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lunedì, 29 Aprile 2024

disagio sociale: i dati sugli accessi allo sportello Cogesa nella “casa della salute”

LE DIFFICOLTA’ IN NUMERI

Il 2 aprile scorso, “Villafranca Domani” ha chiesto al Comune di conoscere quanti erano stati gli accessi allo sportello Cogesa nella “casa della salute”. La risposta ci è stata consegnata nel consiglio comunale del successivo 26 giugno. 387 cittadini hanno richiesto prestazioni al Consorzio per i servizi socio assistenziali da marzo a dicembre 2017. Di cui 60 stranieri. In 276 hanno richiesto prestazioni nel 2018, fino al 19 giugno. Di cui 24 stranieri. Il 70 per cento delle richieste riguarderebbe assistenza economica. Il restante 30 per cento, domande per l’Unità di valutazione geriatrica e l’Unità di valutazione della disabilità, forniture di ausili, assistenza domiciliare e informazioni sui servizi erogati dal consorzio.
Cosa ci dicono questi dati? Servirebbero un dettaglio maggiore e ulteriori informazioni. Comunque sono un primo passo. Ci confermano la debolezza sociale del territorio e un disagio economico diffuso. Le richieste sembrano in aumento. Il 30 per cento dei richiedenti sono anziani, anche non autosufficienti. Tra di loro non ci sono stranieri. Siamo una popolazione che invecchia. Le prestazioni per i minori hanno raggiunto il 34 per cento dei casi. Nel 2017, gli stranieri erano il 13 per cento. I dati 2018 riducono questa percentuale a poco più del 7. E’ vero che i cittadini che sono andati a chiedere aiuto non sono solo villafranchesi ma provengono anche dai paesi della zona. Questo non cambia il fatto che i valori rimangano significativi. Poi, non dimentichiamo che questo è il disagio che si manifesta. Quante sono le persone che avrebbero bisogno e che non sanno di poter chiedere o non si osano a farlo? Più volte, ad esempio, abbiamo visto nel tempo richieste di ricovero urgente alla casa di riposo Santanera per persone che non potevano più rimanere a casa. E l’anziano solo, a chi si rivolge? Quante informazioni sui possibili aiuti arrivano in modo mirato e tempestivo alle persone che hanno veramente bisogno? Quante informazioni sono facilmente comprensibili? Perché non provare a mettere le indicazioni su possibili sostegni sociali, a qualsiasi titolo, in un’unica “bacheca”, sia fisica, sia su internet? Sarebbe un modo, relativamente semplice, per dare alla gente un unico posto dove provare a cercare in caso di necessità. Oggi le informazioni sono spesso disperse in tanti posti e magari fornite “per sentito dire” in modo superficiale. Serve che gli operatori che operano in qualche modo nel sociale (casa di riposo, asilo, scuole, Cri, Cogesa, Asl e “casa della salute”, patronati, ufficio di collocamento, parrocchia, volontariato, dipendenti dei Comuni, polizia municipale, amministratori comunali e degli enti) lavorino in coordinamento, con una formazione di base continua e condividendo insieme la conoscenza del territorio. Chi può fare il coordinamento? Per essere efficaci e realistici, va fatto a livello di zona. Quindi, è un’occasione per le Unioni. Lavorare in rete sarebbe una rivoluzione a costo zero. Per farla, bisogna mettersi insieme, confrontarsi e abbandonare la comoda idea che ognuno si interessa solo il suo comodo orticello. O preferiamo restare a guardare con l’altra comoda scusa che “tanto non ci sono soldi”? O, peggio, continuiamo a cullarci nell’idea che tutto va bene? Si sa, guardare al futuro, cercando di prevenire i problemi, è faticoso. E poi, se il problema non ci tocca da vicino, perchè preoccuparsi? Vogliamo cambiare? Per condividere la conoscenza del territorio, bisogna prima di tutto conoscerlo. O continuiamo a ragionare per vecchie convinzioni e anche qui per sentito dire? Per questo, da anni, “Villafranca Domani” richiede un censimento organizzato dei bisogni sociali per capire come il paese si stia modificando. In modo da avere il punto zero sul quale iniziare a lavorare. L’ideale sarebbe farlo a livello di Unione “Colli del Monferrato” e “Valtriversa”, per avere una fotografia di tutta la nostra zona.

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