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mercoledì, 13 Novembre 2024

Portare i giovani nei luoghi della Memoria

Il Comune di Buttigliera aiuta cinque studenti a partecipare al "Treno della Memoria". Esperienza che andrebbe copiata anche nel nostro territorio. Dare ai giovani gli strumenti culturali per capire la storia e non ripetere gli errori del passato

Un plauso alla bella iniziativa del Comune di Buttigliera. Come riportato dal sito 100TORRI, l’amministrazione ha deciso di contribuire alle spese per far partecipare cinque ragazzi delle scuole superiori all’edizione 2022 del “Treno della Memoria”. Un progetto formativo che consente ai giovani di visitare i campi di concentramento che videro lo sterminio di massa operato dal nazismo di ebrei ed oppositori. Dal 2004, l’associazione “Il Treno della Memoria” ha portato oltre 37 mila ragazzi e ragazze a vivere questa importante esperienza. Non una semplice gita scolastica ma un percorso educativo, con attività preparatorie al viaggio e successive nelle quali i partecipanti possono trasmettere ad altri le loro impressioni.
Christian Giordano, sindaco di Villanova d’Asti, mi ricorda che il suo Comune era stato il primo in provincia di Asti ad aderire “Treno della Memoria”, già nel 2018.
Sono begli esempi che andrebbero seguiti e sviluppati anche nel nostro territorio con le attività promosse dall’Istituto Storico per la Resistenza di Asti, ente al quale il Comune di Villafranca aderisce ma che le amministrazioni di questi anni ha sempre dimenticato. Siamo stati noi di “Villafranca Domani” a fare diverse iniziative con l’Israt negli anni. Eventi che qualcuno dal governo comunale etichettava come politica di sinistra e quindi da evitare. In realtà volevano essere e sarebbero ancora oggi momenti per dare ai giovani e ai meno giovani la conoscenza della storia e delle tragedie che l’uomo ha vissuto. Cioè gli strumenti culturali che consentono di non ripetere gli errori del passato. In questi giorni stiamo rivivendo gli orrori di una guerra in Europa ma ci siamo dimenticati di quando avevamo il conflitto alle porte di casa, nella ex Jugoslavia.Conflitto al quale abbiamo partecipato come Nato. Ci siamo dimenticati delle inevitabili atrocità che ogni guerra comporta. Di tutte quelle guerre che avvengono in paesi più lontani ma che noi occidentali alimentiamo per i nostri interessi economici e per vendere armi. Conflitti che non risolvono nulla e costano enormi sacrifici, in vite umane, denaro e distruzioni. Ci siamo dimenticati la necessità della politica vera. Quella faticosa. Capace di guardare lontano. Fatta da uomini che non cercano l’apparenza del momento ma la costruzione nel rispetto degli altri e di ogni diversità. Di quella politica che serve per non farsi la guerra.
Qualcuno dirà: la solita retorica. No. L’invito a pensare che tutti possiamo fare qualcosa per cambiare in meglio. Che il vero cambiamento parte dal basso. Con tanti piccoli gesti di impegno e di civiltà alla portata di ognuno. Nelle comunità locali dove viviamo. Dove possiamo applicare nei fatti solidarietà sociale e migliore qualità della vita per tutti.

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