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mercoledì, 24 Aprile 2024

casa della salute: abbiamo consegnato all’Asl la petizione con le firme

TENERE ALTA L’ATTENZIONE

Il 29 agosto ci siamo incontrati con la dott.sa Grossi, direttrice generale dell’Asl, per consegnare alla stessa le firme raccolte con la petizione da noi promossa sulla “casa della salute”. Nella riunione, abbiamo ribadito la richiesta di aprire il cantiere alla popolazione, alla presenza di tecnici che sappiano rispondere alle domande della gente. Richiesta già fatta nell’assemblea pubblica del 22 marzo scorso, organizzata dal comitato spontaneo, alla quale la dott.sa Grossi aveva partecipato con i suoi collaboratori. La dott.sa Grossi ha confermato la propria disponibilità, auspicando che tale iniziativa venga fatta in collaborazione con il Comune, in quanto referente istituzionale dell’Asl. Per di favorire il dialogo, da parte nostra ci siamo detti d’accordo. Allo scopo di dare corso all’iniziativa, abbiamo poi chiesto all’amministrazione comunale di proporre all’Asl come date utili il 15 o il 22 ottobre 2016, dalle 9 alle 12. Scegliere una data da pubblicizzare in tempo utile con un comunicato congiunto, che dia anche un riferimento per le persone interessate che intendano prenotarsi. Il sindaco, dichiarando la costante attenzione del Comune, ci ha replicato che i giorni proposti erano già impegnati con altre manifestazione e che sarebbe stata sua cura concordare un altro momento con l’Asl. Essendo ovvio che nessuno fino a questo momento si era posto il problema di fissare date precise, abbiamo risposto proponendo il 29 ottobre. Sempre un sabato per dare a tutti la possibilità di partecipare. Vedremo quali saranno le risposte. Perché visitare il cantiere? Per conoscere da vicino e fare domande. Per verificare i lavori fatti in questi mesi dall’Asl. Per appropriarsi di uno spazio rimasto dimenticato per anni dopo tante promesse. Uno spazio che non è mai stato pubblico anche se doveva esserlo. Per mostrare che l’attenzione della cittadinanza continua ad essere alta. Se la lunghissima vicenda della “casa della salute” è tornata d’attualità, è merito di chi ha firmato la petizione. Democrazia dal basso.

Circa i servizi che troveranno posto nella struttura, dal colloquio con la dott.sa Grossi non sono arrivate novità. Solo generiche rassicurazioni che ribadivano il concetto, già espresso il 22 marzo, che era meglio non fare promesse senza avere la certezza di poterle realizzare. Atteggiamento corretto da parte dell’Asl. Non attribuiamo colpe all’attuale direttore generale. Ha ereditato una situazione pesante e compromessa da cambi di politica regionale. Ma in noi rimane la preoccupazione, rafforzata dal tempo che passa, che alla fine tutto si tradurrà nel semplice trasferimento di quanto oggi in via Luotto, magari nascondendolo dietro una bella inaugurazione dove tutte le autorità si loderanno reciprocamente. In parte, le scelte future dipenderanno anche da quello che verrà previsto nel nuovo contratto dei medici di famiglia.

Nella richiesta di visita al cantiere, mandata a Comune e Asl dopo l’incontro, abbiamo riassunto la nostra posizione:

Noi siamo da sempre convinti che la vera riuscita dell’investimento “casa della salute” si misurerà esclusivamente su quali servizi verranno ospitati nella struttura e su come gli stessi sapranno tener conto delle esigenze della popolazione di Villafranca e della zona. Se tutto si limiterà al semplice trasferimento di quanto oggi presente nei locali di via Luotto sarà una sconfitta per i Comuni e per la gente. Una sconfitta pagata con i soldi di tutti.

 Secondo noi, i risultati arriveranno se ci sarà la collaborazione attiva e propositiva dei medici di famiglia. Anche i Comuni, attraverso le Unioni “Colli Del Monferrato” e “Valtriversa”, devono fare la loro parte. Sia nelle sedi preposte di Asl e Cogesa. Sia coinvolgendo tutti i soggetti locali capaci di dare un apporto concreto alla creazione di una rete locale sanitaria e sociale. Integrare e mettere a sistema quanto c’è, utilizzando, se vantaggiosa per gli interessi pubblici, la collaborazione degli operatori seri del privato sociale, rappresenta un’alternativa alla semplice soluzione di arrendersi di fronte al fatto che si fa poco o nulla per “mancanza fondi” e “vincoli di bilancio”. Fare “rete” evita sovrapposizioni, dispersioni, favorisce un miglior utilizzo delle risorse, permette un costante scambio di informazioni, consente un supporto reciproco e non costa. Cambia la dannosa abitudine antica di “fare da soli” che non ci possiamo più permettere. Pertanto, riteniamo fondamentale che le diverse attività sanitarie e sociali presenti in zona lavorino in collegamento con la “casa della salute”. Ad esempio, pensiamo all’utilità di poter fornire in modo trasparente, attraverso la Casa di Riposo Santanera, un incremento dei servizi infermieristici alla popolazione, un’ampia gamma di servizi domiciliari e posti letto per persone che necessitino di periodi di convalescenza. Pensiamo all’utilità di fare campagne di prevenzione ed educazione sanitaria rivolte a tutte le scuole della zona ed a specifiche categorie di popolazione. Altri risultati potrebbero arrivare da una collaborazione con il mondo del volontariato su un sistema organizzato di protezione locale delle tante persone anziane che vivono sole. Come già indicato dalla petizione, un presidio sanitario in grado di dare prestazioni di prima assistenza anche nei giorni festivi e nelle ore serali e capace di integrarsi in modo funzionale con le altre strutture territoriali diventerebbe un valore aggiunto per tutti. Tutto questo va costruito perché oggi non c’è e non va dato per scontato.

Il 10 agosto scorso, il Comune ha richiesto la creazione di uno sportello Cogesa anche a Villafranca, la cui naturale collocazione sarebbe proprio nella “casa della salute”. Apprezziamo l’iniziativa. Recupera una sollecitazione in tal senso presente proprio nella nostra petizione. Crediamo necessario che tale ufficio, se prenderà realmente forma, non debba limitarsi ad essere solo un luogo fisico dove i cittadini possono presentare pratiche che li riguardano. Dovrebbe diventare un servizio capace sia di informare e accompagnare le persone che hanno bisogno di prestazioni sociali, sia di fare da coordinamento sulla competenza dei problemi, definendo chi deve affrontarli. L’esperienza ci insegna che molte volte i bisogni dei cittadini toccano sia la sanità, sia il sociale insieme e come questo incerto confine venga preso a pretesto dagli enti per non assumersi responsabilità di dare risposte chiare. Molte volte abbiamo visto cittadini che “non sanno” dove rivolgersi perché manca qualcuno in grado di fare informazione e gli enti non hanno una visione globale delle competenze presenti nel sistema pubblico.

 Ovviamente, crediamo che i contenuti della “casa della salute” debbano passare attraverso necessarie fasi di sperimentazione che possano sia tarare i servizi in base ai bisogni, sia applicare sul campo soluzioni innovative.

 La “casa della salute” non appartiene a Villafranca. Appartiene a tutto il territorio. Se diventerà un centro capace di dare soluzioni e di far risparmiare tempo ai cittadini, avremo raggiunto l’obiettivo, espresso dalla dott.sa Grossi, di evitare che le persone vadano altrove a cercare un modo per curarsi.

Apprezziamo la volontà di dialogo dimostrata dalla dott.sa Grossi con l’attenzione alle firme poste sulla nostra petizione. I promotori della stessa sono disponibili a dare il loro contributo in termini di idee e continueranno ad informare la popolazione sulle scelte che verranno fatte.

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