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giovedì, 2 Maggio 2024

Costruire il futuro delle case di riposo. L’opinione di Fausto Fogliati, candidato Pd alle regionali

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Pubblico volentieri l’opinione di Fausto Fogliati, candidato a consigliere regionale per il Partito Democratico di Asti, sul futuro delle case di riposo. Opinione che sottoscrivo in pieno:

Oggi chi è anziano ha un futuro sereno? Secondo noi, no. Sono troppi gli anziani che devono vivere con pensioni da fame. Con 600-700 euro al mese, o anche meno, è impossibile pagare un affitto, mangiare, curarsi e vestirsi. È impossibile andare in casa di riposo, se non ci si sente più tranquilli a stare da soli o se, peggio, non si è più completamente autosufficienti. Se l’anziano non ha capitali propri o una famiglia con redditi e risparmi adeguati, rimane solo con un problema molto più grande di lui.

La Regione Piemonte ha aumentato i sostegni per i non autosufficienti. Oggi ci sono più persone la cui retta in casa di riposo viene pagata per metà dall’Asl con i fondi regionali. Ma non basta. In tanti la casa di riposo non possono permettersela. Abbiamo notizia di casi di persone che lasciano gli istituti perché non riescono più a pagare. Che futuro avranno? Il grigio mondo delle badanti? Un mondo dove è difficile trovare persone veramente professionali e dove i costi  sono solo poco più bassi degli istituti. Gli enti locali cosa fanno? I Comuni, avendo sempre meno risorse a disposizione, stanno  dismettendo le case di riposo, spesso piccole e quindi senza le dimensioni per avere un bilancio almeno in pareggio, favorendo il loro passaggio in mano ai privati. Non crediamo che questa sia la soluzione: toglie il problema ai Comuni ma non aiuta gli anziani e le loro famiglie. Aumenta anche la precarietà di quanti lavorano negli istituti.

Che risposte dare a questo disagio sempre più importante che tocca sempre più persone nell’astigiano? Crediamo sia necessario un nuovo modello di gestione dei servizi agli anziani. Come? Far lavorare insieme le piccole case  di riposo. Creare una società di diritto privato con capitale a maggioranza pubblica che si assuma la gestione di più case di riposo piccole. Aprire il capitale di questa società al privato serio e consapevole. Pensiamo al mondo della cooperazione vera. Quel mondo della cooperazione che esiste nella nostra provincia e che sa mettere insieme la logica di impresa con il dovere sociale di aiutare i più deboli. Gli enti locali rimarrebbero padroni della società di gestione. Avrebbero sempre voce per costruire una politica di assistenza uniti e con più forza. Il mondo della cooperazione potrebbe migliorare la sua presenza nel mercato, collaborando con i Comuni e portando loro le proprie capacità gestionali. Nascerebbe una politica unica, che avrebbe i numeri per contrattare con la Regione, con l’Asl e con i consorzi socio assistenziali (Cogesa e Cisa) un sostegno specifico, economico e progettuale. Case di riposo che lavorano insieme, coordinate, potrebbero anche essere il mezzo per aumentare l’assistenza domiciliare; per creare mini alloggi protetti per quanti vogliono ancora mantenere una propria indipendenza ma godere dei servizi di un istituto; per avere nuovi servizi come i centri diurni, indispensabili per dare agli anziani la possibilità di stare insieme con una adeguata assistenza.

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