E’ IL PAESE CHE VOGLIAMO?
Chi passa da Garavello e butta l’occhio sui terreni interessati dalla proposta di costruzione di un nuovo quartiere presentata dalla Precollina Vernea, vedrà che gli stessi sono stati “picchettati” da poche settimane. Segno evidente che sono stati svolti dei rilievi e che l’idea di questa speculazione edilizia non è stata abbandonata. Vi invito a rileggere la storia di questa vicenda. Che sia tutt’altro che chiusa, lo dimostra anche la risposta che l’amministrazione comunale ha dato all’interrogazione presentata da “Villafranca Domani” per chiedere conto della situazione. Come è abitudine dell’amministrazione, la risposta è generica: “attività di indagine di verifica geologica per la definizione dei limiti di adeguamento al Pai” (piano di assetto idrogeologico). Parole che nascondono rilievi che potrebbero servire a sostenere la tesi che i terreni in questione possano diventare edificabili. Infatti, il Comune ribadisce di non aver cambiato idea sul merito della proposta privata. Non potrebbe far altro, visto il sostegno dato “a scatola chiusa” in passato alla proposta di urbanizzare la zona. Vogliono far costruire nuove case, senza preoccuparsi di conoscere le reali necessità del paese e di recuperare le tante che sono in vendita. Senza preoccuparsi del territorio che è un bene non riproducibile: una volta distrutto, lo rimane per sempre. Se poi a questo uniamo i lavori di sbancamento del terreno in corso da mesi a fondo valle con tanto di macchine escavatrici in bella mostra, ad opera dello stesso privato che propone l’intervento edilizio e dei quali è difficile comprendere l’utilità “agricola”, le preoccupazioni per il futuro restano.
Basterebbe porci una domanda: proseguendo a questo ritmo, fra cento anni, cosa sarà?