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venerdì, 13 Dicembre 2024

“La Stampa” pubblica il caso della famiglia Idda

SOSTENERE CHI HA BISOGNO

Una ventina di giorni fa è apparso sul quotidiano “La Stampa” un articolo sulla difficile lotta che la famiglia Idda di Scarassera sta affrontando contro la sclerosi laterale amiotrofica, conosciuta come sla, che da 30 anni ha colpito Pietro, oggi settasettenne. Credo che a queste persone debba andare tutto il nostro rispetto per l’impegno in una prova così difficile che cambia per sempre la vita di una famiglia. Perché persone così arrivano a chiedere l’intervento dei giornali? Hanno bisogno di aiuto. Le istituzioni non lo fanno perché a chi ha in casa un invalido al 100 per cento poco viene riconosciuto. Gli enti locali non lo fanno perché hanno delegato le loro competenze al Cogesa, il consorzio per i servizi socio assistenziali che unisce i Comuni del nord astigiano. Da anni sono critico sulle reali capacità del Cogesa di affrontare il disagio sociale che nel tempo si è trasformato in tante realtà diverse e sempre più complesse. Sembra che i sindaci si occupino dell’ente solo quando bisogna nominare il presidente. Di come vengono spesi i soldi che i Comuni versano, di quali risultati si ottengono e se sono adeguati all’impegno economico, se c’erano alternative, di quali siano i bisogni reali e di progettare quanto rimane da fare credo importi a pochi. A questo proposito, nell’articolo sulla famiglia Idda c’è un passaggio che colpisce: direttore del Cogesa e assistente sociale avrebbero suggerito alla signora Fiorina di risparmiare sulla pensione per permettersi una badante. Se così è stato, c’è solo da provare vergogna. Chi rappresenta il servizio pubblico, in qualsiasi ruolo politico o operativo,  deve cercare soluzioni, non umiliare chi è nel bisogno. Da quanto abbiamo saputo, il Cogesa avrebbe poi smentito ma la famiglia ha ribadito la propria affermazione. C’è da riflettere. Se si arriva a questo, il peso della fatica e dell’esasperazione deve essere tanto. Chiedo al sindaco di Villafranca di chiarire come si sono svolti i fatti e di dare un sostegno diretto alla famiglia Idda facendo lavorare il “tavolo del sociale” del nostro Comune.

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