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martedì, 23 Aprile 2024

la festa per l’Unità della Valtriversa e del Pianalto: politica seria e piacevole momento per stare insieme

UNIAMO I NOSTRI PAESI PER CONTARE DI PIU’

Una buona riuscita per la “Festa per l’Unità della Valtriversa e del Pianalto”, organizzata dal locale circolo del Partito Democratico, che si è svolta lo scorso 29 settembre. Lo scopo dell’iniziativa è stato raggiunto. Abbiamo costruito una giornata nuova, aperta a tutti, dove sono passate 250 persone, nonostante la pioggia e il freddo che hanno costretto a fare tutto all’interno degli spazi limitati consentiti dalle sale Virano. Una giornata dove le 30 persone dell’organizzazione hanno lavorato insieme. A questi amici va il mio personale ringraziamento per l’impegno che hanno dimostrato. Credo sia la prima volta che si realizza un tale concorso di più persone che lavorano, nella nostra zona, per la buona riuscita di una manifestazione costruita su più momenti e pensata sia per fare proposte politiche, sia per essere un concreto modo di dare un sostegno agli amministratori locali. Insieme, abbiamo creato la possibilità di parlare di politica seria e di stare in compagnia, apprezzando musica di qualità e cucina casalinga. Tutto è stato completamente autogestito e finanziato in proprio. Avete capito bene: le persone che hanno lavorato, hanno anche pagato di tasca loro per sostenere l’iniziativa, costata circa 3 mila euro. Nessun soldo pubblico è arrivato dal partito. Per noi è normale: tutto quello che facciamo è sempre pagato con i soldi nostri. I positivi consensi ricevuti ci fanno sentire impegnati, come circolo, a ripetere la festa anche nel 2013, speriamo all’inizio dell’estate. Particolare successo ha avuto lo spettacolo dei “Double Identity”,  giovanissimi ragazzi di San Damiano che hanno avuto capacità di riempire la sala Virano e di coinvolgere il pubblico con le loro canzoni.

“COME CAMBIANO I COMUNI”

La giornata è iniziata alle 10 con il convegno “Come cambiano i Comuni”. Voleva essere la prosecuzione del primo appuntamento su questo tema che avevamo organizzato a dicembre 2011 nel municipio di Cantarana. L’obiettivo era scendere più nel dettaglio, fornendo agli amministratori locali spunti concreti su come affrontare l’obbligo di legge di mettere insieme i servizi. Presenti in sala tutti i sindaci della Valtriversa: unico mancante Ferrere che cesserà ufficialmente di essere membro dell’Unione a fine anno. Presenze anche dal Pianalto con Cellarengo e Dusino San Michele. Il convegno era senz’altro la parte più tecnica di tutto il programma: siamo stanti molto soddisfatti quando abbiamo visto che i presenti sono rimasti per tutte le tre ore delle relazioni, facendo anche diverse domande e apprezzando la qualità dei contenuti.  L’incontro è stato organizzato in collaborazione con la Scuola di formazione del Pd regionale, diretta da Monica Canalis.

Breve intervento iniziale di Roberto Peretti, ex sindaco di Villanova, in difesa del ruolo delle province ed a favore di una nuova aggregazione che coinvolga Monferatto, Langhe e Roero.

Ha aperto i veri lavori Aldo Reschigna, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, spiegando i contenuti della nuova legge regionale sulle autonomie locali. Significative alcune sue osservazioni. Secondo Reschigna, è necessario che l’aggregazione dei servizi non venga affrontata dai Comuni come un semplice obbligo di legge. Serve uno sforzo culturale per costruire esperienze forti e sistemi territoriali omogenei: una responsabilità che compete ai Comuni. E’ sbagliato che la Regione abbia autorizzato convenzioni che coinvolgano pochi abitanti o convenzioni con Comuni distanti tra loro. Positivo il salvataggio dei consorzi assistenziali, la cui esistenza era stata spesso messa in discussione: 40 mila abitanti sono una soglia utile per semplificare il numero degli enti e garantire un servizio uguale per tutti i cittadini.

Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale per il Partito Democratico
Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale per il Partito Democratico

cliccate qui per la nuova legge regionale sugli enti locali, approvata lo scorso 26 settembre 2012

Marco Orlando, funzionario della Provincia di Torino con una pluriennale esperienza nell’organizzazione del lavoro degli enti locali, ha fissato alcuni principi di cui gli amministratori locali dovrebbero tener conto: “L’associazionismo fra comuni richiede fondamentalmente tre elementi: coesione istituzionale, anche fra comuni di colore politico diverso; chiarezza sulle funzioni da associare e strumenti organizzativi per l’attuazione. Molte unioni si fermano ben presto per la mancanza di uno dei tre elementi, così come molte convenzioni vengono prontamente disattese appena approvate.  Il percorso che attende i comuni del Piemonte è molto difficile, perché vanno associate tre funzioni entro il 2012 e sette entro il 2013. Non c’è da aspettarsi che il Governo cambi idea, ed è difficile che una nuova maggioranza parlamentare rinneghi un processo di riforma che è parte di un patto con L’Unione Europea. Perciò bisogna correre. Le convenzioni sono uno strumento di “pronto uso”, facili da realizzare ma difficili da attuare. Anche perché comportano dei riflessi sul patto di stabilità, che fanno sì che il comune capofila si sobbarchi tutti gli oneri collegati. Le unioni “normali” – art. 32 del testo unico sugli enti locali – sono più complesse ma tendenzialmente più stabili. Hanno il vantaggio che, se vengono fatte tra comuni “grandi” e “piccoli” possono determinare un trasferimento di tecnologie e know how dai primi ai secondi. Hanno lo svantaggio, reale o percepito,  che i comuni piccoli possono sentirsi <colonizzati>”. Rispondendo ad alcune domande dal pubblico, Orlando ha ricordato l’utilità di aggregare i servizi partendo dal livello più elementare e non dalle grandi funzioni viste solo in modo astratto, sempre analizzando come oggi sono costruite le strutture e gli uffici coinvolti nell’aggregazione. Importante anche una precisazione che amministratori e cittadini spesso dimenticano: nel settore pubblico vengono erogati servizi e quindi non si può applicare un metro di giudizio come nel privato, dove prima di tutto si fa “produzione” di beni. Anche sull’obiezione fatta da una parte degli amministratori locali sul fatto che le Unioni di Comuni sono enti di secondo livello, cioè non eletti direttamente dalla gente, Orlando ha dato una replica disarmante per efficacia e semplicità: negli anni, gli amministratori locali hanno abdicato alle loro funzioni, delegando in forma sempre maggiore la propria capacità di decisione, quindi la capacità di fare politica, ad enti non eletti (consorzi assistenziali, consorzi per i rifiuti, ambiti territoriali dell’acqua, società formalmente di diritto privato, fondazioni – ndr), dove può facilmente capitare che il destino di un territorio sia deciso nello stesso tempo  in enti molto diversi per costruzione e grandezza. E’ ora di rendere omogenei i territori, senza situazioni ibride tra zone diverse, riportando le scelte politiche al centro delle decisioni.  Se cliccate qui sotto trovate una interessante e documentata sintesi del suo intervento:

la riforma degli enti locali, di Marco Orlando

Anna Paschero, revisore dei conti, già assessore a Rivoli e collaboratrice di Mercedes Bresso quando era alla presidenza della Regione, si è soffermata sulle funzioni che i Comuni devono aggregare secondo la nuova normativa, invitando i Comuni a far lavorare insieme le professionalità che ci sono tra i dipendenti dei municipi. Anche in questo caso, credo sia utile cliccare qui sotto per leggere direttamente il materiale utilizzato durante l’incontro.

come gestire le funzioni fondamentali dei Comuni in forma aggregata, di Anna Paschero

Sia Orlando, sia la Paschero hanno dato la loro disponibilità a collaborare con gli amministratori della zona per quesiti, domande e valutazioni sulle scelte da operare.

Anna Paschero e Marco Orlando
Anna Paschero e Marco Orlando

SIAMO GLI UNICI AD AVER FATTO UNA PROPOSTA PER LA VALTRIVERSA

Tra l’intervento di Orlando e della Paschero mi sono preso qualche minuto per presentare gli obiettivi della proposta di riforma della Valtriversa che abbiamo preparato come gruppo consigliare “Villafranca Domani”. Noi siamo per un’Unione forte, lo diciamo da anni e crediamo si possa fare, costruita facendo utilizzando al meglio quell’autonomia statutaria che troppe volte è stata invocata nei convegni e nel dibattito politico ma scarsamente applicata nella pratica. Tornerò sull’argomento in un prossimo articolo. Per adesso, vi invito a leggere il documento che ho distribuito al pubblico presente in sala.

la nostra proposta per la Valtriversa, di Paolo Volpe

IL LAVORO VISTO DAI GIOVANI

Il convegno del pomeriggio ha attirato un pubblico numeroso. L’argomento: come i giovani vivono la crisi nel mondo del lavoro. Dopo l’introduzione di Enrico Mattiuzzo, segretario provinciale dei Giovani Democratici e consigliere comunale di Nizza Monferrato, e di Francesca Ferraris, che dopo pochi giorni sarebbe diventata la il nuovo segretario provinciale del Partito Democratico, c’è stato l’apprezzato e appassionato intervento di Paolo Furia, segretario regionale dei Giovani Democratici. Diversi i temi toccati. Ci sono 46 tipi diversi di contratti di lavoro precari: la riforma è necessaria. Nonostante quello che si vuol far credere, nel nostro sistema economico esiste già la flessibilità del lavoro: fu introdotta dal governo Prodi. Doveva favorire la crescita ma non è stato così. Abbiamo voluto copiare il modello americano ma anche in America oggi si comprende che sono state fatte scelte senza analizzare le effettive ricadute sulla produttività. La crescita non passa solo per la riduzione del costo lavoro: abbiamo dimenticato politica industriale e l’innovazione di qualità. Regione e Comuni devono contrattare con le aziende e dare incentivi solo con precisi impegni e garanzie per i lavoratori della zona. I contratti flessibili devono costare di più mentre è necessario agire sulla leva fiscale per ridurre costo lavoro a tempo indeterminato. Servono norme per evitare proroghe speculative dei contratti a tempo determinato. Serve una rinascita culturale: ci sono troppi ragazzi che non sanno cosa vogliono fare della loro vita. Non hanno orizzonti ma se si è precari a vita non ci possono essere orizzonti.

Massimo Fiorio, deputato astigiano del Pd, ha ricordato che “serve un muovo patto tra impresa e lavoro perché questi due mondi si sono allontanati”. Nella crisi attuale, diventano fondamentali gli investimenti pubblici e il blocco del patto di stabilità che grava sugli enti locali. Toccato anche il delicato argomento della modifica all’art. 18 dello statuto dei lavoratori operato dall’attuale governo Monti. Per Fiorio, se vincerà le elezioni, il Pd interverrà a cambiare le regole per dare più tutele ma non a ripristinare la precedente versione. Il referendum abrogativo (promosso da Idv, Sel e da alcune parti del sindacato – ndr) è strumentale perché comunque non si potrà votare prima del 2014. Il governo politico che uscirà dalle elezioni avrà il tempo per fare le modifiche.

Dal pubblico ha preso la parola Claudio Cherchiello, sindacalista Fiom, che si è dichiarato contrario alle modifiche fatte all’art. 18. Proseguendo il suo intervento, si è detto convinto che la gente ha compreso la necessità di fare sacrifici ma vuole una buona politica che si prenda la responsabilità di governare attraverso buoni politici che vanno valorizzati. Anche Cherchiello ha evidenziato la necessità che i costi del lavoro a tempo indeterminato vengono abbattuti ed ha chiesto che i lavoratori vengano coinvolti nelle scelte delle aziende.

Paolo Furia, segretario regionale dei Giovani Democratici
Paolo Furia, segretario regionale dei Giovani Democratici

Francesca Ferraris, da pochi giorni nuovo segretario provinciale del Partito Democratico
Francesca Ferraris, da pochi giorni nuovo segretario provinciale del Partito Democratico
Massimo Fiorio, deputato Pd, durante il suo intervento
Massimo Fiorio, deputato Pd, durante il suo intervento
Claudio Cherchiello, sindacalista Fiom
Claudio Cherchiello, sindacalista Fiom

LA CENA E LO SPETTACOLO

Terminato il convegno è iniziata la cena, preparata dalle nostre cuoche volontarie e dai nostri cuochi, senza alcun servizio appaltato all’esterno come va di moda fare oggi. Cena servita al tavolo, che presentava l’assoluta novità del “chili”, un minestrone a base di carne, fagioli e spezie, forse poco conosciuto ma risultato molto apprezzato da quanti lo hanno assaggiato. Pieno successo il piatto dei dolci misti. La prima parte dello spettacolo musicale ha visto sulla scena i “Nemesi”,  gruppo arrivato da Nizza Monferrato e formato da Andrea Rapetti, chitarra e voce; Marco Becuti, basso; Enrico Mattiuzzo, chitarra e cori. Un repertorio basato su cantautori italiani. Verso le 22, hanno iniziato a suonare i “Double Identity”, giovanissimo gruppo rock di San Damiano composto da Vanessa Gasparin, cantante; Alessio Gasparin, chitarra; Martina Bonetto, violino e seconda chitarra; Enrico Rossino, tastiera; Francesca Gasparin, batteria; Luca Cusumano, basso.

il gruppo dei "Nemesi"
il gruppo dei "Nemesi"
il gruppo dei "Double Identity", con Vanessa Gasparin in gran forma. Vanessa ha anche invitato il cantante dei Nemesi a fare un brano insieme
il gruppo dei "Double Identity", con Vanessa Gasparin in gran forma. Vanessa ha anche invitato il cantante dei Nemesi, Andrea Rapetti, a fare un riuscito brano insieme

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