UNIONE, LAVORO, WELFARE, ECOLOGIA, EQUITA’ E TRASPARENZA
Ogni giorno, raccolgo tra le persone incertezza e paura su quello che sarà il futuro delle loro famiglie. Qualche volta mi sento chiedere “cosa possiamo fare?”. Altre volte mi sento ripetere “tanto non cambia nulla”, “sono tutti uguali”. Domandarsi cosa si può fare è giusto. Credo che ognuno di noi possa, nella vita di ogni giorno, fare qualcosa di utile alla collettività. Piccoli gesti che possono rendere migliore il pezzo di mondo dove uno vive. Impegnarsi nel volontariato. Tener pulito un luogo pubblico. Aiutare una persona che ha bisogno. Gli esempi possibili sarebbero molti. La politica può migliorare la vita delle persone? Si. La politica vera. Quella fatta di impegno, studio, confronto di idee, rispetto reciproco, spirito di servizio, militanza. Quella che vuole gestire i cambiamenti, non subirli, perché vuole l’interesse pubblico, non quello di qualcuno. E cambiamenti sociali e strutturali, capaci di toccare la vita di tutti, ci sono anche nella dimensione locale. La politica vera affronta i problemi concreti. Piccoli e grandi, nei vari livelli di competenza e nei diversi ruoli. Perché c’è bisogno, nel piccolo Comune come al parlamento romano, di una maggioranza ma anche di un’opposizione che proponga e controlli, mentre si candida a diventare a suo volta maggioranza. “Villafranca Domani” ha fatto questo e continuerà a farlo. Noi abbiamo idee diverse dall’attuale governo comunale. Lo abbiamo dimostrato negli anni. Di seguito, troverete la mia dichiarazione di voto contro il bilancio consuntivo del Comune. L’ho fatta nel consiglio comunale del 24 maggio 2018. Se vorrete dedicarci qualche minuto, è una sintesi del nostro pensiero e di cosa noi avremmo fatto.
Sappiamo che il momento è difficile. C’è la crisi economica. Sappiamo che lo Stato ha tolto soldi ai Comuni e oggi è molto più difficile avere soldi da spendere di un tempo. Quindi? Cosa si può fare in un piccolo Comune come il nostro? Rimanere spettatori e sperare che qualcuno, non si sa chi, ci regali qualcosa? Oppure, provare scelte che guardino al futuro con logiche diverse? Noi cosa avremmo fatto al posto vostro in questi anni?
Noi avremmo scelto più Unione. Perché? Essere più forti per scelte che mettano a sistema servizi pubblici in un quadro non solo di paese ma di zona. Esercitare un peso maggiore negli enti sovracomunali. Migliorare la produttività dei servizi resi, premiando i dipendenti che lo meritano. In questi anni, voi avete operato in direzione diversa. Consideriamo un errore la spaccatura della Valtriversa. “Cambi di passo” con la Colli del Monferrato, fino ad ora, non ne abbiamo visti. L’organizzazione dell’Unione stenta ancora assumere una funzionalità accettabile, ancora frenata da problemi tecnici e amministrativi che dovevano essere superati da tempo. Pensiamo, ad esempio, al collegamento informatico tra i due Comuni che ancora non funzionerebbe. All’assegnazione e al concreto esercizio delle responsabilità degli uffici. Alla conseguente gestione del personale, con la chiara definizione di nuovi compiti e obiettivi. Alla necessità di uniformare le regole. Quando abbiamo discusso il bilancio preventivo, abbiamo ricordato che, proprio in questa sala, sul finire del precedente mandato amministrativo, l’uscita dalla Valtriversa era da voi descritta come il passaggio necessario per saldare il rapporto con Baldichieri e incamminarsi in un nuovo percorso che ci avrebbe reso insieme più forti, senza più i problemi che voi ritenevate creati dagli altri Comuni. Se dopo cinque anni siamo a questo punto, di strada da percorrere ne rimane ancora moltissima. Un’Unione semplice somma di uffici dei due municipi non ci interessa. Fare sempre le stesse cose sotto un nome diverso non cambia nulla, anzi può essere un costo in più. E ci fa perdere tempo.
Noi avremmo voluto un sistema di welfare locale, con la possibilità a tutti i soggetti che operano nel sociale sul territorio di essere parte di un unico progetto, condividendo informazioni e risorse. Senza inutili concorrenze. Perché? Se ci sono meno risorse dallo Stato, usiamo quello che abbiamo per dare una possibilità ai più deboli e per sviluppare locali servizi alla persona. E’ questo il settore su cui puntare nel futuro per avere nuovi posti di lavoro. Voi avete preferito lasciare inalterato il sistema, magari favorendo le esigenze immediate di singole realtà. Registriamo con piacere che il consulente sul sociale dell’Unione, Vincenzo Soverino, persona sicuramente sensibile e molto motivata, abbia accennato ad una proposta simile alla nostra. Però, vediamo che il Comune non ha speso che in parte i soldi ricevuti per i migranti. Perché? Per il sesto anno consecutivo, non abbiamo speso lo stanziamento per il sostegno alle rette di anziani in casa di riposo. Se non abbiamo richieste, ma non è vero perché nel tempo ci sono state, proviamo a spenderli per i tanti bisogni degli anziani. Non è stato dato il sostegno agli affitti. Mancava il contributo regionale. Formalmente, è corretto. E provare ad autofinanziarlo, vista la modesta entità della spesa (5 mila euro)? Ci giunge voce di alcune centinaia di domande di prestazioni sociali presentate al locale sportello del Cogesa. Sarebbe interessante conoscere cosa chiedono. Per noi e per tutti i Comuni della zona. Come ci porremo se si arriverà alla fusione dei consorzi socio assistenziali? Oggi abbiamo un consorzio che parla poco con il territorio. Domani, se non troveremo accordi con i Comuni del nord ovest della Provincia, diventeremo ancora più periferia di Asti.
Ci fa piacere vedere che proprio il Cogesa si sia convinto, anche se ancora in modo abbastanza generico e tardivo, sull’utilità per l’economia locale di un recupero dei fabbricati dismessi. Idea che noi sosteniamo da anni, visto che sul territorio abbiamo i locali di via Luotto e della proprietà ex Venturello della casa di riposo. Siamo convinti che il Comune debba fare la sua parte per dar loro nuova vita, favorendo un utilizzo a servizi che diano vitalità al centro del paese.
Noi avremmo fatto più ecologia. Il risparmio energetico doveva essere la principale opera pubblica da anni. Oggi, probabilmente, soldi che spendiamo in bollette avremmo potuto usarli per altre necessità. In tal senso, è senz’altro positivo il potenziale risultato che si potrà ottenere con il prossimo intervento sulla scuola. Positivo che, dopo anni di sollecitazioni cadute nel vuoto, si sia deciso di investire sulla pubblica illuminazione. Avremmo potuto pensarci prima. Il rifiuto che non costa è quello che non si produce ma serve costruire una nuova cultura in tal senso con l’esempio delle buone pratiche possibili. Come ci aspettavamo, nulla è stato fatto con il simbolico stanziamento messo a bilancio. Mentre, come avevamo previsto, non è stato utilizzato lo stanziamento di 20100 euro per il recupero dei crediti dovuti a bollette dei rifiuti non pagate. Come nel 2016. A conferma della nostra convinzione che tale voce sia stata inserita solo per dilatare i costi e porre a carico di chi già paga la bolletta gli oneri di quelli che non pagano. In aggiunta, sono stati cancellati altri 20 mila euro di crediti relativi a bollette non incassate senza che sia stata fatta un’analisi di dettaglio per capire chi non paga, le motivazioni e le possibili soluzioni.
Non concordiamo con la cancellazione dei residui per la quota delle multe che avremmo dovuto dare alla Provincia ai sensi della convenzione approvata da questo consiglio con la delibera n. 21 del 29.4.2015, mai revocata. 68 mila euro relativi al 2015 e al 2016. Non eravamo già d’accordo con la cancellazione di tale voce per il 2017. Non abbiamo trovato alcun atto con la Provincia che giustifichi la vostra scelta. Non abbiamo capito come si sia sviluppato negli anni il rapporto con l’ente proprietario della ex statale 10 e, allo stato attuale, ci sembrava più opportuno mantenere un profilo di prudenza e non esporre il Comune a potenziali rischi di contenzioso. Forse, avete preferito puntare sulla speranza di una Provincia distrutta che prenderà atto di queste scelte senza far nulla? Può darsi che anche voi non ne siate convinti fino in fondo, se mantenete comunque 20 mila euro di avanzo vincolato.
Non comprendiamo per quale motivo vengano mantenuto a bilancio dal 2007 il residuo dei 77 mila euro pagati da SanPaolo Leasint per errore al nostro Comune. Troppi anni sono passati con una sostanziale inerzia del Comune. Se non sono soldi nostri, restituiamoli. Invocare la prescrizione, magari giuridicamente ammissibile, non è corretto e non è trasparente per una pubblica amministrazione.
Non comprendiamo per quale motivo venga mantenuto a bilancio, dal 1995, il residuo di 15 mila euro per la costruzione di un canile. Sarebbe preferibile valutare se fossero possibili impieghi conformi alla destinazione originaria. In caso negativo, per gli stessi precedenti motivi, restituiamoli alla Regione.
Non siamo d’accordo con i costi per indennità della Giunta, che gravano per quasi 40 mila euro.
Considerato l’avanzo ottenuto, ci siamo chiesti per quale motivo non valutare l’estinzione anticipata del debito relativo ai locali di via Luotto, da oltre un anno onere del tutto improduttivo, che avrebbe liberato risorse per 28 mila euro annui. Scelta che favorirebbe un recupero più ragionato del fabbricato.
Per i motivi che in sintesi esposti, esprimiamo il nostro voto contrario al bilancio consuntivo 2017.