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lunedì, 14 Ottobre 2024

la crisi del Mercatone evidenzia ancora una volta le difficoltà dell’economia locale

IDEE PER IL TERRITORIO?

Il Mercatone è in forte difficoltà. L’azienda, una catena di negozi di livello nazionale, ha subito un calo verticale delle vendite, con la conseguente crisi di liquidità e l’elevato indebitamento. Cosa succederà al negozio di Villafranca? Difficile dirlo in questo momento. Apprendiamo da “il Sole 24 Ore” che dal 9 aprile l’azienda è stata commissariata dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Saranno i tre commissari a prendere tutte le decisioni per il suo futuro. A leggere quanto uscito in queste settimane sui giornali locali, il punto vendita villafranchese starebbe meglio di altri: la redditività della struttura dovrebbe essere ancora buona. Ci auguriamo che tutto questo sia vero perché ci sono persone che lavorano e che temono per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. A loro, come a tutti quelli che sono senza lavoro o sono in difficoltà in altre aziende, deve andare tutta la nostra solidarietà.  Ormai, il rischio di trovarsi senza un’occupazione o con una situazione precaria che non ti consente di costruire la tua vita tocca tutti i settori. Nessuno, giovane o più avanti negli anni, può considerarsi al sicuro. E quando un’azienda va in crisi, a pagare sono sempre i più deboli. A chiederci quale fosse il destino del Mercatone villafranchese e quale sarebbe stata la sorte dei posti di lavoro siamo stati, per primi, noi di “Villafranca Domani”.  Lo abbiamo fatto nel consiglio comunale dello scorso 21 febbraio, dopo la notizia, apparsa sempre sul quotidiano economico “il Sole 24 ore”, della richiesta avanzata dall’azienda al tribunale di essere ammessa al concordato preventivo con i creditori, per evitare il fallimento. L’amministrazione non sapeva nulla della vicenda. Il 23 marzo abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere ufficialmente di conoscere gli eventuali sviluppi ma abbiamo ricevuto risposte piuttosto generiche. Il presidio organizzato dai dipendenti pochi giorni fa dimostra che la legittima preoccupazione di chi corre il rischio di perdere il lavoro è alta. Cosa fare? Abbiamo saputo che l’Oviesse, conosciuto marchio dell’abbigliamento, sarebbe interessato ad aprire un nuovo negozio proprio nell’area ex Rbd. Sappiamo che ci sono stati contatti con la proprietà e con il Comune. Le difficoltà da superare sarebbero ancora molte, in parte legate alla definizione del percorso amministrativo, in parte agli aspetti economici e di investimento. Ci auguriamo che prevalgano la concretezza e la ragionevolezza. Ma, in questo momento, sembra tutt’altro che scontato che si arrivi ad aprire la nuova attività. A possibile sostegno dei dipendenti del Mercatone, abbiamo ricordato all’amministrazione comunale che sarebbe doveroso garantire agli stessi, se emergesse la necessità di un ricollocamento, la priorità per il passaggio al nuovo negozio, se mai questo dovesse effettivamente aprire. Questo potrebbe affrontare l’emergenza di un caso specifico ma non esaurirebbe il problema generale. L’amico e collega Alfredo Castaldo ha giustamente ricordato che bisogna costruire un progetto di economia locale del nord ovest della provincia.

LA POLITICA LOCALE DEVE SCEGLIERE

La politica locale deve scegliere. Restare ferma ed aspettare che qualcosa capiti. Magari le tanto evocate “ripresa” o la “fine del tunnel” che tanto piacciono ai politici che non hanno nulla da dire. O magari affidandosi all’idea, facile da far passare nello sconforto generale della gente comune, che tanto nessuno può farci nulla. Quindi,  perché preoccuparsi di cercare idee nuove o cambiare? Tanto, non ci sono responsabilità. Oppure, la politica deve implicarsi. Noi la pensiamo così. Essere movimento di uomini e donne che hanno coraggio e non abbandonano l’impegno al servizio di tutti. Quindi, mostrare la capacità di guardare lontano. Creare idee che sappiano valorizzare il territorio. Ad esempio, la produzione agro alimentare di qualità. Creare una filiera dal produttore al consumatore e farla diventare modello di sviluppo vero. Fatto di cose che servono a noi tutti e si producono da noi. Ovviamente, serve progettare e sperimentare. Bisogna mettere insieme tutti i soggetti in grado di portare qualità. Lavorare facendo rete in modo da dare anche ai piccoli operatori economici capacità di proporsi a mercati più grandi. Senza la pretesa di risolvere tutto con la bacchetta magica ma con la convinzione che sia necessario dare una risposta locale, al livello di competenza della comunità in cui viviamo, ai problemi. La politica deve creare la cornice giusta, anche culturale, dove iniziative serie, private e pubbliche, possano svilupparsi. Su questa strada, ci sarebbe spazio per il turismo attento all’ambiente. Per la vera impresa sociale. Per i servizi alla persona, come la qualità della vita degli anziani. Per una riscoperta dell’artigianato: opportunità importante che oggi nessuno insegna ai giovani. Quante possibilità di lavoro ci sarebbero nel recupero degli edifici e nel risparmio energetico? Credo molte. Per far tutto questo, serve una politica forte, capace di superare gli inutili confini dei nostri piccoli Comuni. Capace di essere laboratorio di pensiero e di azione.

mercatone: la risposta alla nostra interrogazione

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