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lunedì, 14 Ottobre 2024

Cogesa: nessuno parla del futuro di questo ente

SILENZI INTERESSATI

Nell’ultimo consiglio comunale, lo scorso 28 settembre, ho chiesto al sindaco notizie sulle scelte circa il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo presidente del Cogesa (il consorsorzio per i servizi socio assistenziali che raggruppa 65 comuni del nord astigiano, di cui fanno parte anche tutti i paesi della Valtriversa). Pochi giorni prima, c’era stata l’assemblea dell’ente che non era stata in grado di decidere. A contendersi la presidenza, l’uscente Giuseppe Carlo Camisola e Mauro Caliendo, sindaco di San Damiano, sponsorizzato dall’attuale presidente della Provincia. Nella discussione è emerso che Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri e indicato dalla Comunità Valtriversa per entrare nel consiglio di amministrazione del Cogesa, stava con Camisola mentre il sindaco Cavalla si era inserito nella lista a sostegno di Caliendo. Come contraddizione non c’è male, visto che lo stesso Cavalla ha contribuito ad avallare la scelta di Forno. La dimostrazione di come l’unità di intenti politica della Valtriversa sia, davanti ai problemi importanti, solo un atteggiamento di facciata. Ho chiesto con quale programma Cavalla si candidava nel consiglio del Cogesa. Se uno decide di concorrere ad una carica, la logica dice che  ci prova per fare qualcosa. Che risposte ho avuto? Nessuna. Solo un generico rimando a quando la situazione si fosse chiarita. Nessuna voglia di sbilanciarsi o mancanza di idee? Lascio a voi la risposta. Forse, Cavalla si è candidato per obbedienza politica e non per convinzione. Anche alla domanda su quale sarà il futuro del Cogesa, vista la norma di legge voluta dall’attuale governo che impone di chiudere i consorzi a fine anno, non ci sono state risposte convincenti. Un altro generico vedremo tanto non dipende da noi. E chiedersi, un po’ per tempo, quale altro modello adottare per riorganizzare i servizi sociali in caso di chiusura? Sarebbe solo un modo sano di guardare un po’ più in avanti del proprio naso, mostrando attenzione ad un settore particolarmente delicato in un momento di grave crisi come l’attuale.

Anche a livello astigiano, nessuno parla del futuro del Cogesa. Sui giornali appare poco o nulla. Ai consiglieri di opposizione nulla si dice: non si sa mai, chissà che non ne vogliano sapere di più. Tutto rimane nelle segrete stanze, nelle mani di pochi. Troppi silenzi o posizioni di basso profilo. Impegnarsi costa fatica.  Stiamo parlando del sostegno ai più deboli: come trasparenza e coinvolgimento delle scelte politiche sembra una situazione sudamericana. Perché? Provo a dare una risposta. Non vorrei che ci trovassimo di fronte ad un altro tentativo di privatizzare di fatto un servizio pubblico di vitale importanza. Se sparisce il Cogesa, tutto tornerà in capo ai Comuni che, nella maggioranza, non sapranno come gestire la situazione. La soluzione più semplice? Dare il settore per intero in mano ai privati, magari mascherati da cooperative. Se il Cogesa rimane, senza un deciso cambiamento con il passato, molto difficile da pensare visto il colore politico di una Regione che considera il sociale un peso e l’indifferenza di troppi sindaci, compreso quello di Villafranca, verso il ruolo e la gestione dell’ente, tutto rischia di restare come prima. Avremo un Cogesa sempre più chiuso in se stesso, incapace di conoscere i reali problemi dei Comuni e di affrontarli. E i privati, che tanto guadagnano dal sociale, continueranno ad avere mano libera. A spese di tutti noi.

1 commento

  1. Sono esterefatto!!! Il CO.GE.SA dovrebbe quindi scomparire alla fine di quest’anno e, secondo”LA STAMPA” del 10/10/2010 alla presenza del Vescovo Ravinale il giorno 09/10/2010 vi è stata la cerimonia di inaugurazione dei lavori di ristrutturazione dello stabile di via Baroncini che , secondo i programmi dovrebbe essere consegnato al CO.GE.SA alla fine del PROSSIMO ANNO!!!
    Ma come, a fine anno devi chiudere e TI INDEBITI PER DUE MILIONI DI EURO per ristrutturare una sede dove non entrerai mai????
    Seconda cosa (In ordine di tempo ma non di importanza)come mai un Istituto di Credito presterebbe DUE MILIONI DI EURO ad un Ente che per legge alla fine dell’anno sarà destinato a chiudere? Quì la PUZZA è forte, molto forte, chissà che non valga la pena che qualche Magistrato provi ad annusare in zona….il marcio è abbastanza EVIDENTE!
    Fabio Idda.

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