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venerdì, 26 Aprile 2024

Qualche tema per gli eletti alle elezioni comunali del 26 maggio, maggioranza e opposizione

DOVE ERAVAMO RIMASTI

Le elezioni comunali sono passate. Abbiamo un nuovo sindaco, Anna Macchia, che si è presentata in continuità all’amministrazione uscente e migliora di 86 voti il risultato ottenuto da Cavalla nel 2014. In consiglio comunale alcune novità e diverse conferme. Ottimo il consenso elettorale di Guglielmo Aubert, che potrebbe fargli aspirare alla carica di vice sindaco. Positivo quello di Guido Forneris. Un augurio particolare a loro e a tutti i giovani: non siate portatori passivi di voti, come spesso è capitato in passato, ma soggetti attivi con le vostre idee e il necessario impegno che dovrà essere su più fronti.
Ora ritorna il vero lavoro.
Partendo dalle riflessioni che ho fatto nel consiglio comunale del 17 maggio, l’ultimo del precedente mandato amministrativo, provo ad elencare alcune questioni aperte che reputo significative. Il nostro progetto di paese era e rimane diverso.
Il Comune ha un buon bilancio? Per l’amministrazione si, perché c’è un avanzo di quasi 778 mila euro. Per noi, il bilancio è fragile. Ci sono 492 mila euro di crediti non ancora incassati. Derivano dalla tassa rifiuti e dalle multe per gli autovelox. Sono crediti che il Comune ha sempre fatto molta fatica ad incassare. Per la tassa rifiuti, l’amministrazione non ha mai voluto negli anni intraprendere una convinta azione di recupero. Nonostante noi la avessimo più volte sollecitata in tal senso perché bisogna avere rispetto di chi ha sempre pagato con regolarità. Prima ha negato il problema. Poi, ha definito il mancato incasso un fatto pressoché inevitabile. Solo recentemente, con tantissimo ritardo, ha avviato un’azione più incisiva, che ha portato al recupero, fino ad ora, di 19 mila euro. Ma al 31.12.2018 i crediti per tassa rifiuti non incassata erano pari a 278 mila euro. E oltre 241 mila euro sono stati cancellati dal bilancio, perdendoli in via definitiva, tra il 2010 e il 2018. Con poco impegno per riportarne a casa almeno una quota. E’ stata persa la possibilità di fare qualcosa in più per il paese. Per chi non può pagare, bisognerebbe sperimentare il baratto amministrativo: lavoro a favore del Comune per saldare il proprio debito. Continuerà l’azione di recupero iniziata negli ultimi mesi? E porre attenzione a chi conferisce in modo abusivo i rifiuti alla raccolta? Cioè non prende i sacchi a pagamento in municipio, danneggiando chi si comporta in modo corretto. Basta guardarsi intorno: i sacchi neri e da supermercato ci sono.

sacchi neri di rifiuti che sono un danno per i cittadini corretti

Perché la quota di utile che il Comune riceve da Gaia, la società che si occupa del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti, non viene scalata dal costo complessivo a carico dei cittadini? Sarebbe un  modo per premiare, sia pur per una cifra contenuta, chi si impegna a fare la differenziata. Proposta che ho fatto più volte in consiglio comunale mai accettata dall’amministrazione uscente. Per il 2017 erano 9 mila euro.
Se si arriverà ad una nuova convenzione con la Valtriversa per la gestione dei vigili, bisognerà contrattualizzare in modo chiaro e trasparente la gestione delle multe, ora in capo per intero a quell’Unione. In tutti questi anni, il Comune ha visto spesso arrivare in ritardo gli accrediti delle multe incassate. Perché? E, peggio, non ha mai saputo se e cosa venisse fatto per incassare le multe arretrate. Ma lo ha mai chiesto? Credo di no. Serve una maggiore attenzione nella cura delle entrate proprie.
Nessuna soluzione per il problema della quota di multe autovelox da corrispondere alla Provincia in quanto ente proprietario della ex statale 10. È la legge a prevederlo.  La precedente amministrazione ha fatto approvare dal consiglio nel 2015 una convenzione con la Provincia che impegna il Comune a pagare il 30 per cento.  E poi? Il nulla. Per l’allora amministrazione, tutto bene. La Provincia doveva rinunciare ai suoi crediti. Perché? Non si è mai capito. Ma, forse, non ci credevano nemmeno loro, visto che hanno tenuto circa 50 mila euro a riserva per eventuali pagamenti futuri. Comunque, nessun atto di rinuncia della Provincia è mai stato riportato in consiglio. Perché si è arrivati a questo punto? Speravano che la Provincia si dimenticasse? Chi governerà nei prossimi anni dovrà gestire un possibile debito di cui non si conoscono le esatte dimensioni. Non mi sembra un risultato che faccia rimanere proprio tranquilli.
Non sono mai stati rimborsati i 76 mila euro di Ici che il Comune si tiene in cassa dal 2007 e che non gli spettano. 12 anni non sono bastati. È questo l’esempio di correttezza, integrità e trasparenza che ogni grado della pubblica amministrazione deve dare?
Noi avevamo proposto di usare una quota dell’avanzo per abbattere in anticipo il debito. A che scopo? Risparmiare sugli interessi e liberare risorse per altri bisogni. Magari per fare più manutenzioni.
Perché non diffondere i dati del bilancio in modo comprensibile a tutti? Sarebbe un modo per favorire il dibattito, coivolgendo il paese sulle scelte fatte. Sarebbe per tutti più facile valutare i risultati ottenuti e sentirsi partecipi. Dovrebbero farlo anche casa di riposo e asilo. Perché non attivare un corso di formazione per amministratori, aperto a tutti i cittadini che vogliono conoscere come funzionano Comune e Unione? L’ho richiesto per anni ma senza esito.
QUALE EREDITA’ LASCIA L’AMMINISTRAZIONE USCENTE?
Quale eredità lascia l’amministrazione uscente?
Un bilancio con evidenti criticità.
La rottura della Valtriversa. Ci siamo sempre opposti a questa scelta voluta dall’amministrazione. Isola il nostro paese rispetto alla zona. E ne stiamo pagando le conseguenze. Come? Con la disdetta della Valtriversa all’accordo per sostenere la spesa della scuola. 12 mila euro di entrate che non ci saranno più. Con la  difficile situazione dei vigili ridotti ai minimi termini. Da mesi, gli amministratori uscenti avevano sul tavolo il tema di come gestire la sicurezza. Nonostante il tempo trascorso, per ora non sono arrivate soluzioni concrete. Poteva essere più facile trovare una soluzione rimanendo uniti. I vigili sono un presidio fondamentale per la sicurezza di tutti in una piccola comunità. Sono l’occhio attento sul territorio di cui nessun amministratore potrà mai fare a meno. Magari da integrare con una protezione civile dotata di mezzi, formata e funzionante. La Valtriversa unita poteva consentire a tutta la zona di contare di più nelle scelte provinciali e regionali. Soli siamo piccoli. Contiamo meno di un quartiere di Asti.  Essere uniti poteva servire negli enti sovra comunali, come Asl, Cogesa e Consorzio rifiuti per esprimere richieste condivise e farle pesare. Ho sempre pensato che in quegli enti spesso siano i funzionari a governare. Non i sindaci. Quanti sono quelli che partecipano alle assemblee considerando “da approvare” a scatola chiusa tutto quanto viene loro proposto? Credo tanti. Quando si è piccoli, divisi, con strutture modeste, senza adeguate professionalità come sostegno, è difficile conoscere e valutare problemi che hanno una dimensione ben superiore a quella del singolo paese.  Si finisce per approvare “sulla fiducia” e questo non va mai bene per un pubblico amministratore. La Valtriversa  unita poteva produrre migliori e maggiori servizi per i cittadini. Come abbiamo sempre sostenuto, l‘Unione con Baldichieri si è rivelata una scelta debole che si è limitata ad aspetti burocratico amministrativi, senza dare reali vantaggi alla popolazione. L’amministrazione non ha mai creduto al modello Unione. Non si è mai assunta il compito di guardare più avanti. Cosa avrebbe dovuto fare Villafranca? Proporre un progetto politico realmente accettabile anche per gli altri Comuni.
Forti punti interrogativi sul sociale.
Con molti anni di ritardo, troppi, la casa di riposo arriva a progettare il suo ampliamento. Progetto che noi abbiamo promosso e sostenuto. Ma, attenzione, non si tratta solo di un’operazione immobiliare. Anche se molto importante perché comporta un investimento di oltre tre milioni di euro. Abbiamo sempre sostenuto che la casa di riposo debba essere il braccio operativo della politica per l’anziano. Quindi, conta il fatto che rimanga pubblica e dia servizi di qualità ad un costo sostenibile anche per i più deboli. Il progetto porterà a una maggiore capienza per la non autosufficienza. Bene ma dovrebbero essere realizzati al più presto nuovi servizi, come lo spazio per i disabili. Servirebbero anche assistenza domiciliare e i mini alloggi. Se realizzato, l’ampliamento porterà una ventina di nuovi posti di lavoro, di cui il territorio ha un gran bisogno. Ma per realizzare tutto questo il consiglio di amministrazione dell’ente non pò rimanere solo. Serve il convinto sostegno del Comune e delle due Unioni. Valtriversa e Colli del Monferrato. Oltre a scelte coraggiose, come l’assunzione in proprio del personale per risparmiare sui costi.
Per l’asilo, alle prese con difficoltà di bilancio e diminuzione del numero degli iscritti, serve costruire un’offerta formativa e di servizi che convinca le famiglie. Non solo villafranchesi. Non basta dare la colpa al calo demografico. Vuol dire arrendersi. Come per la casa di riposo, il Comune deve sostenere l’asilo e il suo consiglio di amministrazione.
In questi anni è mancato un disegno condiviso  e integrato con il Cogesa, il Consorzio per i servizi socio assistenziali, al quale far partecipare anche casa di riposo, asilo, scuola e volontariato. Bene che si sia arrivati ad una scelta per una parte dei locali di via Luotto, che manterranno la loro funzione pubblica, come da noi più volte richiesto. Verranno dati proprio al Cogesa, ma questo, è solo un pezzo del lavoro che serve.
Nessuna scelta sul tema del rifiuto zero, per andare oltre la raccolta differenziata. Il rifiuto che non costa è quello che non viene prodotto. Il Comune, però, deve crederci e assumersi la responsabilità di sperimentare. Non limitarsi a dire che la grande distribuzione presente sul territorio non sarebbe “interessata”. E’ la grande distribuzione che deve tutelare l’interesse pubblico? E premiare quei commercianti che già attuano buone pratiche per non produrre rifiuti? E incentivare comportamenti che evitino la produzione di rifiuto e favoriscano il riciclo dei materiali?
Ci auguriamo che con più convinzione si continui sulla strada del risparmio energetico. La vera opera pubblica del futuro perché può liberare soldi per altri bisogni. Positivo quanto si è iniziato a fare per la pubblica illuminazione ma ricordiamo che noi abbiamo sollecitato per anni un impegno in questa direzione e che la stesso veniva definita dall’amministrazione uno “spreco”.
Il completamento degli strumenti urbanistici è in ritardo. Vorremmo veder realizzata la rotatoria sulla ex statale 10 davanti alla ex fornace: opera che noi sollecitiamo da anni, che doveva essere contestuale con gli insediamenti che ci sono stati e nella zona. Sarebbe utile alla sicurezza.
Ci siamo sempre espressi contro i costi della politica se questi non sono giustificati da reali necessità di compensare perdite di reddito per adempiere alle funzioni pubbliche. Lo stipendio di sindaco e assessori è costato 40 mila euro all’anno. 200 mila in 5 anni. Con quei  soldi, si sarebbero potute fare cose utili.
E riprendere ad utilizzare il teatro S. Giovanni? Serve una politica culturale e risolvere il problema dell’impianto di riscaldamento realizzato alcuni anni fa che si è rivelato sbagliato e inadeguato.  Abbiamo sollevato la questione nel 2014 ma si è preferito non fare nulla.

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