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venerdì, 13 Dicembre 2024

l’amministrazione Cavalla frena sul futuro della Valtriversa. Villafranca preferisce non proporre e non decidere perché non si fida degli altri Comuni

IL FUTURO DELLA VALTRIVERSA

Recenti norme di legge obbligano i Comuni ad unire i loro servizi. Questo è quanto vuole il parlamento. Nel decreto “milleproroghe” di fine anno, i termini sono stati spostati in avanti di sei mesi ma la sostanza non è cambiata. Cosa farà la Valtriversa? Nel consiglio comunale e in quello della Comunità, ho sempre sostenuto la necessità di rafforzare la Valtriversa. Ben prima che lo dicesse la legge. Quanto uscito durante consiglio comunale villafranchese, il 15 dicembre scorso, non autorizzza a pensieri positivi. Perché? Secondo il sindaco Cavalla, le difficoltà ad unire i servizi derivano dai piccoli Comuni e dalle loro pretese di campanilismo. A sentire il primo cittadino, se Villafranca proponesse una qualche innovazione, gli altri Comuni sarebbero subito contrari per paura di essere “assorbiti” dal paese più grande. Ragionare in questo modo significa mettersi davanti ad un limite insuperabile. Vuol dire fare niente, dare la colpa del proprio immobilismo agli altri e aspettare che qualcosa succeda. Magari imposto dall’alto. Credere ancora che si possa far finta di niente, rimandendo chiusi nei confini del proprio paese è miope. La mancanza di soldi, l’aumento dei problemi, gli obblighi sempre maggiori imposti agli enti locali, le necessità della popolazione, la richiesta di nuovi servizi: sono tutti motivi giustificano l’opportunità per i piccoli Comuni di mettersi insieme. Magari Villafranca potrà contare in qualche anno in più di autonomia perché è il paese più grande della Valtriversa ma è un’illusione sperare che nulla cambi. Arriverà il momento dove il non aver deciso oggi, dopo aver già perso tanto tempo prima, comporterà danni di cui anche il nostro paese dovrà pagare il conto. E il conto lo faranno pagare le decisioni che altri prenderanno al posto nostro e che noi dovremo subire. Meglio attivarsi e sperimentare forme di collaborazione in tutti i servizi importanti, coinvolgendo il personale dei municipi per avere suggerimenti e collaborazione. Oggi, in ogni Comune ci sono professionisti o tecnici esterni che devono fare tutto. Non è meglio avere un’unica struttura, meglio se composta solo di dipendenti interni, che si occupi di un settore per tutti i paesi? Ci saranno più possibilità di fare e opportunità di risparmio. Gli esempi possono essere diversi. Un unico ufficio tecnico che faccia opere pubbliche e pianificazione urbanistica. Un unico ufficio tributi, capace di contrastare l’evasione fiscale. Una sola ragioneria. Una sola anagrafe. Un solo segretario comunale. Una sola squadra di cantonieri che lavori in tutti i paesi. Una sola struttura per il sociale o per la gestione delle scuole.  Una Comunità capace di avere  una sola voce condivisa sui problemi significherà contare di più a livello almeno provinciale. Pensate al Cogesa o al consorzio rifiuti. Se faremo lavoro concreto in questo senso, tornerà utile comunque. A Villafranca ed a tutti i Comuni più piccoli. Villafranca non può fare da sola. Come non possono fare da soli nemmeno gli altri paesi. In tutto questo c’è una sfida importante per gli amministratori locali: da semplici sindaci, assessori o consiglieri di un paese devono diventare amministratori con la visione di zona, cioè con la sensibilità per vedere i bisogni di un territorio più vasto di quello a cui sono abituati.

HO VOTATO IL PROGRAMMA DEL PRESIDENTE CAMPIA

Nel consiglio comunale del 15 dicembre, la maggioranza ha proposto una delibera di indirizzo dove indicava nel sistema della convenzione la strada per unire i servizi: il sistema meno vincolante e quindi quello che meno si presta a scelte durature e impegnative. Il nostro gruppo, “Villafranca Domani”, ha presentato una variazione al testo dell’amministrazione indicando la necessità di dare alla Valtriversa la titolarità dei servizi e quindi di conferire alla stessa personale, mezzi e strutture, come fatto per i vigili. Tutto attraverso tavoli di lavoro allargati che escano dalla logica di incontri tra i soli sindaci e aprano il dibattito anche a volontariato, imprenditoria e forze sociali. Sarebbe perdente considerare la Valtriversa come un semplice fatto amministrativo. Bisogna creare la mentalità per gestire la politica locale ad un livello superiore. La nostra proposta, che potrete leggere in coda a questo articolo, è stata bocciata dalla maggioranza. Nel successivo consiglio della Valtriversa, lo scorso 27 dicembre, il sindaco Cavalla ha chiaramente frenato sul futuro della Comunità, giustificandosi con l’alibi che il tempo avrebbe potuto portare ad un chiarimento delle leggi e quindi a scelte più meditate. E’ evidente che l’amministrazione Cavalla non ha la capacità di fare un serio accordo politico con gli altri Comuni. Non lo concepisce e non comprende che un compromesso deve fare la sintesi di posizioni diverse. Non si fida di loro e, probabilmente, ritiene tempo perso il confronto, magari accarezzando l’idea che la Comunità si spacchi per poter sempre dare la colpa agli altri. Preferisce chiudersi nel facile timore di un futuro con Comuni svuotati delle loro competenze dove i sindaci conteranno meno.  Al contrario, da parte mia ho ribadito la volontà di dare più forza alla Valtriversa, spiegando quanto  ho scritto prima, e per questo ho votato il programma del presidente Roberto Campia, dando la disponibilità a lavorarci: lo ritengo un passo importante nella direzione giusta che va sostenuto. Ovviamente, il programma, che comunque è stato approvato all’unanimità, è un insieme di obiettivi che devono essere costruiti e raggiunti. E per raggiungerli, bisogna crederci.

la nostra proposta su come organizzare il futuro della Valtriversa

il programma del presidente Campia

Il 30 dicembre ho presentato comunque una richiesta di incontro tra consiglio comunale e dipendenti per avere da loro suggerimenti e sollecitazioni sul delicato problema dell’aggregazione dei servizi.

la nostra richiesta di assemblea con il personale comunale

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