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lunedì, 29 Aprile 2024

alcune riflessioni sulla politica

25 APRILE, SEMPRE

Pochi giorni fa, la ricorrenza del 25 aprile. La festa della Liberazione. 66 anni fa, la Resistenza vinceva la dura battaglia contro la dittatura fascista ed il nazismo. Su quella lotta ha le radici la nostra Costituzione. Chi non l’ha festeggiata ha mostrato di essere contro il sacrificio dei tanti, uomini e donne, che hanno dato la vita per un ideale di libertà. La democrazia non è mai un fatto scontato. Se si abbassa la guardia, se si smette di difenderla, si rischia di perderla. Come si abbassa la guardia? Dimenticando.  Basta far credere che, vabbé, la guerra c’è stata ma, in fondo, erano tutti italiani che combattevano, che la Resistenza è una storia da comunisti, che la storia viene scritta dai vincitori e bisogna chiudere quel capitolo. No. Non erano tutti uguali. Fascisti e partigiani stavano su fronti opposti. I primi lottavano per una dittatura che aveva portato oppressione e rovine all’Italia. Non meritano rispetto. I secondi lottavano e morivano per la democrazia. Se avessero vinto i fascisti sarebbe rimasta la dittatura. I nuovi fascisti di oggi vogliono cancellare la memoria. Così possono governare. In questo modo giustificano tutto. Ogni prevaricazione e ogni furbata. Il messaggio che mandano con tutti i mezzi è semplice, approfittando  del grande potere persuasivo della televisione e della mancanza di informazione vera. Fatti i tuoi interessi, anche a danno degli altri, e non farti altri problemi. Noi non ti disturbiamo. Se ci riesci sei bravo. Evadi le tasse così guadagni di più. Cosa importa se non ci sono i soldi per la sanità o la cassa integrazione. Dimentica la sicurezza sul lavoro o sfrutta quello nero e quello precario: altri modi per guadagnare di più. Danneggia la pubblica amministrazione, tanto è roba di tutti e quindi come se fosse di nessuno: a disposizione di chi se la prende. Specula sull’ambiente: col cemento vai sul sicuro e i capitali si moltiplicano. Prenditela con lo straniero,  tanto se la tua visione del mondo si ferma all’uscio di casa va bene lo stesso: basta farsi passare per un buon cristiano. Vai con le ragazzine, maltratta o compra le donne e fatti l’amante perché così sei uomo. Se sei donna, vai con quello che ha i soldi, così ti assicuri l’avvenire. Entra in Comune o in Parlamento per farti le regole che più ti convengono. Tutto va bene. Anzi, devi dirci ancora grazie. Chi se ne frega se la società si degrada. Tanto ci saranno sempre le anime candide disposte a giustificare il loro disimpegno dicendo che la politica è una cosa sporca e che sono tutti uguali. Quelle stesse anime che  trattano con fastidio quelli che non si adeguano perché sono “estremisti” o non “vanno al centro”, al grande vogliamoci bene perché non ci devono essere differenze. Si sa, pensare è fastidioso. Vuoi mettere in discussione il sistema che consente di vivere tranquilli? Sia mai. Rischi di passare per comunista, antipatico e noioso. No, non si può più far finta di niente davanti a tutto questo. Oggi bisogna resistere. Credere nella politica seria. Rimettere mano alla costruzione del vivere civile, dove contano la qualità delle idee, l’impegno per realizzarle, la coerenza e il vissuto delle persone.  Ognuno di noi può farne un pezzo, lavorando all’interesse comune a partire dalla comunità dove vive. In politica le differenze ci sono e sono legittime. Non si è tutti uguali. Le idee sono diverse e quindi le priorità cambiano. Bisogna scegliere tra chi conta balle e slogan facili e chi lavora, appunto, per la politica seria.

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