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giovedì, 25 Aprile 2024

deleghe agli assessori: il sindaco ne ha accennato nel consiglio del 31 luglio

ASSESSORI: COSA FARANNO?

Nel consiglio comunale del 31 luglio, il sindaco ha comunicato le deleghe che intenderebbe assegnare agli assessori. Preciso che, fino ad oggi, non risultano atti ufficiali. Da quanto abbiamo potuto ascoltare, il quadro sarebbe il seguente:

  • Anna Rabino: turismo e agricoltura;
  • Antonio Accasto: manutenzione e rifiuti;
  • Crocifissa Noto: sociale;
  • Guglielmo Aubert Gambini: commercio e politiche giovanili.

Nonostante il tempo trascorso dalle elezioni, le deleghe pesanti non verrebbero assegnate. Bilancio, lavori pubblici e personale rimarrebbero in capo al sindaco. Scelta legittima, senza dubbio. Tuttavia indica una debolezza della maggioranza che non ha al suo interno competenze adeguate o, comunque, persone delle quali il sindaco si fidi per gestire temi così delicati. Esiste anche una terza possibilità: che il sindaco non voglia delegare su settori di così importante rilievo, preferendo tenere su di sè tutte le responsabilità. La delega è una facoltà, non un obbligo. Tuttavia, bisogna tener conto che una conseguenza di questa scelta potrà essere uno spazio maggiore che, di fatto, i tecnici, cioè dipendenti, potrebbero avere o prendersi. A partire dal ruolo che potrebbe assumere il nuovo segretario comunale. Nuovo perché l’attuale cessa il prossimo 31 agosto. E già aveva un ruolo che usciva, a mio modo di vedere dalle sue competenze. Erano frequenti i suoi interventi in consiglio comunale per sostenere l’amministrazione negli atti proposti. Interventi sovente vicini al taglio “politico”, che si sono visti anche in questo inizio del nuovo mandato. Circa i responsabili degli uffici, a Villafranca abbiamo la fortuna di averne di buona qualità e professionalità, supporto indispensabile per ogni amministratore che voglia lavorare, ma chi rappresenta la politica ha un ruolo di scelta e di indirizzo che non riguarda il dipendente.

Si starebbero replicando le stesse modalità operative che hanno segnato l’amministrazione Cavalla. Anche in quel caso, non venne mai data la delega ai lavori pubblici e il bilancio rimase nelle mani del sindaco dopo la morte di Guazzo. La stessa Anna Macchia, da assessore, non ha mai avuto deleghe. Fare il sindaco che accentra tutto su di sè può avere qualche vantaggio nell’immediato. Decidere da soli è più semplice. Ma non paga nel tempo, come si è visto con lo stesso Cavalla, sia come azione complessiva del Comune, sia come capacità della squadra di governo. Uno degli argomenti ribaditi con forza nel 2014 da chi sosteneva proprio Cavalla fu che l’essere sempre presente in municipio avrebbe comportato vantaggi enormi. A parte un impegno di ore, senza dubbio considerevole, ma comunque pagato con lo stipendio da sindaco al quale non ha mai rinunciato, non mi sembra che il Comune abbia fatto un salto di qualità. Far crescere una classe dirigente nuova che operi nella collegialità è un lavoro tutt’altro che banale. Bisogna crederci, investire e sperimentare. A partire da quei corsi di formazione, magari aperti anche ai cittadini, che noi abbiamo sempre chiesto e che l’allora amministrazione non ha mai considerato.

Nelle deleghe agli assessori che sarebbero state date possono comunque entrare argomenti importanti. Anche se il sindaco non ne ha spiegato i contenuti delle loro competenze e nessuno glielo ha chiesto. Ci saranno iniziative per premiare chi fa bene la differenziata e, in particolare, chi non produce rifiuti? Sociale: come si intendono affrontare, se si vogliono affrontare, le delicate e diverse situazioni che stanno passando la casa di riposo e l’asilo? Politiche giovanili: nel programma elettorale c’erano indicazioni piuttosto generiche. Ci sono provvedimenti in cantiere? E l’agricoltura? Cosa si intende fare, visto che nel programma elettorale non c’era questo capitolo?

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