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venerdì, 19 Aprile 2024

ottimo consenso di pubblico per il documentario di Mario Benotto sulla battaglia di Cisterna. Quando la guerra ha toccato anche i nostri paesi

SALVARE LA MEMORIA

Il nuovo film documentario di Mario Benotto sulla storia locale sta ottenendo un notevole consenso di pubblico. Dopo gli ottimi risultati delle presentazioni a Cisterna e San Damiano, la proiezione che si è tenuta a Villafranca nella serata dello scorso 25 marzo ha riempito ancora una volta la sala Virano “il Forno”.

Era il 2006 quando con Mario abbiamo lavorato alla “Guerra in Valtriversa”. Poi, è arrivato il film, particolarmente toccante, sulla tragica vicenda del partigiano Faustino Novara, impiccato dai nazisti a Baldichieri. Ora “Cisterna, popolazione e partigiani. La battaglia della nostra gente”, che Mario ha prodotto con la collaborazione di Laura Mo. Questi documentari dimostrano che esiste un altro modo per raccontare la storia. Non solo le grandi vicende, quelle scritte nei libri  ufficiali  ma anche la storia vista con gli occhi dei protagonisti e delle persone coinvolte. Le vicende umane che hanno lasciato un segno nella memoria di un territorio. La scommessa era raccontare in un modo nuovo, capace di raggiungere un pubblico vasto e di farsi capire. Usare immagini e non la tradizionale carta stampata: una scelta che si è dimostrata vincente nei risultati.

Mario e Laura Mo sono andati alla ricerca di queste memorie dalla viva voce di quanti hanno vissuto e partecipato alla battaglia di Cisterna, dal 6 all’8 marzo 1945, l’ultimo importante scontro che segnò le fasi finali della Resistenza al fascismo nel nostro territorio. Hanno ricostruito i fatti e hanno arricchito la narrazione con foto con molte immagini. Nel racconto, ci sono le testimonianze dei partigiani e dei civili ma anche le vicende viste dalle parte dei fascisti sconfitti. Se non ci fosse stato il loro lavoro, tutto questo patrimonio della memoria, che non c’era nei libri, sarebbe andato disperso. Parte delle interviste è materiale d’archivio dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’istituto Ial di Asti: pezzi girati una ventina di anni fa che raccontano di persone spesso già decedute.

Il film è un lavoro che ha coinvolto una settantina di persone, tra le interviste e quanti vi hanno lavorato. E’ costato a Mario e Laura due anni di impegno, fatto come volontari mossi solo dalla passione per l’obiettivo che dovevano raggiungere. Questo dovrebbe essere un insegnamento per tutti: la dimostrazione che si può fare molto anche con pochi mezzi. Bisogna volerlo. Nel film c’è anche una “fiction”: alcuni attori hanno ricreato i fatti raccontati. Ancora una scelta innovativa voluta da Benotto per sopperire alla mancanza di documenti filmati originali di quei giorni.

Vedendo il documentario, mi ha colpito il profondo rispetto della nostra gente davanti alla morte. Non era importante se quel corpo era il nemico, il fascista che si era reso responsabile di violenze. Davanti alla morte non ci sono più differenze.  Significativo il racconto sugli ultimi momenti di un arruolato a forza nelle brigate fasciste che ha chiesto di far sapere ai suoi famigliari che era stato ucciso proprio dai fascisti e poi ha voluto essere finito perché soffriva troppo.

Nel film c’è la storia di Rino Rossino che scelse la fucilazione sulla piazza di Cisterna pur di non tradire. Non aveva neanche 21 anni. La Resistenza, anche astigiana, al fascismo e al nazismo è piena di storie come questa. Dobbiamo raccontare queste sofferenze ai nostri giovani che spesso non sanno nulla. Non sanno che sono capitate qui. Anche da noi. Non sanno che la nostra Costituzione, quel documento che oggi tanti considerano inutile o da cambiare, è nata dal sacrificio di tanti come Rino Rossino.

ISRAT

Nel mio intervento durante la serata, oltre alle considerazioni sul documentario, ho voluto ricordare l’importante ruolo che l’Istituto per la storia della Resistenza svolge nella provincia di Asti. L’Israt ha collaborato più volte anche con noi di “Villafranca Domani” per organizzare iniziative nella nostra zona. La funzione di questo ente  viene oggi messa in discussione dai tagli alle risorse. Se c’è da risparmiare, si tolgono fondi alla cultura. Credo sia assolutamente necessario un concreto impegno dei Comuni e delle Unioni per garantire all’Israt quanto necessario per proseguire il proprio lavoro. Un territorio e un popolo che perdono la memoria della loro storia perdono la capacità di gestire il loro futuro, correndo il concreto rischio di commettere errori dolorosi.

Mario Renosio, direttore dell'Israt, mentre fa il suo intervento al termine della proiezione del 25.3.2013 a Villafranca. Al suo fianco, Mario Benotto
Mario Renosio, direttore dell'Israt, mentre fa il suo intervento al termine della proiezione del 25.3.2013 a Villafranca. Al suo fianco, Mario Benotto

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