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giovedì, 3 Ottobre 2024

“casa della salute”: i tempi si allungano ancora

CHE FINE FARA’?

La petizione che abbiamo promosso per chiedere servizi nella  “casa della salute” costruita a Villafranca ha quasi raggiunto le 700 firme. Un risultato importante che dimostra che l’argomento è sentito dalla popolazione. La maggior parte delle sottoscrizioni sono di villafranchesi e cantaranesi. Ci sono consensi anche da altri Comuni della Valtriversa e dal villanovese. Ringraziamo tutti quelli che hanno condiviso le proposte fatte. Un grazie anche a tutti gli amici che stanno dando una mano. La raccolta continua: chiediamo a tutti quelli che credono nella necessità di avere servizi sanitari locali, a vantaggio di tutta la zona, e non hanno ancora firmato, di farci avere la loro adesione. Vi ricordiamo che si può firmare anche su change.org.  A breve faremo altri banchetti per la raccolta anche nei paesi vicini. Nei primi giorni di dicembre dovremo iniziare da Roatto.

A che punto è la lunga vicenda della “casa della salute”?

Il 27 novembre, in consiglio comunale, il sindaco ha risposto alla nostra nuova interrogazione, l’ultima delle tante che abbiamo fatto sul tema. Avevamo chiesto per quale motivo il cantiere è nuovamente fermo. Il sindaco ha comunicato che l’Asl avrebbe sciolto consensualmente l’appalto per il completamento della struttura, stipulato nello scorso aprile con una ditta di Mestre. Perché? L’amministrazione ha dichiarato di non saperlo. L’Asl non lo ha detto al Comune. Perché? Questo ci fa dubitare su quanto l’Asl tenga in considerazione il Comune e la nostra zona. Contiamo sempre meno. Comuni divisi. Timorosi di esporsi. Non in grado di trovare posizioni unite su argomenti importanti, che sappiano coinvolgere la gente, mobilitandola per sostenere i bisogni del territorio. E questi sono i risultati.  Vi ricordate cosa succedeva ad aprile? Conferenza stampa in municipio con il direttore generale uscente dell’Asl: “abbiamo i soldi. Finiamo tutto”. Foto sui giornali con consiglieri regionali e sindaco. Istituzioni tutte contente. Peccato che ci si vantasse solo del completamento del fabbricato. Nessuno diceva che cosa ci avremmo messo dentro a questa “casa della salute”. A settembre, rispondendo ad un’altra interrogazione di “Villafranca Domani”, il sindaco assicurava che non ci sarebbero stati ritardi perché l’impresa aveva tempo fino a gennaio 2016 per finire i lavori. Peccato che non li avesse nemmeno iniziati. Siamo a novembre finito e, dopo una veloce pulizia del terreno circostante, scopriamo che tutto è saltato. Verrà interpellata la seconda ditta in graduatoria nella gara d’appalto. Quali tempi? Nessuno lo dice. Non si finirà per gennaio: questo è sicuro. C’è comunque un fatto nuovo. Anche il nostro Comune, improvvisamente, ricorda all’Asl che la stessa aveva firmato un protocollo di intesa con l’allora Valtriversa unita dove venivano stabiliti le linee generali dei servizi da mettere dentro alla struttura e gli impegni reciproci. Guarda un po’. Ci fa piacere di questa memoria, anche se molto tardiva. L’accordo era stato firmato ad inizio 2007. Noi di “Villafranca Domani”, da anni, ricordavamo l’esistenza di questo documento che i Comuni, principali beneficiari, avevamo subito messo nel cassetto e dimenticato. Chissà? Magari la nostra petizione ha ottenuto l’effetto di smuovere la sensibilità dei Comuni. Voi direte: sia pur tardi, allora si va nella direzione giusta. E’ stato fatto un primo passo corretto ma le incognite sono ancora tante. Visto che l’Asl si riorganizza concentrando tutto in un unico distretto, chi gestirà i soldi per i servizi sul territorio?  Quali garanzie ci sono che tutto il territorio verrà trattato in modo equilibrato? Quali garanzie ci sono per evitare che Asti città, che ha un peso politico ben superiore a quello dei tanti, troppi, piccoli Comuni, si prenda la maggior parte delle risorse? Quale futuro avranno i servizi socio assistenziali a livello provinciale? Si integreranno nella “casa della salute”? La struttura lavorerà insieme agli enti del territorio? Dopo il consiglio comunale, ci hanno detto che il progetto di quello che diventerà la sanità territoriale, quindi anche la “casa della salute”, dovrà essere preparato entro fine anno: un tempo troppo breve per consentire ai Comuni di organizzarsi e contrattare da una posizione di forza. Il rischio è che l’Asl presenti un progetto “a scatola chiusa”, senza nessuna garanzia precisa.

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