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domenica, 13 Ottobre 2024

la posizione di “Villafranca Domani” sull’impianto fotovoltaico nella ex cava Rbd

UN’OCCASIONE PERSA

Durante il consiglio comunale del 12 maggio 2010, abbiamo discusso anche della creazione di un impianto fotovoltaico nella ex cava Rbd.  Ne avevo già parlato in questo blog a fine aprile (Ambiente). L’amministrazione Cavalla ha scelto di cedere 20 mila metri quadrati di terreno di proprietà municipale in diritto di superficie (vuol dire che il terreno rimane del Comune ma viene venduto il diritto a costruirci sopra) ad un privato per la costruzione dell’impianto. Il municipio incasserà solo “l’affitto” del terreno: il 50%  dell’importo complessivo nei primi tre anni di contratto. Il resto negli altri 17.  Quanto dovrebbe incassare il Comune? Per ora solo ipotesi: 10 – 15 mila euro all’anno. Tutti i guadagni dell’impianto saranno privati. La durata del contratto sarà di 20 anni. Le ditte che potranno fare le offerte per vedersi assegnato il terreno sono le quattro che hanno mandato a marzo la “manifestazione di interesse”.

Al momento del voto, come gruppo “Villafranca Domani” abbiamo ritenuto di astenerci. Perché? Siamo favorevoli all’energia pulita. Nel nostro programma c’è un impianto fotovoltaico comunale per far arrivare tutti i benefici economici al paese. Doveva abbattere in modo definitivo almeno la spesa per la pubblica illuminazione, ormai non più sostenibile (sono circa 70 mila euro all’anno). La scelta della maggioranza è di gran lunga più limitata. Dare il terreno e incassare un affitto. Secondo noi, si è persa un’occasione. Almeno avremmo voluto che il Comune contrattasse una partecipazione agli utili: un affitto base più una quota variabile in base ai guadagni. Nemmeno questo hanno fatto. Hanno solo previsto una modestissima rivalutazione istat del canone a partire dal sesto anno. Però hanno pensato di incassare la metà dell’affitto dei 2o anni nei primi tre. Considerato che l’impianto dovrebbe andare in funzione nel 2011, la maggior parte dei soldi arriverebbe entro il 2013: giusto il tempo che manca alla fine dell’amministrazione Cavalla. Un po’ di soldi in più prima delle elezioni non fanno mai male. All’art. 16 della bozza di contratto c’è la previsione di uno “spazio coperto di circa 100 mq” che il privato dovrà mettere a disposizione per “eventuali attività” didattiche e promozionali sulle energie rinnovatibili. L’impegno è formulato in termini molto generici, buoni per consentire al privato di far poco o nulla. Basterà un tendone con qualche tabellone all’interno.  Anche qui, si è persa un’occasione perché si rimette tutto alla sensibilità della ditta che costruirà l’impianto. Non era meglio pensare ad un piccolo centro di qualità, da mettere in relazione almeno con le scuole superiori astigiane? Perché non usare la ditta che verrà scelta per dare a tutti i cittadini, famiglie e imprese, un supporto tecnico e informativo gratuito per dotarsi direttamente di impianti fotovoltaici e solari? Perché non dare a famiglie e imprese, sempre a titolo gratuito, le conoscenze tecniche per migliorare il risparmio energetico nelle case e nelle aziende? Poi, un altro fatto ci ha lasciato perplessi. Prima del consiglio ci è stato spiegato che saremmo stati chiamati a votare sulla concessione in diritto di superficie del terreno. Durante il consiglio ci è stato chiesto di approvare anche la bozza di contratto da sottoporre alle imprese concorrenti. Peccato che la bozza, per guadagnare tempo, così è stato detto, era già stata mandata alle ditte. Non eravamo d’accordo di approvare una bozza di fatto non modificabile.

In questi giorni, visto che di impianti fotovoltaici si parla in diversi luoghi dell’astigiano, si è anche sentita la posizione ambientalista che dice no all’occupazione con i pannelli di terreni agricoli e si agli impianti sui tetti. Personalmente, lo ribadisco, sono d’accordo a non compromettere del terreno agricolo produttivo ed a favorire gli impianti sui tetti degli edifici. L’ho spiegato prima. I Comuni devono operare concretamente in tal senso. Nel caso di Villafranca, verrebbe utilizzato del terreno oggi allo stato di abbandono e comunque per un impianto di potenzialità superiore a quello a servizio di un semplice edificio. Come sempre, bisogna preoccuparsi delle speculazioni. Il sindaco Cavalla ha lasciato intendere che ci sarebbero richieste per altre strutture oltre a quella nella cava, ma non ha saputo o voluto dire di più. E’ sbagliato usare in modo indiscriminato terreni agricoli per installare strutture i cui utili sarebbero solo privati. Vanno cercati siti adatti nel quadro di una regolamentazione che dia vantaggi anche alla collettività.

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