NEBBIA AL SANTANERA
L’amministrazione comunale fatica moltissimo a dare spiegazioni sulla casa di riposo Santanera. Con le due interrogazioni che ho presentato in agosto, chiedevo chiarimenti sui modi e sui contenuti di un appalto che doveva cercare un nuovo fornitore di servizi per l’ente. In pratica, cercare una cooperativa che sostituisse l’Opera di Agliano, “disdettata” dal presidente Carlo Binello. Oggi appartiene alla cooperativa tutto il personale di assistenza, di cucina e di pulizia. Quando un ente deve appaltare a soggetti terzi un lavoro, prepara un capitolato (cioè stabilisce come va fatta la prestazione che richiede), stabilisce le regole per scegliere chi si aggiudicherà l’appalto (non bisogna solo tener conto di chi chiede meno ma anche valutare se il costo è adeguato in rapporto al servizio), fissa i criteri per la partecipazione e da alla gara il massimo della pubblicità per favorire la presentazione di più proposte. Chi ha un minimo di dimestichezza con il funzionamento degli enti pubblici lo sa. Non è così per i nostri governanti comunali. Rileggete le domande contenute nelle interrogazioni, guardate le lettere del sindaco (che pubblico al termine di questo pezzo) e vi renderete conto come nessuna risposta sia stata data. Il sindaco non si pone il problema che un presidente nominato da lui, e che, quindi, risponde politicamente a lui, attivi una gara senza nemmeno l’approvazione del suo consiglio di amministrazione. Non si pone il problema che non ci sia un percorso e degli obiettivi concordati, vista la delicatezza del tema. Non solo tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale ma anche all’interno dello stesso consiglio di amministrazione del Santanera. Non si pone il problema della mancanza di garanzie concrete sul servizio a favore degli anziani e sulle tutele per i dipendenti. Qui sono ingenuo io: per porsi il problema bisogna sapere come funziona una casa di riposo e lui non lo ha capito nemmeno dopo aver tenuto a lungo, dando una prova di politica arrogante, un suo assessore all’interno del consiglio di amministrazione. Non lo sa neanche il suo vice che ha rimaneggiato il capitolato mettendoci cose mai decise dal consiglio di amministrazione. Quello stesso capitolato sul quale esiste il fondato sospetto che sia stato preparato da una delle cooperative che partecipano alla presunta “gara”, se così si può chiamare. Una cooperativa che ha già fatto danni nell’astigiano: la M2 di Moncalieri che, guarda caso, è stata la prima a presentare l’offerta. Cavalla ammette di aver partecipato, e trova normale averlo fatto, proprio con il suo vice, alle riunioni informali del consiglio di amministrazione. A quale titolo? Già, lui è il sindaco ed è “auspicabile” che venga coinvolto nelle decisioni dell’ente. L’opposizione, no. E’ una rottura di balle.
NESSUNA IDEA SULLA PROPRIETA’ EX VENTURELLO
Nessuna idea sulla proprietà ex Venturello, il fabbricato di via Roma adiacente al Santanera. il cui problema non è considerato urgente. Peccato che il disavanzo della casa di riposo derivi anche dal debito fatto per comprare quei fabbricati e dal non averli utilizzati per anni. Peccato che noi dell’opposizione abbiamo sempre chiesto che a quel fabbricato venisse data una destinazione. Bisogna essere capaci di scegliere: cosa che riesce molto difficile al nostro governo comunale. Serve una soluzione che aumenti i servizi erogati dalla struttura e sia capace di dare un vantaggio economico. Penso, ad esempio, a spazi per l’alzheimer o per persone handicappate. Penso a qualche mini alloggio protetto. Forse Cavalla e Binello aspettano che arrivi babbo natale a scegliere per loro. Unico sussulto: il capogruppo di maggioranza, Valter Badella, che se la prende con il nostro consigliere del Santanera, Alfredo Castaldo, perché ha presentato la richiesta di convocazione del consiglio di amministrazione della casa di riposo e l’ha mandata per conoscenza anche a me ma non a lui. Si è sentito trascurato. Però, i temi in dibattito non lo toccano. Chissà? Magari il suo sindaco manco lo informa.
IL CONFLITTO DI INTERESSI DI GUAZZO
Cavalla poi sostiene che il suo vice Guazzo non sia incompatibile nel suo doppio ruolo di amministratore comunale e consulente pagato dal Santanera. Non sono d’accordo. Guazzo è vice sindaco di una giunta dove il sindaco nomina il consiglio del Santanera, cioè sceglie le persone che dovrebbero governare la casa di riposo. Poi, lo stesso Guazzo svolge lavori retribuiti per lo stesso ente. Non so quanti soldi prenda, ma non fa differenza. Ottiene incarichi da chi ha contributo a nominare. Dal punto di vista morale, l’incompatibilità mi sembra totale. C’è un evidente conflitto di interessi.
LE DICHIARAZIONI DI BINELLO
Semplicemente strabilianti le dichiarazioni di Binello apparse sulla Stampa del 9 settembre. “Siamo un ente privato” dice. Peccato che si dimentica che il Santanera è una ex ipab, cioè un’istituzione di pubblica assistenza e beneficienza, che prende parecchi soldi pubblici, cioè di tutti, da Regione, Asl e Cogesa, dopo aver preso in passato contributi dalla Provincia, dal Comune di Villafranca e dalla Valtriversa. Chi prende soldi pubblici deve comportarsi con trasparenza, rigore morale e competenza, dando la massima pubblicità alle proprie iniziative gestite con regole precise e chiare, senza strani sistemi da “carboneria” come fa il Santanera di oggi. Quando i soldi sono di tutti non ci si comporta come se si gestissero affari privati di cui è meglio “che nessuno sappia”. Binello dice che la cooperativa consentirà di risparmiare “circa 40 o 50 mila euro all’anno”. Come fa a saperlo? Conosce già le offerte contenute nelle buste presentate prima ancora che vengano aperte? Aggiunge che “il personale deve essere interamente assunto dal nuovo gestore senza che venga peggiorato il trattamento economico”. Ma chi garantisce i dipendenti che la cooperativa vincitrice non applichi, in modo strumentale, il mancato superamento del periodo di prova per mandare a casa qualcuno? Nessuno. Oppure, chi garantisce che non sia lo stesso presidente del Santanera a mandare via qualcuno utilizzando, sempre in modo strumentale, una clausola del capitolato che prevede l’immediato allontanamento a richiesta dell’ente? Nessuno. Chi garantisce quale contratto nazionale di lavoro verrà applicato? Nessuno. Ne esiste più di uno nella giungla del settore cooperative con trattamenti economici anche peggiorativi. Binello vuol far vedere che tutto va bene: dormite sonni tranquilli, sostiene. Volpe racconta bugie. Peccato che il Binello ha dichiarato in consiglio di amministrazione, tentando poi ad arte di farla passare per una presa di posizione dello stesso consiglio, che non vuole incontrare i sindacati che l’1 settembre gli hanno chiesto una riunione urgente. Incontro che, ovviamente, non è ancora avvenuto.
LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO
Patetico Cavalla. Sempre sulla Stampa, sostiene che “la struttura ogni mese perde denaro e deve trovare un’offerta economicamente migliore mantenendo i servizi”. L’ho già detto e mi scuso per la ripetizione. Il sindaco eviti di fare il puro ed eviti le sue strumentali affermazioni da salvatore della patria. Sono anni che noi dell’opposizione sosteniamo l’urgenza di scelte importanti sul Santanera in difficoltà economica. Rispondendo alla mia affermazione che non ci sarà più alcuna possibilità di controllare la qualità dei servizi offerti agli anziani, Cavalla dice che i suoi rappresentanti rimangono nel consiglio di amministrazione. Probabilmente, ci prende tutti per poveri creduloni. Perché nel famigerato capitolato è previsto che la funzione di direzione, oggi esercitata dall’unico dipendente del Santanera, venga ceduta alla cooperativa? Perché questa voglia di privarsi dell’unica persona competente a disposizione della Fondazione? In questo modo, l’ente non avrà più alcun controllo e la cooperativa avrà, di fatto, mano libera su tutto. Assurdo e contro ogni logica che la direzione venga messa in capo alla cooperativa quando l’autorizzazione al funzionamento della struttura resta in capo alla Fondazione e quando la stessa Fondazione deve gestire rette e ingressi. Una voglia di privarsi del controllo che va contro quanto previsto dalla normativa regionale. Gli amministratori espressione della maggioranza di Cavalla non stanno in struttura. Non sanno come si svolge realmente il lavoro di tutti i giorni. Mancano di competenze specifiche. Dedicano, per scelta o per necessità, poco tempo al Santanera. Solo chi lavora li dentro può realmente capire, valutare i problemi e incidere sulla gestione per migliorarla.
Da “La Stampa” del 9 settembre 2011