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giovedì, 2 Maggio 2024

l’amministrazione comunale risponde alla nostra interrogazione sul Cogesa

INVESTIRE NEL SOCIALE: UNA RISPOSTA ALLA CRISI O UN LUSSO CHE NON CI POSSIAMO PERMETTERE?

E’ arrivata la risposta dell’amministrazione comunale alla nostra interrogazione sul ruolo del Cogesa, il Consorzio per i servizi socio assistenziali. Come ha già fatto altre volte, il sindaco Cavalla rimane molto sul vago. Perché? Ci ricorda quello che già sappiamo. Il Cogesa si occupa del disagio economico con il contributo di 1 euro ad abitante versato dai Comuni. Poi aggiunge che i singoli Comuni possono disporre di quello che versano. E allora ci spieghi. A cosa serve utilizzare il consorzio? Quale funzione per l’indigenza gli sarebbe stata delegata? Anche perché ci dice che tutto il problema dell’indigenza è di competenza del Consorzio e non più dei Comuni. Abbastanza contraddittorio.  Il consorzio dovrebbe servire per mettere insieme risorse per fare interventi di maggior rilievo, scegliendo priorità. Se ogni paese spende quello che versa, e se tutte le competenze sono del Cogesa, il Comune poteva continuare farlo per conto proprio. Tanto, nulla cambia. Ma così si fa finta di fare qualcosa in più. Qual’è il disagio di cui il Cogesa dovrebbe occuparsi? Ci si occupa di chi è in difficoltà perché è anziano o ha perso il lavoro e magari ha anche difficoltà di salute, senza essere non autosufficiente in senso stretto? Risposta: si valuta caso per caso. Con quali criteri? Nessuno lo sa. Più di qualche volta siamo stati testimoni di situazioni che Cogesa, Comuni e la stessa Asl hanno dichiarato non essere di loro competenza. Chi stabilisce di chi è la competenza di un problema? Nessuno lo sa. Forse, perché così è più facile girarsi dall’altra parte e far finta di niente. Il Cogesa coinvolge enti e volontariato? Si valuta caso per caso. Con quali criteri? Nessuno lo sa. C’è un coordinamento per costruire soluzioni che possano essere d’aiuto a più persone? Silenzio. Ad aprile il Cogesa ha varato un gruppo di lavoro per i problemi dell’indigenza, coordinato proprio da Cavalla. Peccato che la commissione si sia riunita per la prima volta dopo due mesi, il 25 giugno. Dopo la nostra interrogazione: sarà una coincidenza, naturalmente. Però qui Cavalla ha messo subito in chiaro le cose: ci occuperemo di case popolari e case di riposo comunali. E tutto il resto? Mistero.

IL SOCIALE E’ UNA MATERIA DELICATA

Il sociale è una materia delicata. Hai a che fare con le persone, con bisogni diversi, con sensibilità e culture molto diverse.   Le persone non sono macchine che puoi “spegnere” quando non servono più. Non puoi trattare le persone come fatti burocratici. Per scegliere in modo trasparente ed equo, bisogna conoscere le necessità e progettare.  Servono regole chiare fatte da una politica capace di scegliere e agire con competenza. Solo la condivisione delle informazioni, il coordinamento trasparente dei compiti e la comunicazione chiara  possono garantire i diritti di chi ha bisogno veramente. Il Cogesa ha mai stato fatto un censimento dei bisogni? No. Chi fa le scelte nel Cogesa? C’è mai stato un coinvolgimento di tutti i consigli comunali dei paesi membri? No. Si sa che i consiglieri comunali vengono considerati dai sindaci solo in campagna elettorale in base alla loro capacità di portare voti. Ricordo ancora quando, nel consiglio dell’allora Unione Valtriversa, il sociale veniva definito “un lusso che non ci possiamo permettere”. Comoda definizione che fotografa bene quanto è avvenuto in questi anni. Con la scusa che mancano soldi, la classe politica locale che ha governato e sta governando è rimasta a guardare. Eppure il Cogesa costa 1,4 milioni di euro ai Comuni.

CHI FA LE SCELTE?

Temiamo che le scelte vengano fatte dai funzionari che poi fanno finta di coinvolgere i sindaci, approfittando del fatto che molti di loro amano considerarsi gli unici capaci di fare la politica locale. Attenzione: ribadiamo che non abbiamo mai detto che il Cogesa sia inutile. Sicuramente al suo interno ci sono persone che lavorano e affrontano situazioni difficili. Probabilmente, legate in particolare a disabili, non autosufficienti e minori in difficoltà. Cioè quelle situazioni che i Comuni non potrebbero affrontare da soli perché troppo piccoli e con strutture organizzative costruite per un mondo ottocentesco. Fin qui, va bene ma non basta. Noi di “Villafranca Domani” crediamo che il bisogno sociale stia crescendo in direzioni nuove. Popolazione che invecchia. Famiglie che diventano piccole e non sono più in grado di seguire parenti in difficoltà. Persone sole che rischiamo l’emarginazione perché anziani, per problemi di salute o disoccupazione.  Perdita del lavoro che crea danni enormi a quelle tante persone che sono diventate più deboli perché  hanno visto il loro reddito ridursi in questi anni e non sono più in grado di mantenere una famiglia rimanendo disoccupati, senza prospettive di ricollocarsi vista la crisi economica e magari avendo a disposizione solo pochi risparmi che finiscono presto. Stranieri che faticano ad integrarsi perché mancano situazioni dove le diverse culture possano conoscersi. Precarietà diffusa del lavoro che spinge le persone ai margini della società. Precarietà che fa danni alle giovani famiglie se non possono contare su un trasferimento di ricchezza da parte dei genitori. Mancanza di una rete organica del volontariato e degli enti che si occupano di sociale che disperde risorse ed energie.  Vi ricordate che a Villafranca l’amministrazione non ha mai creduto nell’esperimento del “tavolo del sociale”, facendolo naufragare? Condividere le informazioni sarebbe già un grosso passo in avanti. Competenze frammentate tra troppi enti in modo non chiaro che rendono difficile al cittadino orientarsi per avere risposte certe. E, in generale, mancanza di una cultura della solidarietà e della prevenzione che orienti le decisioni politiche. Il Cogesa dovrebbe essere il luogo dove la risposta ai bisogni sociali aumenta di qualità e diventa più ampia. Un investimento contro la crisi. Oggi, non è così.

Per finire, la risposta di Cavalla contiene una quantificazione delle prestazioni che il Cogesa avrebbe dato a cittadini villafranchesi. Ovviamente, una cifra rilevante, persino precisa all’euro. Ne prendiamo atto ma osserviamo che nulla viene detto su come questo valore sia stato definito.

la risposta di Cavalla alla nostra interrogazione

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