DOMANDE
Mi scrive l’amico Giancarlo Malabaila:
Ho appreso con grande tristezza la scomparsa di Carlo Torchio, per anni instancabile Presidente della Casa di Riposo. Non entro nel merito della questione ma risulta abbastanza strano che Carlo, dopo l’enorme mole di lavoro svolto, fosse ricoverato presso la struttura di Valfenera.
Emblematico il destino che ha accomunato tre persone che hanno dedicato gran parte della loro vita alle sofferenze altrui. Mario Zampieri. Renzo Benato ed, appunto, Carlo Torchio. Nel momento in cui essi avrebbero potuto essere oggetto della solidarietà altrui hanno potuto contare sull’affetto della famiglia e di pochi altri amici. Nel caso di Mario, personalmente, ho fatto pubblica ammenda riconoscendo il niente che sono riuscito a fare nei suoi confronti. Oggi in occasione della scomparsa di Carlo e della sofferenza di Renzo probabilmente è il caso che Villafranca, che ognuno di noi, rifletta e si ponga qualche interrogativo!!!…..Penso che per onorare la memoria di Carlo Torchio, prima di dedicargli vie,premi o quant’altro, sia opportuno far sapere alla gente il motivo vero per cui è stato trasferito a Valfenera. Si sente per scelta sua, per disposizione del giudice, perchè la Casa di Riposo Santanera non poteva accogliere non autosufficienti. Il grande impegno di Carlo verso la comunità merita che Villafranca conosca la verità e non si alimentino chiacchiere o notizie veramente inopportune.
Quindi, la scelta di andare a Valfenera non è stata di Carlo Torchio, che l’ha solo subita. Non è stata del giudice. Non è stata della casa di riposo, come ha precisato lo stesso attuale presidente Binello durante la festa del 6 gennaio scorso, salvo poi fare i complimenti all’amministrazione comunale, non si sa bene per cosa, e sorvolare sulle responsabilità dello stesso sindaco Cavalla, che all’epoca era vicesindaco e quindi aveva tutte le possibilità di interessarsi e capire quanto stava succedendo ma non l’ha fatto.
Il Santanera ha accolto Torchio nel momento della sua malattia evidente: la struttura è attrezzata per gestire anche i non autosufficienti. Ancora prima che la situazione peggiorasse, la casa di riposo lo ha sempre aiutato, sollevandolo da molti problemi legati alla gestione della vita quotidiana di un uomo solo e accompagnandolo sempre, con suo personale, alle visite mediche che faceva. Questo per rispetto dell’uomo e del tanto lavoro da lui fatto.