire una rete di sicurezza sociale di cui c’è urgente bisogno. Far lavorare insieme il personale dei municipi, oggi ancora molto distante da questo traguardo. Un solo segretario comunale. Tutti sistemi che servono a risparmiare con più risultati. Più risparmi significano risorse in più per i servizi ai cittadini e qualche tassa locale in meno.

Assicurare a tutti i cittadini della Valtriversa gli stessi diritti e gli stessi servizi. Il cittadino di Cortandone o di Maretto non deve essere penalizzato se deve mandare i suoi figlia scuola a Baldichieri, Monale o Villafranca. Deve poter contare sui servizi sanitari della casa della salute e sulla stesso sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Deve avere i vigili che lo protegganno contro la delinquenza e i furti. Vigili che lavorino in coordinamento con carabinieri e forestale.

Serve a tutti un efficace sistema di tutela del territorio, che ne eviti i consumi inutili, con un unico piano regolatore. Quanti capannoni e case vuote ci sono? Troppi. Costruiti  spesso solo per soddisfare gli appetiti della speculazione.

C’è crisi economica e manca lavoro. Stiamo a guardare o proviamo a creare un sistema economico diverso? Magari capace di far diventare il territorio motivo di attrazione per i turisti. Puntiamo sul recupero di qualità degli edifici vuoti. Sul risparmio energetico e sulla ricostruzione di un sistema artigianale oggi sempre più povero. Proviamo a dare spazio ai produttori locali? Proviamo a creare una rete di piccoli negozi che siano un’alternativa sociale alla grande distribuzione? Siamo capaci di investire nella cultura? Forse servirebbe a stimolare nei giovani un po’ di sano senso di appartenenza al nostro territorio. “Villafranca Domani” crede che tutto ciò sia possibile, a patto di avere tanta voglia di sperimentare e di avere l’Unione Valtriversa. O, meglio, con la fusione in un unico Comune che avrebbe il vantaggio di far avere alla nostra zona contributi aggiuntivi da Stato e Regione.

Essere più grandi vuol dire contare di più ed avere più possibilità di fare. La provincia di Asti è un territorio frammentato, formato da piccoli Comuni. Nella Valtriversa, da soli, siamo tutti paesi piccoli. Anche Villafranca è un paese piccolo. Tutta la provincia conta meno di un quartiere di Torino. Stare insieme significherebbe mettersi sullo stesso piano di Nizza o Canelli. Avremmo anche una migliore possibilità di far sentire le nostre ragioni e di partecipare alle scelte che coinvolgono l’astigiano e la stessa Regione. Rimanendo piccoli, perdiamo perché la storia cammina e non sta ad aspettare chi sta fermo.

Vi consiglio anche di leggere i suggerimenti di Umberto Russo sulla pagina facebook di “Villafranca Domani news”.

In sintesi: uniti per gestire gli stessi problemi con le stesse soluzioni e gli stessi doveri.

Cosa sa la gente della Valtriversa?

La gente sa poco della Valtriversa. Nulla è stato fatto per spiegarne il ruolo ai cittadini. La conoscono solo per i vigili e le multe. Non per il lavoro di prevenzione e di sicurezza che i vigili fanno: compiti importanti, che si vedono poco,  non conosciuti nemmeno da diversi amministratori che, al contrario, li hanno giudicati un costo inutile. I vigili sono l’unico vero risultato della Valtriversa, voluto più dall’impegno del loro primo comandante, Pasquale Campanile, che dalla voglia dei Comuni. Un modello di servizio che ha dimostrato di saper funzionare con efficacia, nonostante i pochissimi uomini a disposizione e la scelta, sbagliata a mio modo di vedere, di “vendere” una parte del loro lavoro ad altri Comuni fuori dall’Unione.

Qualcuno mi ha detto che è inutile parlare della Valtriversa proprio perché la gente ne sa poco. Non è un argomento “elettorale”. Non la penso così. Chi ricopre ruoli nelle istituzioni, a qualsiasi livello, ha il compito di scegliere cercando di guardare più lontano, non solo basandosi sul sentire immediato.

Come ripartire?

Oggi ci sono differenze anche importanti tra i diversi paesi. Ci sono diffidenze profonde anche tra gli amministratori dei vari Comuni. Inutile negarlo. I dodici anni di vita della Valtriversa non sono serviti ad eliminare queste distanze. È stato fatto troppo poco in rapporto al tempo trascorso. La Valtriversa è stato il sistema per prendere i contributi della Regione ma questi soldi in più non sono serviti a costruire la casa comune. Sono stati dispersi assorbendo le spese dei singoli municipi, con scelte spesso al ribasso per non scontentare nessuno ed evitare il vero cambiamento. Scelte di cui le amministrazioni Padovani Cavalla e Cavalla Guazzo sono responsabili. Non si è mai messo mano alla costruzione di un’unica struttura capace di lavorare efficacemente. È stata dimenticata la necessaria formazione del personale. Oggi che i soldi non ci sono più, servono scelte coraggiose, con una visione di futuro che prima è mancata. Scelte che diano forma concreta ai motivi per stare insieme di cui ho accennato prima. Decisioni che devono essere prese da una classe politica diversa, capace di mettere insieme quanti, nei vari paesi, ritengono  l’Unione uno degli obiettivi principali. Una classe politica capace di affrontare i problemi guardando ai bisogni di tutta la zona, non si di un singolo, piccolo, Comune.

Il passato è pieno di errori e tempo perso ma bisogna ripartire da qui, riconoscendo al presidente Bruno Colombo il merito di aver formulato, nel poco tempo che ha avuto a disposizione e con pochi aiuti tecnici, alcune idee utili alla ricostruzione dell’Unione.

Le prime scelte necessarie?

Le amministrazioni di Villafranca e Baldichieri da un lato e quelle degli altri cinque Comuni dall’altro (Cantarana, Roatto, Maretto, Monale, Castellero) sono arrivate al consiglio del 22 ottobre scorso con proposte incomplete e inadeguate.  Non sono state in grado di superare gli ostacoli o, forse, è mancata la volontà di farlo. Non sono stati raccolti i nostri suggerimenti, compreso quello di una consulenza professionale. L’amministrazione di Villafranca non li ha appoggiati. Non voleva l’accordo. E gli altri Comuni, pur con differenti sensibilità, sono stati troppo lenti e timidi nell’accettare l’idea di un confronto aperto per affrontare i problemi. Ma questo appartiene alla storia. Bisogna ripartire da quello che c’è e cercare l’avvio concreto di un percorso di cambiamento certo di cui c’è assoluto bisogno, sapendo che sarà necessario sperimentare e aggiustare le scelte nel tempo. Ormai, ritengo potrà essere fatto solo dopo le prossime elezioni comunali, sperando non prevalga la comoda idea secondo la quale va bene la Valtriversa in due o tre pezzi che possono fare “percorsi paralleli”. Sarebbe l’alibi per non cambiare niente. Solo lavorando tutti insieme, raggiungendo dei risultati, si possono superare le diffidenze. Provo a riassumere i punti principali da risolvere, se e quando si riprenderà a parlare di Valtriversa unita.

Lo statuto

La nuova Valtriversa avrebbe bisogno di un nuovo statuto, documento fondamentale  che dovrebbe sfruttare al meglio l’autonomia che la legge consente agli enti locali. Nel nuovo statuto andrebbero messe le ragioni per stare insieme. Secondo noi, quelle di cui ho parlato all’inizio di questo intervento.

La rappresentatività.

Se il consiglio di un’Unione che comprenda otto paesi deve essere formato da dieci membri più il presidente, come previsto dalla legge per un Comune di pari dimensioni, le opposizioni devono essere rappresentate. Tre membri sono il numero corretto, di cui uno, di diritto, a Villafranca vista la popolazione rappresentata. Va bene la commissione delle opposizioni, che era già una nostra proposta dello scorso anno, ma, come avevamo chiesto, con il potere di formulare progetti e pareri al consiglio sui quali lo stesso si debba obbligatoriamente esprimere in modo motivato. E’ sbagliato voler far credere che in “Valtriversa non ci sono opposizioni”. L’Unione non può essere ridotta ad un consorzio di servizi gestito dalle maggioranze. Se deve essere un ente capace di rappresentare i Comuni uniti nella pluralità delle loro funzioni, è legittimo e utile che in consiglio ci siano differenti opinioni.

Il consiglio, poi, non può essere la copia della giunta. Non si farebbe altro che ripetere l’errore di questi anni. Il consiglio è l’organo dove si devono formare le scelte politiche. La giunta è l’organo esecutivo chiamato ad attuarle.

Il voto. È corretto che chi rappresenta una popolazione più grande, e concorre in misura maggiore al bilancio dell’Unione, debba avere un maggior peso delle scelte. Tuttavia, è comprensibile la preoccupazione dei Comuni più piccoli di non contare più nulla. La nostra proposta rimane quella, già espressa in più occasioni, di votare in consiglio per quote in via ordinaria, cioè dando al voto un peso proporzionale alla popolazione, e con la doppia maggioranza, per quote e per testa, quando si deliberano atti fondamentali come i bilanci, i programmi, le assunzioni di personale o i mutui. In questo modo, la maggioranza non sarebbe solo determinata dalla popolazione ma dovrebbe coinvolgere per forza anche i paesi più piccoli, tutelandoli e costringendo i più grandi ad una mediazione.

La riorganizzazione dei servizi

Crediamo si possa fare in due anni. Per ogni attività,  dovranno essere individuati specifici responsabili, affiancati da gruppi di lavoro formati in base alle competenze e alle esperienze, che si occuperanno di valutare nel merito gli attuali servizi dei singoli Comuni e di riorganizzarli in un unico servizio per tutta l’Unione. Non otto tasselli diversi uniti solo sulla carta. Da questo lavoro ci aspettiamo necessari risparmi di spesa. Al termine di questa ristrutturazione, l’Unione avrà gli elementi per scegliere con consapevolezza ulteriori obiettivi. A nostro modo di vedere: programmare la fusione.

Come finanziare la Valtriversa?

In questo momento, l’unica strada realmente percorribile è quella dei trasferimenti dai Comuni all’Unione, con spese ripartite in base al costo storico già previsto nei bilanci dei singoli Comuni, come dalla proposta del presidente Colombo. Tasse e tariffe, con i relativi regolamenti, rimarrebbero responsabilità dei Comuni ma dovrebbero essere armonizzati, in parallelo alla riorganizzazione dei servizi dei primi due anni. Nel periodo di transizione, anche i trasferimenti statali dovrebbero rimanere ai Comuni. I più piccoli hanno trasferimenti per abitante superiori ai Comuni di dimensioni maggiori, e oggi non vogliono cederli, ma sovente anche costi per i servizi più elevati.  I mutui relativi a beni conferiti all’Unione dovrebbero passare a carico della stessa. Stessi diritti e uguali doveri. Questo è l’obiettivo finale. I soldi sono un capitolo fastidioso e delicato. Oggi è stato usato come giustificazione per rompere, in modo strumentale e guardando solo a presunti interessi immediati. Bisogna far toccare con mano i vantaggi dell’Unione e procedere con la necessaria gradualità. Questo scoglio, lo ribadiso, può essere superato solo ottenendo i necessari risparmi di spesa a vantaggio di tutti con servizi uguali su tutto il territorio.

Cliccate qui sotto per leggere le proposte dei Comuni.

Proposta di Roatto, Maretto, Monale, Cantarana, Castellero

Proposta delle amministrazioni di Villafranca e Baldichieri

 

 

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