NESSUN CAMBIAMENTO E TANTE INCOGNITE
Nel consiglio comunale di mercoledì, 29 aprile, la maggioranza si è approvata il bilancio consuntivo 2014. “Villafranca Domani” ha votato contro. Perché? Non c’è visione di futuro. Non ci sono stati segnali reali di una nuova politica vera. Noi abbiamo sempre visto il punto di partenza del cambiamento nella nascita di un’Unione forte tra i Comuni di tutta la Valtriversa e nella costruzione della cultura di amministrare la zona, non il singolo paese. L’Unione che doveva poi fondersi in un solo Comune. La maggioranza, incapace di avere un progetto politico condiviso con i paesi della zona, ha voluto spaccare la Valtriversa. E sono stati persi anni importanti senza risultati concreti, disperdendo preziose possibilità. Ora questo appartiene alla storia, ma non dimentichiamolo, visto che la vecchia abitudine di dimenticare di chi sono le responsabilità delle scelte è sempre ben viva. Perdendo anche quasi tutta la seconda parte del 2014, è nata a fine anno l’Unione con Baldichieri. Noi l’avevamo chiesta fin dal giugno scorso. L’Unione “Colli del Monferrato” va riempita di contenuti che oggi non ci sono e messa in grado di funzionare affinché diventi il luogo dove si formino le politiche di entrambi i paesi visti come un’unica entità. Vedremo nei fatti se il governo dell’Unione saprà fare sintesi delle diverse opinioni per produrre decisioni che vadano in avanti e se saprà, a tale scopo, rispettare il ruolo politico del consiglio, somma dei consigli dei due Comuni. Il consiglio è il posto dove si devono formare gli indirizzi delle scelte. La giunta è l’organo esecutivo che deve realizzarle. Sarebbe un grave errore, già visto in Valtriversa, se la giunta avesse la pretesa di fare lei stessa le politiche, riducendo il consiglio ad una ratifica di decisioni già prese.
SERVE CONOSCERE I BISOGNI SOCIALI
Il cambiamento è anche attenzione ai nuovi bisogni sociali resi più forti dalla crisi di questi anni. Attenzione che non c’è. Non c’è un progetto complessivo. Manca il censimento delle necessità sociali del paese e delle aspettative della popolazione per decidere conoscendo la situazione. Si ragiona per “sentito dire” o per comoda convinzione personale. Serve una rete di tutti i soggetti che operano nel sociale sul territorio per evitare sovrapposizioni e dispersioni. Rete che non è mai stata fatta perché richiederebbe al Comune il compito di esserne il regista autorevole. Vogliamo dare qualche opportunità a chi è senza lavoro? A qualche giovane? A chi non può pagare le tasse comunali? A chi è anziano e vive solo o non riesce a pagare la casa di riposo? A chi è più debole realmente? Qualcuno dirà: non ci sono soldi. Solita storia, buona come giustificazione per non fare nulla. Paghiamo quasi 62 mila euro all’anno al Cogesa, il consorzio per i servizi socio assistenziali, ma i nostri cittadini non sanno a quali servizi hanno diritto. Se chi non può pagare le tasse comunali potesse rifondere il suo debito con lavori utili per il municipio, il Comune avrebbe risultati senza spendere altri soldi. E le persone avrebbero la possibilità di mantenere la loro dignità. Se la giunta comunale tagliasse i suoi costi (45 mila euro), visto che sono in maggioranza pensionati, qualche altro soldo potrebbe essere destinato a nuovi interventi. Perché la casa di riposo Santanera paga da anni un mutuo per l’acquisto di fabbricati su via Roma, l’ex proprietà Venturello, che sono da sempre del tutto improduttivi? Proviamo a concordare con gli uffici provinciali del lavoro iniziative che colgano opportunità di impiego per i giovani realmente aperte a tutti e che possano arrivare a qualche posto stabile? Proviamo a progettare un nuovo sistema economico territoriale, con tutte le conseguenti scelte? Ovviamente, questi sono solo alcuni degli esempi possibili. Proviamo a risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica? Non possiamo più permetterci di spendere 103 mila euro per la sola pubblica illuminazione. Poi, nessuna pretesa di avere la bacchetta magica. Solo la convinzione che mettere a sistema risorse, strutture, persone e informazioni sia il primo passo fondamentale. Il secondo passo è sperimentare. Pensare a domani, uscendo dalla logica perversa del “così si è sempre fatto”.
IL COSTO DEI RIFIUTI COPERTO AL 110%
Vediamo che l’amministrazione ha svalutato, vincolando per 113 mila euro l’avanzo finale, in misura superiore alle soglie minime di legge, i crediti dovuti alle bollette dei rifiuti mai incassate. Fatto positivo che dimostra che avevamo ragione a sollevare il problema. Ma la questione non è risolta definitivamente. Anche l’amministrazione ha dovuto ammettere che il recupero di questi soldi sarà difficile. Troppo tempo è passato e le tardive lettere di sollecito hanno dato risultati mediocri. Dopo le pulizie già operate, in bilancio rimangono crediti per 276 mila euro. Comprendono bollette relative agli anni dal 2006 al 2014. Il 2014 incide per 130 mila euro. Dati sempre rilevanti. Ribadiamo che anche qui bisogna cambiare mentalità. Chi non paga deve essere verificato caso per caso, subito. Il sollecito burocratico, fatto con anni di ritardo, è spesso poco efficace. Come abbiamo già detto, chi ha problemi di reddito deve avere l’occasione di pagare dando ore di lavoro al municipio. Chi evade deve essere sanzionato. Un percentuale fa sorgere qualche perplessità: la copertura del costo dei rifiuti è arrivata al 110%. Cioè, a bilancio il ricavo della tassa, ammettendo che venga incassata tutta, supera di 10 punti i costi. Perché? Ci sarebbero state economie di spesa rispetto alle previsioni e la relativa quota di ricavi è stata trattenuta a riserva per aumentare le risorse vincolate destinate a coprire le bollette vecchie non incassate. In sostanza: chi paga copre i danni di chi è stato inadempiente o ha evaso. Tipica soluzione all’italiana. Questi maggiori oneri per chi è stato corretto verranno restituiti o si proseguirà su questa strada anche nei prossimi anni? Rileviamo poi che non è stato fatto nulla per premiare progetti innovativi che insegnino a non produrre rifiuti.
COINVOLGERE LA POPOLAZIONE
La situazione sempre più complessa rende necessario che il bilancio sia gestito coinvolgendo la cittadinanza. Penso ad un bilancio partecipato. Bisogna mettere in grado la popolazione di comprendere cosa fa il Comune e come spende i soldi. In modo istituzionale e dando spazio alle diverse valutazioni che emergono in consiglio comunale. Serve una comunicazione adeguata. Bisogna renderli facilmente consultabili, mettendoli sul sito internet comunale in modo visibile e creando prospetti riepilogativi semplici da leggere. Poi una lettera a tutte le famiglie con i dati fondamentali e le diverse opinioni. Utili anche momenti pubblici di spiegazione e dibattito per raccogliere quello che la gente considera importante.
Pertanto, al momento del voto abbiamo detto no, pur ribadendo la disponibilità, già dimostrata, a sostenere iniziative future che siano coerenti con il nostro programma.
Per chi vuole qualche dato, se cliccate qui sotto trovate la relazione che accompagna il bilancio. C’è anche sul sito del Comune ma per trovarla bisogna mettersi d’impegno. Il documento contiene un po’ di storia sulle cifre. A pag. 11, il dato sul costo del personale va ridotto di 3.908 euro per l’omessa indicazione di un contributo regionale.