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sabato, 2 Novembre 2024

nessuna decisione sulla nostra mozione presentata al Consiglio della Valtriversa

RINVIARE PER NON DECIDERE

Ancora nessuna decisione sul futuro della Valtriversa. Il consiglio della Comunità collinare, che si  è tenuto sabato 31 gennaio, è solo riuscito a rinviare tutto almeno a metà febbraio. Dopo più di 40 giorni dal deposito della mozione con proposte concrete sul rilancio della Comunità (ne ho già parlato negli articoli del 20 dicembre 2008, del 4 gennaio 2009 e del 26 gennaio 2009), è ancora prevalsa la logica di non scegliere per “consentire ulteriori approfondimenti”. Più di un mese non è bastato per decidere su un testo lungo meno di una pagina. Me lo aspettavo. In un clima di rapporti poco attenti ad una positiva collaborazione che guardi avanti, sono emerse tante difficoltà. Presunte paure per i dipendenti che non vorrebbero la Valtriversa. Scusate, una considerazione.  Io credo che nei nostri municipi ci siano diverse persone capaci  che meritano di essere valorizzate. La scelta di una Valtriversa più forte  per far si che i Comuni della zona possano affrontare un futuro che richiede un nuovo modello organizzativo, pena la totale impossibilità di rispondere ai bisogni della gente,  compete agli amministratori votati dalla gente, non ai dipendenti. Una Valtriversa più forte ha bisogno di dipendenti preparati e motivati, e quindi valorizzati adeguatamente. Questo compete di nuovo agli amministratori. Poi ci sarebbero le perplessità dei segretari comunali. Credo che un buon segretario comunale debba saper fare il dirigente, coordinando il lavoro degli altri dipendenti e gestendo i problemi che competono a  chi ha ruoli di responsabilità.  Se oggi si chiede di mettere tutta la Valtriversa nelle mani di un paio di funzionari dinamici ed efficienti per risparmiare sulla spesa e per unire la gestione amministrativa di tutti i Comuni coinvolti, ritengo sia solo un fatto normale diventato urgente in un momento difficile come questo. Chi vuole la paga da dirigente non può fare il burocrate. Poi, è uscita la classica affermazione: “ormai è tardi per cambiare: bisognava chiederlo prima”. E’ dal 2004 che il sottoscritto, e pochi altri, chiedono cambiamenti senza avere alcuna risposta e senza sentire altre idee. Al massimo, qualche reazione di fastidio. Il sindaco di Ferrere è arrivato ad accusare la Comunità di cattiva gestione con la conseguenza che il suo Comune non crederebbe più nella Valtriversa.  Un’affermazione pesante detta da un sindaco  di un paese importante che, avendo la possibilità di partecipare alle riunioni del governo della Comunità, aveva informazioni e mezzi per correggere quello che non andava. Qualcun altro, compreso il sindaco Padovani, ha ritirato fuori la possibilità di fondere i Comuni. Eventualità a prima vista affascinante ma si tratta di una strada lunghissima fatta apposta per non andare da nessuna parte. Bisogna affrontare problemi immediati, non fare teoria.  Non c’è il consenso né degli amministratori comunali, né della nostra gente ad un’operazione del genere. Potrà diventare concretà solo se maturerà una forte convinzione nelle popolazioni dei paesi interessati. Oggi è prematura. La convinzione potrà arrivare dopo aver toccato con mano che collaborare, in modo stretto, serve e produce risultati.

Il consiglio tornerà a riunirsi più avanti, con un testo della mozione rielaborato dall’assemblea dei sindaci e, quindi, probabilmente più sfumato. Per cercare il consenso, il rischio è di fare mediazioni al ribasso. Ribadisco: io credo in una Valtriversa con i mezzi per funzionare fatta da Comuni che desiderano lavorare insieme per avere vantaggi reciproci ed essere più forti. Il resto è solo un’inutile perdita di tempo e di risorse.

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