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sabato, 4 Maggio 2024

Investire nei servizi alla persona: il possibile ruolo della Casa di riposo Santanera

IL CORAGGIO DELL’INTRAPRENDENZA

Nel mio ultimo articolo, ho auspicato la nascita di un’economia locale legata ai servizi alla persona. Se la Casa di riposo Santanera attivasse servizi domiciliari lavorerebbe proprio in quella direzione. Sarebbero un’evoluzione importante del modello tradizionale di casa di riposo. Non solo ospitalità in struttura ma dare agli anziani la possibilità di avere assistenza rimanendo a casa loro. Vorrebbe dire diversificare e arricchire l’offerta di servizi, a vantaggio degli anziani e di una maggiore tranquillità economica per l’ente. Offrire una scelta a chi è ancora in grado di rimanere a casa propria e magari non se la sente di spendere o non può spendere una cifra importante per la retta completa. Qualcosa viene già fatto con la preparazione di pasti per gli assistiti dal Cogesa. Ma si potrebbe fare molto di più. Gestione di terapie. Servizi infermieristici. Prelievi. Pulizie. Lavanderia. Aiuto per pratiche amministrative, anche verso i Comuni, magari in collaborazione con i patronati sindacali. Accompagnamenti a visite. Fisioterapia. Consegna di medicinali. Questi sono solo esempi dell’attività che potrebbe essere svolta. Servizi a domicilio che ognuno potrebbe utilizzare in base alle proprie esigenze, in modo flessibile. Con il vantaggio di avere a disposizione personale qualificato. Non il grigio mondo delle badanti, dove si trovano improvvisazione, scarsa professionalità e nessuna tutela contro i comportamenti sbagliati. C on i conseguenti rischi per gli anziani e le loro famiglie. L’anno scorso il Santanera aveva aderito al progetto “case di riposo aperte” voluto dalla Regione. Lo scopo del progetto era offrire servizi domiciliari ad anziani che dovevano rimanere a casa loro ma sarebbero stati ammessi a beneficiare della convenzione regionale, con la tariffa pagata in parte proprio dalla Regione. In pratica, invece di pagare metà della retta all’anziano riconosciuto non autosufficiente e meritevole di sostegno, la Regione punterebbe ad assistere più persone a casa, grazie ai costi inferiori dei servizi a domicilio. Per quanto ci risulta, il progetto regionale sarebbe ancora fermo sulla carta. Come spesso accade in Italia, a tutti i livelli di governo. Si fanno le cose in “teoria”. Per la pratica, ripassare. Quando? Non si sa. Tuttavia, il Santanera potrebbe attuare i servizi a domicilio di sua iniziativa, facendo esperienza con la necessaria sperimentazione. Ovviamente, servirebbe un’adeguata promozione, magari aiutata da una collaborazione dei Comuni, del volontariato, dell’Asl e del Cogesa, che di fatto potrebbero lavorare insieme in rete. Un’altra potenziale collaborazione sarebbe possibile con professionisti privati, medici specialisti ma non solo, che potrebbero aprire lo studio nei locali comunali di via Luotto. Ammesso che quegli spazi vengano recuperati in tal senso. Non sarebbe sufficiente dare servizi domiciliari solo a Villafranca. Bisognerebbe offrirli almeno a tutti i paesi della Valtriversa geografica e del villanovese. Potrebbero nascere posti di lavoro. I Comuni ne ricaverebbero dati sui bisogni della popolazione anziana, in particolare su quella parte che vive sola. Dati importanti per indirizzare le scelte. Avrebbero anche uno strumento per fare prevenzione a favore di un migliore stile di vita dell’anziano e di una riduzione dei rischi connessi. Ad esempio, i possibili incidenti domestici. Il Santanera avrà il coraggio di essere intraprendente e lavorare con questi obiettivi? Per farlo, dovrà rimanere a guida pubblica. Meglio sarebbe se avesse tutto il personale in gestione diretta per una più efficace organizzazione dello stesso. I Comuni, e le Unioni, sapranno sostenerlo?

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