8 MARZO
Ieri era l’8 marzo, la festa della donna. Viviamo un periodo dove noi uomini dobbiamo vergognarci per quanto sta succedendo. Ho trovato un breve testo di Susanna Camusso, segretaria generale della Ggil. Ve lo riporto perché credo sia pieno di idee per riflettere: anche nella politica locale, dove le donne sono spesso poco rappresentate e quasi per nulla considerate.
“Io sono l’invisibile. Durante la notte e all’alba, pulisco il luogo dove lavorerai.
Curo la vita e la morte, mi chiamano badante, sono prigioniera di un permesso di soggiorno.
Ho firmato un foglio di dimissioni in bianco. Previene la gravidanza.
Cerco lavoro. Meglio nascondere laurea e master, giuro di non avere specializzazioni.
Corro a casa, ma la pizza con il mio capo era necessaria per la carriera.
Guardo la fabbrica e so che il mio lavoro è andato in Serbia.
Invento, ricerco. Aspetto un biglietto aereo per l’estero.
Curo, accudisco, lavo, stiro e tanto altro: chissà se è un lavoro…
Sono nata nel Sud, posso scegliere tra obbedire e emigrare.
Avevo un lavoro, poi hanno tolto il tempo pieno (e il sostegno) a scuola.
Rispondo a un annuncio di lavoro: sarò abbastanza carina? E abbastanza giovane?
Passo le ore ad una cassa, sorrido. Ma non era domenica?
Quanti asili si possono fare con i soldi del ponte sullo Stretto?
Sono un dottore. Non sono un primario.
Quando lavoro produco lavoro, potete spiegarlo a economisti e governanti?
Ho inventato nuove professioni.
Ho conquistato le otto ore.
Ho conquistato il tempo del matrimonio, della maternità, dell’allattamento.
Ho conquistato il diritto di sentirmi uguale nel lavoro, restando differente.
Felice il giorno in cui non dovrò conquistare niente di più, staranno meglio anche gli uomini”
Susanna Camusso
intervento alla trasmissione di Fazio e Saviano “Vieni via con me”