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venerdì, 3 Maggio 2024

oggi è morto Carlo Torchio, ex presidente del Santanera

UN ESEMPIO

Poco fa, mi è giunta la notizia della morte di Carlo Torchio, 78 anni, falegname in pensione.  Per un trentennio la sua vita è rimasta legata alla casa di riposo Santanera. E’ stato prima consigliere e poi, negli ultimi 16 anni,  presidente  fino alla fine del 2006, quando non aveva più voluto essere rinnovato nell’incarico perché aveva giudicato concluso il suo compito con la fine dei lavori dell’ultima ristrutturazione. Ristrutturare il Santanera per mantenere l’istituto al passo con quanto richiesto dalle norme regionali ed evitarne la chiusura.  Questi gli obiettivi che Torchio aveva portato avanti con attenzione e dedizione fin da quando la necessità di scegliere di dare il via ai lavori si era fatta sempre più evidente, nel 1993. Un impegno con tanti ostacoli che il paese non aveva mai capito fino in fondo: era un personaggio chiuso, che si fidava poco alla volta. Spesso eccessivamente prudente nel rapporto umano. Faticava molto a comunicare. Aveva intrapreso una sfida contro il tempo: un percorso che aveva messo seriamente alla prova la sua salute. Senza mai pensare a se stesso. Negli ultimi mesi da presidente non aveva più retto alla tensione. Si vedeva che non era più a suo agio.  Temeva ogni decisione. Rimaneva prigioniero di troppe paure.  L’uomo aveva perso quel coraggio che lo aveva sempre sostenuto negli anni.  Un po’ alla volta, le sue condizioni erano diventate prima difficili e poi invalidanti. Il decesso sarebbe avvenuto verso le 10 di stamattina, presso la casa di riposo di Valfenera, dove era stato trasferito nell’ottobre 2008 per decisione di Giovanni Gilardi, nominato suo amministratore di sostegno.

Della lettera con la quale chiudeva la sua esperienza da presidente, che aveva voluto farmi leggere, ricordo un passaggio. Torchio dichiarava “di aver dato a sufficienza tempo e disponibilità a favore dell’ente: tanto lavoro fatto con l’unico scopo di dare agli anziani ospiti un servizio sempre migliore dal punto di vista qualitativo, in ossequio alle volontà del fondatore, dott. Santanera, che aveva concepito questa Casa di riposo senza scopo di lucro e come un aiuto a favore degli anziani economicamente deboli”. La convinta difesa del Santanera come istituto pubblico che deve aiutare le persone più in difficoltà.

Sotto la sua presidenza, la casa di riposo ha vissuto momenti importanti, che hanno segnato un forte miglioramento della qualità di vita fornita agli anziani. L’eliminazione dei cameroni dove gli  ospiti dormivano tutti insieme. Il delicato periodo quando le suore avevano lasciato l’istituto: come ha sempre spiegato Torchio, non avevano i requisiti previsti dalla normativa per svolgere lavoro di assistenza e avevano raggiunto i limiti d’età, con l’Ordine che non poteva sostituirle. In paese, però,  era stata fatta una raccolta di firme contraria alla decisione del ritiro, giudicato un allontanamento addebitato a torto allo stesso Torchio. L’estensione dell’assistenza alle ore notturne: prima non c’era mai stata e gli anziani erano di fatto abbandonati a loro stessi. La riqualificazione di tutto il personale. Per finire con la ristrutturazione conclusa a fine 2005 con la nascita di un reparto per non autosufficienti e l’adesione ad un appalto congiunto di servizi con altre cinque case di riposo della zona: un debolissimo tentativo di prima gestione congiunta delle strutture, naufragato per la totale mancanza di collaborazione delle amministrazioni comunali, delle comunità collinari e del Cogesa.

Spero che Villafranca non dimentichi in fretta Carlo Torchio. Il rischio c’è e lo si è già visto in questi ultimi anni, a partire da quel trasferimento a Valfenera avvenuto quasi nell’indifferenza generale e nel silenzio delle istituzioni.  Già ora i più giovani non sanno nemmeno chi era e cosa rappresentava. Torchio è stato un esempio di volontariato civile di alto livello per il nostro paese. Uno che ha dato tutto per quello che stava facendo ed è morto povero.   Per lui la casa di riposo non è stata una carica della quale vantarsi o dalla quale trarre vantaggi economici.

Carlo Torchio. La foto è stata fatta il 27 novembre 2005, nel salone seminterrato della casa di riposo Santanera, durante la manifestazione per l'inaugurazione dei locali ristrutturati
Carlo Torchio. La foto è stata fatta il 27 novembre 2005, nel salone seminterrato della casa di riposo Santanera, durante la manifestazione per l'inaugurazione dei locali ristrutturati

L'ingresso della casa di riposo Santanera visto da via Roma
L'ingresso della casa di riposo Santanera visto da via Roma

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2 Commenti

  1. Ho appreso con grande tristezza la scomparsa di Carlo Torchio, per anni instancabile Presidente della Casa di Riposo. Non entro nel merito della questione ma risulta abbastanza strano che Carlo, dopo l’enorme mole di lavoro svolto, fosse ricoverato presso la struttura di Valfenera.
    Emblematico il destino che ha accomunato tre persone che hanno dedicato gran parte della loro vita alle sofferenze altrui. Mario Zampieri. Renzo Benato ed, appunto, Carlo Torchio. Nel momento in cui essi avrebbero potuto essere oggetto della solidarietà altrui hanno potuto contare sull’affetto della famiglia e di pochi altri amici. Nel caso di Mario, personalmente, ho fatto pubblica ammenda riconoscendo il niente che sono riuscito a fare nei suoi confronti. Oggi in occasione della scomparsa di Carlo e della sofferenza di Renzo probabilmente è il caso che Villafranca, che ognuno di noi, rifletta e si ponga qualche interrogativo!!!…..

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