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venerdì, 13 Dicembre 2024

consiglio comunale: le proposte di “Villafranca Domani” per migliorare il bilancio di previsione 2014

RICOSTRUIRE

DALLE FONDAMENTA

Mercoledì 6 agosto 2014, il consiglio comunale ha discusso il bilancio di previsione per l’anno in corso. Ovviamente, affrontare un tema del genere ad agosto riduce di molto il peso delle scelte che si possono fare perché mancano pochi mesi alla fine dell’anno. Nel 2013 era andata peggio perché il bilancio era stato discusso a settembre. Quali sono i motivi di questi notevoli ritardi? Chiariamoli subito. Una colpa importante è dello Stato e della precarietà in cui versano da anni le norme sulla finanza locale. Troppi cambiamenti pasticciati, spesso derivati dalla voglia di far finta di mantenere demagogiche promesse elettorali. Ci sono però anche amministrazioni locali che peggiorano le cose perché non usano il tempo a disposizione per progettare e si ritrovano a gestire senza idee e senza una visione di futuro. Il nostro Comune è in questa situazione.

Noi di “Villafranca Domani” abbiamo votato contro il bilancio. Immagino già che qualcuno dirà “nulla di nuovo. Dicono sempre di no”. Peccato che quanti sostengono questa vecchia banalità fingono di non vedere le tante soluzioni di cambiamento che il nostro gruppo ha fatto negli anni e ancora nell’ultimo consiglio comunale, dove abbiamo presentato 14 “emendamenti”. cioè proposte concrete subito applicabili, sui quali il consiglio ha dovuto votare durante le quattro ore della seduta. Ovviamente, il nostro programma non contiene solo le 14 proposte fatte. Abbiamo fatto delle scelte, tenendo anche conto della difficoltà che sempre incontriamo a farci dare le informazioni necessarie per lavorare.

Il bilancio che l’amministrazione si è votata da sola è quasi totalmente ingessato. La gran parte delle risorse sono bloccate da spese per il personale, rifiuti, mutui, bolletta energetica, accordi con enti e associazioni. In più, ci sono i grossi problemi ad incassare i crediti degli anni scorsi sulla tariffa rifiuti. Ci sono pochissimi spazi di manovra e  nessuna capacità di rispondere ai nuovi bisogni del paese. Cosa si deve fare in questi casi? Se ci si vuole veramente riappropriare di spazi reali di autonomia per fare scelte nell’interesse collettivo, bisogna ricostruire la casa dalle fondamenta, non limitarsi a cambiare le tendine alle finestre. Ricostruire vuol dire avere in testa un progetto globale, anche culturale per uscire da schemi che sono superati e non servono più. Aver voglia di sperimentare e innovare, aprendo ad idee nuove, perché bisogna affrontare tante situazioni con scelte che andranno corrette cammin facendo. Ci vuole il coraggio che fino ad oggi al nostro Comune è mancato.

Premetto che, secondo noi, portare tutti i servizi comunali nell’Unione Valtriversa per poi fondere tutti i paesi in un unico Comune sarebbe stata la base seria sul quale costruire il futuro di questa zona. L’amministrazione di Villafranca ha guardato la storia con lo specchietto retrovisore. Ha voluto l’uscita dall’Unione dopo aver partecipato fin dall’inizio alla sua gestione e dopo essere stata corresponsabile di tutti i ritardi e le inefficienze che l’Unione ha accumulato. Quando noi chiedevamo la Valtriversa forte, l’amministrazione villafranchese ci votava contro. Poi ha scelto di fare convenzioni con Baldichieri (altro Comune uscito dall’Unione) su protezione civile, ufficio tecnico e ufficio finanze. Atti di basso profilo.

lo stipendio di sindaco e assessori

Se mancano soldi, bisogna trovarli. Una soluzione immediata per reperire risorse è quella di azzerare gli stipendi di sindaco e assessori. In un momento di difficoltà generale, la politica, anche quella locale, deve dare l’esempio. Quando si è pensionati o si ha la fortuna di lavorare in paese, non vedo quale difficoltà ci sia a non prendere soldi. A Villafranca non va così. La giunta, che cosa 40 mila euro all’anno, è sempre attaccatissima allo stipendio. La nostra proposta è stata respinta.

La proposta sugli stipendi degli amministratori

Risparmiare sulla bolletta dell’energia

Investire nel risparmio energetico è la vera opera pubblica del futuro. Consumare di meno per avere una bolletta più bassa ed avere più soldi da destinare alla soluzione di altri problemi. Dove intervenire? Sugli edifici comunali, la cui gestione costa decine di migliaia di euro, e sulla pubblica illuminazione, dove spendiamo oltre 100 mila euro. Per intervenire, però, bisogna sapere cosa fare. Noi sollecitiamo da anni attenzione a questo problema. L’amministrazione è sempre rimasta ferma, senza mai scegliere una strategia precisa e limitandosi ad interventi marginali che non hanno dato risultati di rilievo. Con la nostra proposta, abbiamo chiesto un progetto globale che individui sprechi e dispersioni, pianificando interventi su ogni edificio comunale e sulla rete della pubblica illuminazione. Il vice sindaco  ci ha risposto che progettare sarebbe uno spreco. Per l’assessore Badella, ci sarebbero ditte che installano impianti ma fanno prima i progetti gratuitamente. Se un pubblico amministratore non progetta come fa a sapere cosa fare? Fa scelte a simpatia? Farsi suggerire la soluzione da chi vuole venderti qualcosa è saggio? Farsi suggerire la soluzione da chi vuole venderti qualcosa è, nella migliore delle ipotesi, da ingenui. Chiunque venda qualcosa dirà sempre che la sua merce è la migliore e che se compri da lui avrai risolto tutto. L’amministrazione ha avuto tutto il mandato precedente per scegliere e non lo ha fatto. Questo è un fatto. Servono competenze indipendenti per fare la pagella energetica completa degli edifici, per valutare le diverse soluzioni rapportandole ai costi di investimento, per guardarsi intorno e valutare le esperienze di altri. Le nostre proposte sono state respinte. Anche quella per l’utilizzo del mercato libero dell’energia in accordo con altri Comuni.

la proposta per il progetto sul risparmio energetico

la proposta per l’uso del mercato libero dell’energia

A fatica, è poi emerso che l’amministrazione sarebbe interessata ad un “project financing” (finanza di progetto) con Egea, società privata di Alba nel campo dell’energia che ha nel suo azionariato dei Comuni tra i quali anche Villafranca. Siamo diventati soci di Egea quando, alcuni anni fa, il Comune ha rinunciato alle sue quote in Stirano (la società che raccoglieva i rifiuti prima dell’Asp). Su quali obiettivi il nostro Comune avesse in Egea, in questi anni l’amministrazione ha sempre tenuto il silenzio. Ora apprendiamo, da pochi vaghi accenni fatti dal vicesindaco, che Egea potrebbe rilevare la gestione della rete di illuminazione pubblica. Con un contratto di questo tipo, il Comune pagherebbe un canone. Di che entità? Con quali condizioni? Nessuna indicazione è stata data. Sarebbe comunque una scelta molto vincolante perché bloccherebbe il Comune per parecchi anni.

il “rifiuto zero”

Il nostro Comune spende per i rifiuti, tutto compreso, 360 mila euro. Come risparmiare? Non bisogna produrli. Si può fare cambiando le abitudini di tutti i giorni. Qualcuno dirà che la nostra proposta è un sogno da anime belle. Voglio ricordare agli scettici per partito preso che nel 1991, quando con Domenico Novara, attivai la prima raccolta differenziata che coinvolgeva Villafranca e i Comuni della zona (una “Valtriversa di fatto” che ha funzionato), in pochi avrebbero scommesso sul successo di quell’iniziativa. In poco tempo, diventammo i primi a livello provinciale e da anni la raccolta differenziata è un fatto normale per tante persone. Anche le amministrazioni Padovani e Cavalla hanno largamente beneficiato del nostro lavoro di allora. Bisognava crederci, dare l’esempio, investire e promuovere. Quello abbiamo fatto ed i risultati si sono visti e sono più che positivi. La raccolta differenziata fatta bene consente di contenere i costi di smaltimento ma costa nel suo complesso come gestione di tutto l’apparato che richiede. Per questo bisogna andare oltre e “non fare” rifiuti. Un esempio a sostegno di questa tesi lo avete con le “casette dell’acqua”: novità introdotta nella nostra zona dal Comune di Cantarana che per primo ci ha creduto ed oggi presenti in vari paesi, compreso, su nostra sollecitazione, anche a Villafranca. Le casette hanno consentito ai cittadini di risparmiare (acqua a 5 centesimi al litro), di non produrre plastica e di avere in tavola la buona acqua delle nostre sorgenti, sicuramente migliore di quella del supermercato, che non si sa mai quanta strada ha fatto e in quali condizioni. Perché non estendere la possibilità di acquistare altri prodotti alla spina? Perché non premiare i commercianti che decidono di farlo nel loro negozio? Perché non favorire il riuso degli oggetti o il consumo di prodotti con poco o nessun imballaggio? Perché non conoscere e imitare esperienze già in atto in altri Comuni virtuosi? Anche su questa proposta è arrivato il no del vice sindaco, secondo il quale noi volevamo fare una specie di inutile progetto promozionale e per quello non ci sarebbero soldi. Evidente anche il fastidio dell’amministrazione di fronte alla nostro suggerimento di coinvolgere l’ambientalismo locale. Di fronte a queste uscite, mi viene da chiedermi se i nostri amministratori leggono gli atti o cercano di alterare la realtà per far apparire le cose come meglio gli comoda. Nel primo caso meriterebbero l’insufficienza, nel secondo sarebbero in mala fede. Se leggete la nostra proposta, vedrete che si parla di premiare iniziative innovative e concrete, quindi dopo la loro realizzazione e dopo la verifica dei risultati, per non produrre rifiuti. Il voto della maggioranza è stato contrario, con la generica promessa verbale di valutare la proposta per il 2015.

la proposta per il rifiuto zero

il recupero dei crediti relativi alle bollette rifiuti non pagate

Come ricorderete, il Comune ha in bilancio un cospicuo credito per bollette rifiuti mai riscosse. A giugno, il totale ancora da incassare risultava di 175 mila euro. I crediti più vecchi sono addirittura del 2006. Cosa succede ad un’azienda che non incassa i soldi dai propri clienti? E’ destinata al fallimento. Noi abbiamo chiesto più volte che il Comune valutasse ogni singola situazione per differenziare chi ha voluto fare il furbo e non pagare (“tanto non ci sono controlli e non capita nulla”) da quanti hanno delle difficoltà economiche magari dovute a perdita del lavoro. Con notevole ritardo, il Comune è riuscito a mandare tre solleciti scritti,  di cui uno fatto da un’avvocato. Qualche risultato c’è stato ma l’obiettivo finale è ancora molto lontano. La convocazione diretta degli interessati per un’indagine approfondita, che tenesse conto anche dello stato patrimoniale, non c’è mai stata. Nella nostra proposta, abbiamo chiesto che i colloqui avessero luogo e che si valutassero anche piani di rientro del credito con forme di lavoro sociale compensativo. Il vice sindaco ha giudicato molto difficile la strada del lavoro sociale perché gli interessati non avrebbero voglia di darsi da fare. Anche se poi il sindaco ha spiegato di aver usato questo sistema in passato per un caso di morosità delle case popolari. Noi siamo più ottimisti di Guazzo sul fatto che ci sia gente onesta che è disposta a lavorare per pagare i suoi debiti. Bisogna che abbia la possibilità di farlo e che veda sanzionati a dovere quelli che fanno i furbi. Portando a casa lavoro, il Comune potrà risparmiare costi su altre voci. L’amministrazione si è impegnata a fare i colloqui, anzi Cavalla ha detto di aver già dato disposizione ai dipendenti e la nostra proposta è stata approvata.

la proposta per il recupero delle bollette rifiuti mai incassate

Dare un’opportunità ai disoccupati con il lavoro sociale

Al vice sindaco l’idea di dare un’occasione a chi è in difficoltà deve disturbare molto. Abbiamo proposto di usare i “voucher”, una forma di lavoro flessibile, che viene pagata con un buono basato sulle ore svolte, adatta ad impieghi di breve termine, anche pochi giorni, per disocuppati e giovani. Servirebbe a dare una possibilità di reddito ad alcune persone che non hanno alcun ammortizzatore sociale. Per Guazzo il sistema non andrebbe bene perché non potrebbe essere usato da tutti. Meglio usare i lavoratori in mobilità. Il gruppo di maggioranza ha ubbidito ed ha votato contro. E quelli che non sono in mobilità? Non devono avere nessuna opportunità? Poi, ci sono le persone che hanno debiti verso il Comune. Usare i “voucher” servirebbe per avere uno strumento in più per recuperare il credito. Non hai potuto pagare per mancanza di reddito. Vieni a lavorare e paghi il tuo debito. Magari, come noi abbiamo suggerito, con lavori anche a favore di Casa di riposo e asilo. Noi continuiamo a pensare che le persone oneste ci siano. Sono queste che vanno aiutate. Non sono tutti furbi che vogliono tirare a campare fregando la collettività. Comunque, sull’argomento l’amministrazione si è contraddetta. Ha bocciato i “voucher” ma ha accettato di usare il “lavoro compensativo”. Come verrà organizzato? I “voucher” erano un sistema per metterlo concretamente in pratica. Ora, non si sa. Il rischio evidente è che non se ne faccia nulla.

la proposta sul sul lavoro sociale

Più sicurezza e prevenzione con la protezione civile

Se vuoi risparmiare, la prima regola è evitare i danni. Devi mantenere in efficienza e fare prevenzione. Un efficiente gruppo di Protezione civile serve proprio a questo. Il gruppo dei volontari villafranchesi esiste. Peccato, però, che non è mai stato attrezzato in modo adeguato. Bisogna avere a disposizione una struttura che sappia muoversi nel momento dell’emergenza, piccola o grande, con la preparazione giusta che le consenta di essere utile. Una struttura che sia anche un occhio vigile sul territorio, oggi più che mai necessario visti, ad esempio, i tanti temporali improvvisi e l’incuria dell’uomo nella gestione dei fossi e dei corsi d’acqua. Noi abbiamo chiesto un potenziamento del gruppo con l’investimento di 4 mila euro per formazione e attrezzature. La nostra proposta è stata bocciata perché bisognerebbe prima mettersi d’accordo con Baldichieri, con il quale siamo convenzionati per la protezione civile. La convenzione con Baldichieri, atto vuoto di qualsiasi contenuto effettivo, è stata approvata a dicembre 2013. In otto mesi non si sono mai parlati sul tema? Se l’amministrazione avesse veramente a cuore la protezione civile non avrebbe dimenticato l’argomento per tutto questo tempo e non avrebbe sottoscritto una convenzione che serve solo a far finta di avere il servizio. Sulla carta.

la proposta per il rafforzamento della protezione civile

Più sicurezza: regolare il traffico su piazza Goria e sistemare la scala di accesso alle scuole

Abbiamo portato all’attenzione del consiglio comunale il problema della pericolosità della sosta selvaggia delle auto in piazza Goria durante l’entrata e l’uscita da scuola. Pericolosità che aumenta tenendo anche conto delle stato di degrado della scale che sale alle scuole. Situazione già emersa in campagna elettorale. Per la piazza, abbiamo proposto di ricavare una zona vietata alle auto, protetta da barriere mobili o fioriere, chiedendo che venga protetto anche il “passaggio pedonale” che da via Roma sale verso la scalinata della scuola, oggi delimitato solo da una linea bianca. Qui abbiamo trovato diverse obiezioni. Mettere un ostacolo fisico a protezione del passaggio pedonale impedirebbe la salita e la discesa delle auto dalla piazza. Creare una zona interdetta alla sosta, vorrebbe dire perdere parcheggi. Noi abbiamo replicato. Alfredo Castaldo ha ricordato che parcheggi potrebbero essere recuparati a lisca di pesce proprio verso la barriere che delimiterebbe la zona interdetta al traffico. Lorenzo Salvadore ha spiegato che parcheggi per il mercato del martedì potrebbero essere ricavati alle Verne, invitando quanti vengono a fare compere a dirigersi anche verso quella parte del paese. Sulla zona vietata alla sosta, una qualche apertura sembrava arrivare da Cavalla ma, al momento del voto, l’amministrazione si è espressa per il no. Voto negativo anche sulla proposta per sistemare la scala. I 10 mila euro da noi proposti erano ovviamente uno spreco, visto che per tutto quanto c’è da fare, secondo loro, basterebbero circa 1600 euro. N0n sono un tecnico ma credo che i lavori costano in dipendenza di cosa e quanto si vuol fare. E con milleseicento euro si fa poco.

la proposta per la sicurezza di piazza Goria

la proposta per la scala che porta alla scuola

i cittadini hanno il diritto di sapere

Come “Villafranca Domani” abbiamo sempre sostenuto la necessità che la gente sappia quanto succede in municipio. Il principale veicolo informativo che il Comune dovrebbe avere è il suo sito internet. Peccato che il sito del Comune di Villafranca sia di scarsa qualità. Poche informazioni e difficile per trovare quanto serve.  Un sito funziona se è di facile utilizzo. Se le persone riescono a navigare in modo intuitivo, senza perdere tempo in complicate ricerche. Se c’è la spiegazione delle decisioni scritta in modo semplice, non in linguaggio burocratico. Se viene spiegato come vengono spesi i soldi di tutti, per fare cosa e chi viene pagato. Se c’è il modo di consultare comunque gli atti in versione integrale e comodamente accessibile. Se si possono lasciare proposte o segnalazioni. Se ci sono aggiornamenti costanti. Se si possono fare “on line” le proprie pratiche con il Comune, ad esempio dalla richiesta di un certificato alla presentazione di una pratica edilizia, seguendo nel tempo il loro esito. Il sito deve essere la vetrina del municipio. Noi abbiamo proposto di destinare qualche soldo al suo integrale rifacimento e di pubblicare i bilanci e tutte le spese fatte in modo analitico. Le nostre proposte sono state bocciate. Per loro chiedavamo troppi soldi, volevamo causare troppo lavoro ai dipendenti e poi basta pubblicare “quello che richiede la legge”. Peccato che i soldi da noi richiesti servivano per un rifacimento del sito e per una gestione esterna dello stesso, fatto in modo professionale, in modo da garantire un netto miglioramento della qualità. Poi, si dimenticano di aver buttato 25 mila euro per un altro sito nato nel 2003 e subito dimenticato. Poi, non vedo il problema a pubblicare tutto. I cittadini hanno o non hanno il diritto di sapere? Io dico che devono sapere perché solo così si può partecipare veramente alla vita del proprio paese.

la nostra proposta per un sito internet efficiente

la proposta per la vera trasparenza

quanti sono gli immobili vuoti?

Abbiamo riproposto il tema del censimento degli immobili vuoti. Sul tema, il vice sindaco ha fatto un’apertura spiegandoci che era utile conoscere quanti sono gli edifici degradati, ad esempio per fare una proposta utile anche all’abbattimento con la conservazione della cubatura. Ma va? A sentirlo, sembra quasi che non stia al governo da 15 anni. Se ne accorge ora. Comunque, non corriamo. Ci stanno ancora pensando. La proposta è stata approvata, con l’impegno a “cercare di attuarla” nel 2015. Questo, però, è solo un pezzo del problema. E’ interesse del Comune conoscere la reale consistenza di tutto il patrimonio immobiliare esistente e la sua destinazione d’uso. Servirebbe per una seria programmazione urbanistica, non fatta per sentito dire. Servirebbe anche a conoscere quante sono le famiglie che vivono in affitto per rimodulare le aliquote imu favorendo i proprietari che affittano a canone e contratto concordato. Oltre che a contrastare l’evasione. Su questi aspetti, Guazzo non ci sente. Secondo il vice sindaco, tutto va senza problemi per gli inquilini perché gli affitti sono in ribasso. Questo lo dice lui ma senza fornire alcun dato oggettivo. La crisi avrà senz’altro indotto qualche proprietario ad abbassare il prezzo ma resta il fatto che pesa pagare affitti che si portano via facilmente anche il 25-30% di stipendi o pensioni che non crescono, anzi perdono potere d’acquisto. Poi, tenere la banca dati comporta lavoro per i dipendenti. Commovente questa attenzione per i dipendenti da parte di un’amministrazione che li incolpa facilmente di qualsiasi problema. Comunque, per tenere una banca dati aggiornata bisogna mettere insieme i dati che magari gli uffici già hanno ma non si comunicano tra loro.

la proposta per il censimento degli immobili

uno sportello per l’ufficio tributi anche a Villafranca

L’ufficio finanziario di Villafranca traslocherà nel municipio di Baldichieri. Questo prevede la convenzione fatta con quel Comune dopo l’uscita di Villafranca dalla Valtriversa. Con la nostra proposta, approvata, abbiamo ottenuto che venga comunque previsto uno sportello per il pubblico, per il servizio tributi, in orari da stabilirsi durante la settimana.

la proposta per lo sportello per il pubblico

un modesto sconto in più sui rifiuti alle persone affette da incontinenza

Con la proposta di variare il piano finanziario della raccolta rifiuti, volevamo dare più agevolazioni alle persone affette da incontinenza e alle famiglie con bambini piccoli, favorendo quanti sono a basso reddito e la casa di riposo dove gli anziani con il problema possono risiedere. No su tutta la linea da parte del vice sindaco. Solo con fatica, è passata la prima parte della nostra proposta (quella che precisava meglio le caratteristiche dell’agevolazione, fino ad oggi mai regolate) con un aumento dei sacchi gratuiti da 30 a 35 per persona.

la proposta per le agevolazioni sui rifiuti

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