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venerdì, 26 Aprile 2024

Ha senso ricordare il 25 aprile?

Villafranca: frettolosa e modesta manifestazione a ricordo del 25 aprile

Modesta commemorazione del 25 aprile. Lunedì scorso, pochi minuti al Borgovecchio, presso la lapide a ricordo del partigiano Luigi Capriolo e pochi minuti al cimitero. Nessuna pubblicità all’evento, a parte il comunicato sul sito del Comune. Nessun impegno. Poche persone presenti. Assenza della Banda Municipale. Neanche un microfono per cogliere il senso delle parole.  Nessuna attenzione alla testimonianza nei confronti della popolazione e  a come fare per comunicarla. Questa amministrazione comunale sembra vivere l’evento come una fastidiosa  formalità obbligatoria da sbrigare in fretta.
Ha ancora senso celebrare il  25 aprile? Io credo di si. Ma non come è stato fatto a Villafranca lunedì. Come ha ben spiegato il professor Alessandro Barbero, noto storico, le persone che hanno visto quella guerra sono ormai pochissime. Mentre sono tanti, sempre di più, quelli che in famiglia sentono dire che il fascismo, in fondo, ha fatto cose buone. Che non era poi così cattivo. Che i partigiani erano solo ladri. Questa è la malattia del nostro tempo. Bisogna spiegare loro la vergogna delle leggi razziali volute da italiani contro italiani. Le guerre di aggressione. L’appoggio al nazismo delle camere a gas. Il colonialismo. Il controllo dell’informazione. La propaganda. Bisogna chiedere loro se avrebbero voluto queste cose. Se avrebbero voluto la vittoria di Mussolini e di Hitler. Bisogna spiegare loro i principi contenuti nella Costituzione repubblicana.  Non è qualcosa che si fa in un attimo o con un post sui social.  E’ cultura. E’ ricerca di un linguaggio adeguato. Un percorso che richiede tempo e determinazione. Esempi. Occasioni di approfondimento. Collaborazione con le scuole. Collaborazione con l’istituto Storico per la Resistenza di Asti, ente  che il Comune ignora da molti anni.
Qualcuno si chiederà: “cosa c’entra il Comune? Non è un suo compito”. Il Comune c’entra, eccome. Fa parte delle istituzioni dello Stato nato dalla Resistenza. Chiunque faccia l’amministratore pubblico, a qualsiasi livello, anche comunale, dovrebbe sentirsi portatore di quei principi e operare per renderli più  forti. Se ci crede. E qui sta il punto.
Ecco come Giovanni Saracco ricorda Luigi Capriolo, il partigiano impiccato a Villafranca il 31.8.1944, nel suo libro “La Cassina del medich”:
testimonianza giovanni saracco

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